"Ehi baby, come stai?" Mi arriva un messaggio da Mario.
L'ennesimo.
Mi scrive ogni giorno, mi chiama ma non gli rispondo.
Vorrei perdonarlo ma le sue parole mi hanno ferita talmente tanto che non riesco a fingere di non averle mai sentite.
"Bene" gli rispondo di fretta.
"Perché penso non sia vero?"
"Perché hai ragione"
"Ti giuro non avrei mai voluto offenderti o farti del male, è stata l'unica cosa che mi è venuta in mente... sono stato uno stupido... avrei dovuto pensare che ne avrebbe approfittato"
Visualizzo e non rispondo.
Per quanto io provi a fingere che non siano mai esistite quelle parole pronunciate da lui mi hanno fatto malissimo.
Cerco di non pensarci, ma mi ritrovo ad abbracciare mia figlia per sentirmi un po' meno sola.
Mi manca.
Mi manca parlarci, mi manca il modo in cui mi ha sempre fatta sentire amata, è incredibile come quelle parole abbiano cancellato tutto ciò.
"Mi manchi, vorrei che tu fossi qui" mi scrive alle 3 di notte.
Faccio finta di non vederlo e la mattina il messaggio è cancellato.
Dalle storie sembra evidentemente ubriaco o fatto e scoppio a piangere pensando che ci stia soffrendo così anche lui e che questa storia lo stia distruggendo.
"Senti... mi dispiace per l'altro giorno" mi decido finalmente a scrivergli.
Mi risponde subito.
"Dispiace tantissimo anche a me piccola"
"Ti va se ci vediamo? Dammi i miei tempi ma non voglio buttare tutto all'aria"
"Certo... stasera ti passo a prendere? Posso portarti a cena fuori?"
"Si"
"Perfetto, a dopo"
Quando passa a prendere ne e Celeste scende dalla macchina e ci aiuta.
"Ciao piccola sei bellissima" mi sorride.
"Ehi, anche tu" gli dico timidamente.
Dopo averla portata dalla madre arriviamo in questo ristorante pazzesco.
Ci fanno accomodare ad un tavolo appartato e appena ci sediamo cerca di rompere il ghiaccio facendomi ridere.
Mi sciolgo un pochino anche grazie all'aiuto del vino e per fine serata parliamo e scherziamo come due bambini.
Ho sempre amato questa nostra complicità, mi sento davvero bene con lui e riesco ad essere me stessa senza nessuna paura.
Torniamo in macchina e spinta anche dall'alcol lo invito da me.
Iniziamo a vedere un film abbracciati mentre fumiamo.
Forse senza pensarci inizia ad accarezzarmi e a darmi bacini sulla fronte e mi fa sorridere.
Mi giro verso di lui per guardarlo negli occhi e lui mi chiede scusa, ma dentro di me qualcosa mi spinge a baciarlo.
Salgo a cavalcioni su di lui senza allontanare le mie labbra dalle sue e inizio a spogliarmi.
Mi tiene stretta a sé accarezzandomi la schiena.
"Sei sicura?" Mi chiede posando la fronte contro la mia.
Annuisco sbottonandogli i jeans ma quando stiamo per farlo mi torna tutto in mente e scoppio a piangere contro il suo petto.
"No Mario, non ci riesco"