MARIO'S POV
"Mario non c'è la faccio a stare qui lontano da tutto senza avere notizie di Celeste, voglio tornare a casa" mi confessa abbracciandomi.
"Vuoi tornare a Milano?"
Annuisce.
"E Alessandro?"
"Mario non mi interessa, voglio solo nostra figlia"
"Anche io... ma non sei al sicuro"
"Nemmeno lei lo è"
"Piccola so che non vuoi accettarlo, ma lei è morta... ti ho portata il più lontano possibile per farti andare avanti, ci facciamo una vita qui, ci riproviamo finché non siamo troppo vecchi per farlo" cerco di convincerla.
"Non voglio arrendermi, non voglio scappare"
"D'accordo... domani facciamo le valigie e torniamo a casa"
"Promettimi che rimaniamo così ti prego, non voglio che tu torni a fare lo stronzo"
"Promettimi che tu non farai cazzate però"
"Non faccio cazzate!"
"E decidere di incontrare quello da sola come lo chiami?"
"Non volevo metterti in mezzo"
"E cosa ci hai guadagnato?"
"Niente..."
"Devi dirmi tutto ok, non devi agire alle mie spalle"
Si stringe più a me e io la coccolo finché non si addormenta.
Facciamo le valigie e prendiamo il primo aereo.
Appena arrivati troviamo una decina di chiamate sui nostri telefoni.
Richiamo il numero e mi risponde una signora di mezz'età che mi avverte che qualcuno ha visto Celeste.
Mi scoppia il cuore per la felicità, abbraccio Lol senza che lei capisca cosa stia succedendo.
Quando le riferisco tutto la vedo piangere dalla felicità.
Mi guarda incredula pensando che io le stia mentendo e mi prende il telefono per parlare personalmente con l'agente.
Quando chiude la chiamata mi salta in braccio e mi bacia.
"È viva cazzo" mi sorride mentre le asciugo le lacrime "appena sanno qualcosa ci chiamano".
Mi bacia di nuovo, faccio scivolare le mie mani sotto la sua maglietta afferrandola per la vita "dobbiamo festeggiare" le dico
Non se lo fa ripetere due volte, mi sbottona i jeans litigando con la zip e mi toglie la maglietta mentre io la spoglio lentamente.
"Ti voglio" mi sussurra contro le labbra.
La faccio cadere sul letto e le tengo i capelli in una coda mentre entro dentro di lei e la scopo quasi fino a farle male.
Mi guarda stremata, mi accarezza i capelli e sorride sdraiata su un fianco.
"Ci pensi che prima o poi potremmo abbracciarla, domani appena mi sveglio chiamo" mi sorride.
Passa tutto il giorno al telefono a chiedere notizie di nostra figlia nonostante dalla polizia non sappiamo niente, mi risponde male, come se fosse colpa mia che non ci siano novità e non vuole mangiare.
Passano i giorni e lei è intrattabile, non mi considera minimamente, è sempre impegnata a cercare di avere notizie di celeste che nessuno può darle e ha anche ricominciato a lavorare per cui passiamo insieme pochissimo tempo e quando stiamo insieme litighiamo perché secondo lei non faccio abbastanza per trovarla, quando invece senza dirle niente ho ingaggiato anche un investigatore privato.
Passa tutto il tempo a chiamare la polizia e litigare perché non sanno dirgli niente e poi finisce a prendersela con me fino a minacciarmi di andarsene via e lasciarmi mentre io cerco in tutti i modi di farle capire quanto la ami e quanto tenga a lei, ma ormai qualunque gesto è inutile e tra me e lei c'è un muro praticamente impossibile da abbattere.
Sento come se la nostra storia fosse finita davvero ma non voglio lasciarla in questo momento perché so che il suo comportamento è dettato dalla sua sofferenza, cerco di resistere anche se la situazione è invivibile, sto soffrendo il doppio ma non voglio farglielo pesare, trovare Celeste sarebbe l'unica soluzione, ma ormai ci ho perso le speranze.