"Ciao" mi sussurra qualche ora più tardi.
"Ehi" le accarezzo una guancia delicatamente "come stai?"
Annuisce.
"Celeste? Da quanto tempo sono qui?"
"Celeste sta bene, è con mia madre, le sento ogni giorno, ti vorrebbe salutare ma non sa che sei qui... invento ogni giorno qualche scusa ma inizia a preoccuparsi"
"Poi la chiamo, magari si tranquillizza, tu come stai? Hai una faccia! Vieni qui" si sposta nel letto facendomi spazio.
"No tranquilla resta, sto bene qui"
"Sento freddo" sorride.
"Chiudo la finestra, scusa"
"No... in realtà volevo solo tu mi abbracciassi" mi sorride.
Mi siedo accanto a lei abbracciandola cercando di non farle male, é così debole che ho paura di toccarla.
"Così va molto meglio, allora? Come stai?"
"Io sto bene... piccola mi dispiace da morire, non hai idea, non doveva succedervi questo, sarebbe dovuto succedere a me cazzo, perdonami"
"Mario tu non c'entri niente" mi prende il viso tra le mani.
"È tutto ok! L'importante è che stiamo bene no?"
"Il bambino non ce l'ha fatta" trovo il coraggio di dirglielo finalmente.
Mi guarda con gli occhi lucidi ed inizia a scusarsi con me.
"No baby cosa c'entri tu? Non è colpa tua, ehi ci riproviamo, ok? Finché non ci riusciamo di nuovo, certo volevo un altro figlio ma riprovarci non mi dispiace" cerco di farla ridere.
Le strappo un sorriso che però si spegne subito.
La vedo persa nei suoi pensieri, la stringo più forte a me e le bacio la fronte.
"Mi sei mancata"
Non mi risponde.
Passa un infermiere a vedere come sta, le da qualcosa da mangiare ma lei si rifiuta.
"Non ho fame" mi dice rimettendo tutto sul vassoio quando l'infermiere se ne va.
"Non ti va perché non stai bene, o non ti va perchè non vuoi mangiare?" Le chiedo prendendole il piatto dalle mani.
"Entrambe"
"Beh un po' devi mangiare, dai riesco a convincere Celeste, non mi dire che sei peggio di lei" scherzo prendendo un po' di cibo con la forchetta e portandoglielo alla bocca costringendola a mangiare.
Si oppone ma poi cede e finisce di mangiare tutto mentre io la imbocco.
"Sei matto" mi dice appoggiandosi alla mia spalla.
"Farei di tutto per farti stare bene... questo è il minimo"
Mi stampa un bacio sulla guancia e io mi giro posandogliene un altro sulle labbra.
I medici ci dicono che deve stare sotto osservazione per qualche giorno.
"Puoi tornare a casa se vuoi, io me la cavo" mi dice cercando di rassicurarmi.
"Ok... faccio una doccia e torno"
"Dovresti dormire un po' Mario, sei a pezzi"
"No, non è vero, preferisco dormire qui con te"
"Ok, però stanotte non ti lascio dormire su quella sediolina"
"Va bene, torno tra poco" le sorrido e la bacio prima di andare via.
Mi assicuro che i medici la tengano sotto controllo e vado via.
Mi ritrovo nella tasca della giacca il suo telefono.
Invio un messaggio a Nicolò.
"Ho sentito quello che mi hai detto, non potevo muovermi, possiamo parlare? Ci vediamo qui tra dieci minuti, Mario non sa nulla"
Mi risponde subito con un ok.
Quando arrivo lui già è lì, ma non si aspetta di vedere me, inizio a colpirlo con tutta la forza che ho, non ci vedo più dalla rabbia, non riesce nemmeno a difendersi mentre mi sfogo su di lui.
Non riesco a fermarmi, mi rendo conto che ha perso i sensi quando è troppo tardi.
Lo guardò immobile giacere a terra e per un attimo penso che era ciò che avrei dovuto fare da tempo, che forse questa è la volta giusta per finirlo, ma torno in me e penso di non farcela.
Mi pulisco dal suo sangue e prima di andarmene chiamo un'ambulanza.
Sotto la doccia inizio a sentirmi in colpa, per fortuna mia madre e celeste non ci sono, prendo a pugni anche il muro, per sfogarmi, pensando sia stato da codardi andarmene così.
Torno da Lol, quando mi vede arrivare cerca di venirmi incontro ma cade tra le mie braccia perché è troppo debole.
"Non dovresti sforzarti così" le dico rimproverandola dolcemente.
"Scusa, volevo farti una sorpresa, cos'hai sul braccio? Sangue?" Mi guarda preoccupata e per un momento vorrei dirgli tutta la verità.
"No, niente, un taglietto"