MARIO'S POV
La vedo cambiare umore mentre le dico quelle parole.
Volevo solo renderla felice, non volevo complicarle la vita, sapevo di averla turbata dicendole impulsivamente che la amavo e non volevo farla sentire in colpa per essere andata avanti mentre io come un coglione sono ancora qui a pensare a lei.
"Devo andare" mi dice di fretta guardando lo schermo del telefono prima di girarsi senza nemmeno salutarmi.Passo una settimana d'inferno a pensare a come farmi perdonare, non vedo l'ora di rivedere Celeste per avere una scusa per parlare con lei, ma quando finalmente me la ritrovo davanti rimane giusto il tempo di lasciarmi nostra figlia e scappa via.
"Torno alle 18" mi dice secca.
Quando torna mi si presenta con i fogli del divorzio.
"Senti credo sia arrivato il momento, non ha più senso ormai, puoi ridarmeli la prossima settimana"
Riprende Celeste e se ne va.
Me le rigiro tra le mani cercando di capire se sia davvero ciò che vuole.
Non capisco perché ora si comporti così con me, forse per colpa di Nicolò, ma prima sembrava così felice, non mi va di essere in cattivi rapporti con lei, se non posso averla con me almeno vorrei che restasse nella mia vita.
Le mando un messaggio.
"Baby ho bisogno di parlarti"
Visualizza e non risponde.
Aspetto un'altra settimana interminabile per vederla ma è Nicolò che mi porta Celeste.
Parliamo un po', gli chiedo come sta lei, cerco di capire se sia successo tra di loro, ma Nicolò col suo fare spavaldo e i suoi racconti di scopate da adolescente mi fa capire che va più che bene.
Quando va via provo a chiamarla e lei mi risponde più che scocciata.
"Senti io non ce la faccio, so che non possiamo tornare indietro, ma almeno vorrei mantenere un minimo di rapporto con te, mi spieghi cos'è successo? Prima andavamo così bene poi tutto a un tratto non mi parli più"
"Non voglio avere più niente a che vedere con te Mario, ti è chiaro? Se non fosse per Celeste cancellerei anche il tuo numero perché non ne voglio più sapere nulla di te, ok?" Mi urla.
Rimango in silenzio, sento il mio cuore infrangersi in mille pezzi e non riesco nemmeno a risponderle.
Vorrei urlarle che la amo, che così mi uccide e che non era mia intenzione ferirla in alcun modo, ma non ci riesco.
Chiudo la chiamata senza nemmeno salutarla e mi butto sul divano accendendomi una canna.
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