LOL'S POV
Ultimamente tra di noi le cose non vanno tanto bene, io sono troppo presa dall'ansia di ritrovare Celeste e a Mario sembra non importare, litighiamo ogni giorno per questo e lui mi definisce esagerata ma la mia priorità è riabbracciare mia figlia e se per lui non è importante non mi interessa ma devo pensare a lei.
Mi rendo conto che così non possiamo andare avanti.
Provo a pensare a come riaggiustare le cose, chiedo consiglio a sua madre e in pausa pranzo vado a parlarle.
Scopro che non è vero che non gli interessa di Celeste, che in realtà ha anche ingaggiato un investigatore e che sta solo cercando di non farmi notare che anche lui è in ansia.
Mi sento un po' male per lui, sta facendo tutto ciò e io nemmeno me ne accorgo.
Le chiedo di aiutarmi a rimettere a posto le cose, mi viene in mente che forse il modo ideale è prendermi cura di lui, fargli trovare la cena questa sera e cenare con lui dato che ultimamente non ci sediamo nemmeno più a tavola insieme per evitare di parlare e litigare.
Chiedo un permesso al lavoro per uscire prima e passo a fare la spesa prima di tornare a casa.
Decido di preparare i suoi piatti preferiti così da prenderlo per la gola e fargli capire che tanto quanto mi importa di Celeste mi importa anche di lui.
Mi dispiace che il nostro rapporto stia andando in declino, soprattutto dopo aver saputo che ciò che penso è sbagliato e lui non abbia voluto farmelo pesare.
Torno a casa prima del previsto, qualche ora prima del solito, pensando di potergli fare una sorpresa dato che a quest'ora è in studio.
Mentre fatico con le bustone piene pronta a mettermi al lavoro per la cenetta di stasera sento dei rumori provenienti dalla nostra camera.
Vado in panico, pensando sia entrato qualcuno in casa, ma dopo poco distinguo dei gemiti sempre più forti.
Penso che stranamente Mario sia tornato prima e stia guardando qualche video, penso anche che magari è il momento giusto di farmi avanti e riaggiustare le cose tra noi anche da quel punto di vista, ma arrivata davanti la porta della camera mi rendo conto che non è solo.
Incrocia il mio sguardo velato di lacrime mentre mi giro e vado via con i conati di vomito.
Lascio tutto lì, non mi importa più nulla, si riveste e mi rincorre per le scale, ma quando mi afferra per un braccio e mi prega di aspettare e dargli modo di parlarmi me lo scrollo di dosso e mi allontano.
"Non c'è bisogno di parlare ormai, forse avresti dovuto farlo prima, qualcuno su ti attende, che aspetti vai no? Non è più necessario che tu perda tempo a parlare con me, mi è già tutto chiaro"