"Ma certo entra" la tiro per una mano cercando di non essere brusco.
"Che è successo?"
Non mi risponde, scuote la testa abbassando lo sguardo.
"Lascia stare"
"No!! Non lascio stare, devi dirmelo"
"Niente, scusa, ho sbagliato a venire da te"
Fa per andarsene ma la trattengo.
"No, no, ok d'accordo, quando avrai voglia mi dirai, resta qui quanto vuoi, vado a prepararti qualcosa di caldo ok? Nel frattempo fai una doccia, se hai bisogno di qualcosa dimmi" la guardo preoccupato.
Annuisce senza dirmi nulla.
"Dammi la valigia te la porto in camera"
"Grazie" sussurra.
La sento piangere nella doccia e mi si spezza il cuore, non riesco a vederla così e non so cosa le sia capitato, ma so che farei a pezzi chi l'ha ridotta così.
Le faccio trovare dei miei vestiti fuori la porta del bagno così può mettersi comoda e le preparo il letto matrimoniale spostando le mie cose sul divano.
"Mario ci dormo io sul divano, hai già fatto abbastanza" mi dice uscendo con addosso i miei vestiti che la fanno sembrare ancora più piccola e fragile di quanto non sia già.
"Ma smettila, non fa nulla"
"No... davvero"
"È casa tua, il letto spetta a te"
"È casa nostra e di certo io non sono stato aggredito"
"Me la sono cercata" alza le spalle e si chiude di nuovo nel suo silenzio.
Le porto un tè caldo e lei mi ringrazia mille volte.
"Hai mangiato? Cosa ti cucino?"
"Voglio solo riposare, sto bene così"
Annuisco e la lascio sola.
Non riesco a dormire per tutta la notte, la sento singhiozzare e vorrei solo andare da lei e stringerla forte.
Mi accorgo che ha lasciato il telefono in corridoio quando si illumina nel cuore della notte e lo prendo per cercare di capire cosa sia successo.
Il nome di Alessandro compare sullo schermo.
Non posso rispondere o mi sentirebbe parlare, ma aspetto che smetta di squillare per controllare se le ha inviato messaggi.
Ce n'è uno arrivato qualche minuto fa sempre da lui.
Lo apro.
"Piaciuta la sorpresa?🤣🤣"
Sta scrivendo...
"Che fai non rispondi? Ora non fai più la coraggiosa?"
"Magari un giorno di questi tornano a trovarti"
Cancello i messaggi e blocco il telefono.
Mi riprometto di non lasciarla più da sola, non voglio nemmeno che sappia che le ha scritto, so che soffrirebbe e avrebbe paura.
Mi sento in colpa pensando che forse quando non le ho risposto mi aveva chiamato perché era in pericolo.
La sento ancora piangere e non resisto più.
Vado in camera e mi stendo affianco a lei stringendola forte.
Mi abbraccia anche lei continuando a singhiozzare contro il mio petto, cerco di tranquillizzarla, le bacio la fronte e la riempio di coccole finché non si calma.
"Che è successo?" Le chiedo.
"Volevo vedere Alessandro per cercare di sapere come stesse Celeste e cosa volesse in cambio... mi ha dato appuntamento e poi non è venuto lui ma dei suoi amici"
"Cazzo" sussurro stringendola ancora più forte.
"Ti giuro Mario, ho provato a difendermi ma era ancora peggio, erano in quattro contro di me, pensavo di morire, non finivano più di colpirmi" scoppia di nuovo a piangere.
"Scusami" le sussurro.
"Tu non c'entri nulla, sono io la stupida che ci è cascata"
"Mi hai chiamato... e io non ti ho risposto"
"So che ce l'hai con me e hai ragione, ti ho chiamato prima dell'appuntamento perché sentivo che qualcosa non andava, menomale che non hai risposto non me lo sarei mai perdonata se avessero fatto del male a te" mi stringe con tutte le forze che ha e intreccia le gambe alle mie continuando a piangere contro il mio collo.
"Scusami... sono una stupida, l'unica cosa che ho pensato mentre succedeva tutto è stata che non avrei voluto perderti cazzo, sono una stupida"
"Sono qui, lo sai che ci sarò sempre"
"È tutta colpa mia, tutta colpa mia cazzo, sono solo un problema per te"
"Sssh smettila"
"È la verità"
"Non è vero, ti giuro che risolveremo tutto"
"Mario se è capace di fare ciò non riesco a pensare cosa sia stato in grado di fare a Celeste"
"Non ci pensare ok? Non ci pensiamo, prima o poi tornerà a casa, ne sono convinto" cerco di convincerla ma forse cerco di convincere più me.
La guardo mentre si asciuga le lacrime e si allontana un po' da me.
Mi accarezza i capelli e mi scosta una ciocca dietro l'orecchio per scoprirmi il viso.
Mi avvicino piano a lei fino a sfiorargli le labbra.
Ho voglia di baciarla, ma ho tremendamente paura che lei rifiuti.