Quando Nicolò torna in stanza e insiste a chiedermi scusa, seguo il consiglio di Mario e lo perdono, facciamo pace e lo facciamo di nuovo.
Rimango sulle mie per il resto della vacanza e quasi sono contenta quando Nicolò mi dice che dobbiamo tornare a casa.
L'idea di rivedere mia figlia e Mario mi elettrizza.
Una volta tornata a casa a malapena lascio le valigie e corro a casa di Mario a prendere Celeste.
"Non vedevi l'ora" mi dice Nicolò un po' risentito.
"È mia figlia" sottolineo.
"O di rivedere lui?"
"Nicolò basta!"
"Ha avuto sua figlia per tutti questi giorni! Ora può andarsene a fanculo che non ne abbiamo bisogno, é già una presenza ingombrante nella tua vita senza che tu lo veda ogni giorno, come pretendi di andare avanti così"
"D'accordo... vedrò cosa fare"
"Non voglio che tu veda cosa fare, voglio che tu faccia qualcosa"
Annuisco ed esco.
Arrivo a casa sua e ci metto un po' prima di decidermi a suonare.
Ho paura delle sensazioni che rivedere casa nostra potrebbe provocarmi, non l'ho avvisato, magari è con qualcuna, una parte di me sa che mi si spezzerebbe il cuore.
Mi apre ancora assonnato,
Con i capelli arruffati e addosso solo i boxer.
"Disturbo?" Gli chiedo cercando di non farmi distrarre dal suo fisico statuario.
"Ma che! Entra dai, stavo solo dormendo un po' che stanotte non mi ha fatto chiudere occhio"
Mi scappa una risatina e lui mi guarda male ma poi scoppia a ridere anche lui.
"Ti diverte? Guarda che ora tocca a te"
"Già... lo so... mi è mancata..."
"In questi giorni non ho fatto altro che pensare a come sarebbe potuto essere crescerla insieme a te..."
"Mario ti prego non complichiamo le cose"
"Si... scusa... hai ragione"
"Ah e... Nicolò non vuole che ci vediamo tutti i giorni, ti dispiace... non so... vederla una volta la settimana? Ti prego non farmici litigare... sai com'è"
Mi scruta a lungo cercando di capire cosa io stia pensando.
"Ti ha fatto qualcosa?"
"No! Certo che no"
"Va bene... non voglio metterti in difficoltà..."
"Grazie, sei un tesoro"
Lo saluto prima di prendere Celeste e andare via.Aver allontanato Mario si rivela uno sbaglio enorme, era l'unica cosa che mi distraeva dalla mia vita monotona, ora mi ritrovo a dormire poco la notte, rimanere a casa da sola tutto il giorno, con Nicolò che mi controlla chiamandomi ogni tanto mentre è in studio per capire se io sia da sola o se ci sia lui.
Mi sveglio di soprassalto durante un incubo con Celeste che piange, il cuore mi batte a mille e correndo di là ancora stordita vado a sbattere alla porta facendomi male.
La stringo a me facendola calmare e cercando di calmarmi e finché non si è riaddormentata non la lascio da sola nonostante il male al viso causato dalla botta.
Quando mi guardo allo specchio realizzo di avere un livido enorme sul viso.
"Coprilo col fondotinta o Mario pensa che te l'ho fatto io" ride Nicolò vedendomi alle prese col trucco.
Ci penso e cerco di rimandare l'appuntamento con lui, invento una scusa ma lui giustamente mi ripete che è una settimana che non la vede e che ha bisogno di stare un po' con sua figlia.
Prima di uscire cerco in tutti i modi di mascherare, gliela lascio per qualche ora ma appena mi vede quando la vado a riprendere ci mette nemmeno un minuto per capire che sotto gli occhialoni da sole qualcosa non va.
Quando sono costretta a tirarli su scoprendo il rossore sulla mia guancia e sul mio occhio lo vedo andare letteralmente in panico.
"Che cazzo ti ha fatto?" Mi chiede spalancando gli occhi e girandomi il viso per vedere meglio.
"Niente non è stato lui"
Mi stringe forse a sé in un abbraccio che nessuno mi dava così da troppo tempo.
"Oddio piccola dimmi la verità, impazzirei a sapere che ti fa del male, ti amo troppo per permetterlo"
Rimango impietrita a sentirlo pronunciare quelle parole.
"Si è fatto tardi, devo andare, stai tranquillo, sono solo andata a sbattere alla porta della camera di Celeste ieri notte"Ci penso tutta la notte, il suo "ti amo" mi riecheggia in testa e non mi lascia dormire.
Avrei dovuto fare qualcosa, avrei dovuto baciarlo, eppure sono rimasta lì immobile senza riuscire a reagire e me ne sono andata come una cogliona.Esco di casa prestissimo, alle 8 sono già in giro pronta ad andare da Mario.
Appena mi apre la porta pensando che io sia impazzita mi intrufolo dentro casa e lo guardo prima di parlare.
"Senti ieri hai detto una cosa... non ci ho dormito tutta stanotte..."
"Si... hai ragione, volevo chiederti scusa, l'ho detto senza pensare... non ha importanza... non lo penso veramente"
Mi crolla il mondo addosso e ancora una volta mi sento una stupida.