Passiamo tutta la mattinata a letto.
Parliamo della nostra permanenza qui mentre facciamo colazione.
Alessandro non mi ha scritto, quindi Mario spera che abbia capito che deve lasciarmi in pace, io ho paura che non sia così.
So quanto possa essere stronzo e non voglio allarmarlo ma potrebbe semplicemente star prendendo tempo prima di inventarsi qualcos'altro.
Non glielo dico, stiamo così bene che non voglio rovinargli l'umore rischiando di farlo innervosire come ieri.
Gli accarezzo il petto nudo mentre mi appoggio contro di lui cercando di rilassarmi e lui mi bacia la fronte.
"Stai tranquilla, finché ci sono io sei al sicuro" mi sorride in modo rassicurante, ma io non ne sono molto sicura.
Una parte di me ha ancora paura che possa tornare quello di ieri, quello che non riconosco, mi torna in mente come mi ha trattata ieri e pensare che anche per lui sono solo un peso mi fa sentire inutile.
"Che dici ti va se facciamo un giro oggi?" Mi chiede accarezzandomi la schiena mentre mi sposto.
"Si..." gli rispondo poco convinta.
Vado a prepararmi per evitare di stare altro tempo con lui, stiamo tutto il pomeriggio fuori e mi convince a cenare al ristorante.
Ci andiamo entrambi giù pesante con il vino e a fine cena mi sento anche io più rilassata.
Gli propongo una passeggiata, lui mi porta in un locale per poi lasciarmi qualche minuto da sola e tornare con altro alcol.
Si accende una canna e me la passa.
Non mi piace l'ambiente ma penso di sciogliermi un po' bevendo ancora.
Mario mi sta addosso, balliamo stretti l'un l'altro, mi tiene stretta tra le sue braccia gelosamente, facendo scendere le mani sulle mie curve come a far sapere a tutti che sono sua mentre guarda male chiunque mi si avvicini.
"Ti voglio" mi sussurra sculacciandomi davanti a tutti.
"Torniamo in hotel? Non mi piace qui" gli rispondo.
"Dai" ride "non ce la faccio ad aspettare di tornare in hotel" mi fa voltare poggiandosi al mio fondoschiena.
"Guarda che effetto mi fai" si morde il labbro stringendomi ancora di più.
"Torniamo in hotel ti prego, ci divertiamo in camera io e te" gli dico.
Quasi sto per convincerlo, quando mi sposto un po' da lui per trascinarlo fuori e qualcuno passando mi tira una pacca sul culo così forte da farmi sobbalzare.
Guardo Mario senza pensarci, capisce subito e si butta addosso al tipo che lo ha fatto.
Inizia a colpirlo forte, lo fa cadere a terra e lui che probabilmente non se lo aspettava non riesce nemmeno a reagire.
Lo riduce in una pozza di sangue, non riesco a staccarlo da lui finché non è troppo tardi e il ragazzo perde coscienza.
Chiamo un'ambulanza mentre trascino Mario via di forza e fermo un taxi per farci riportare in hotel.
"Mario che cazzo ti è preso? Mi fai paura!"