Puoi contare su di me

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"Dai resta" mi trattiene.
"No, meglio di no"
"Non puoi andartene" mi attira facendomi cadere su di se e mi abbraccia bloccandomi.
"Ti amo" mi sussurra stringendomi.
Non gli rispondo, mentre lui continua a coccolarmi e a riempirmi di bacini.
"Devo fare una cosa, aspetta" si sporge verso
Il comodino e prende la scatolina dell'altro giorno.
"Dovevo dartelo un po' di tempo fa" mi accarezza i capelli.
"Mario non ce n'è bisogno"
"Si invece, aspetta" si sposta sul letto per guardarmi negli occhi.
"Allora, voglio che tu sappia, che io ci sarò sempre, se tu me lo permetti vorrei starti vicino ora più che mai, voglio tornare ai bei tempi in cui eravamo felici, in cui tu eri felice, ti prometto che insieme la ritroviamo quella felicità, che cercherò tutti i giorni di fatti sentire come meriti, che se ti trovi mille difetti ora, te lo ricordo io quanto tu sia speciale, scusami se non l'ho fatto già da prima, se ti ho trattata come un coglione, perdendoti mi sono reso conto di ciò che avevo e ti giuro che non voglio accada di nuovo"
Annuisco.
"Però questo non serviva, lo sai" gli dico indicando l'anello.
"Lo so, ma volevo riiniziare da zero" mi sorride infilandomelo al dito.
Mi appoggio al suo petto e lo abbraccio.
"Mi sei mancato" gli sussurro.
Stiamo un po' così, abbracciati, ascoltando il suo cuore battere.
"Dovremmo andare Mario" gli dico quando ormai è tardi e Celeste è uscita già da scuola.
Annuisce, si veste e mi accompagna a casa.
Rimane a pranzo con noi, si siede affianco a me e cerca di convincermi a mangiare.
Metto qualcosa sotto i denti mentre lui mi tiene sott'occhio per non sentirlo polemizzare.
Faccio i piatti mentre lui aiuta Celeste con i compiti, ordina la pizza per cena cercando di riuscire a farmi mangiare ma lo liquido dicendo che ho mangiato troppo a pranzo.
"Troppo?" Mi guarda ridendo.
"Mario non rompere il cazzo ti prego"
Non vedo l'ora di tornare al lavoro così lui non può controllarmi.
Rimane a dormire con noi, Celeste si addormenta tra di noi togliendomi l'imbarazzo di stare sola con lui a cui palesemente non piaccio più.
Quando mi sveglio lui non c'è.
Mi ha lasciato un bigliettino sul comodino dicendomi di essere in studio.
Ho qualche dubbio ma lascio perdere.
"Ti amo" sull'altro lato del foglietto, con un cuore enorme affianco.
Lo metto da parte e sveglio Celeste per portarla a scuola, ma la madre di Mario mi dice di riposarmi e di stare tranquilla perché a scuola la porta lei.
Mi siedo sul divano per lavorare su un articolo finché non mi suonano alla porta.
Come apro mi ritrovo un mazzo di fiori enorme che il tipo che me li ha portati nemmeno riesce a tenere in mano.
Lo aiuto e lo ringrazio prima di trovargli un vaso.
"Stasera ti va di venire a cena con me? -Mario"
Alzo gli occhi al cielo e quando si presenta a casa declino l'invito.
"Ho mangiato abbastanza a pranzo, non ho fame"
"Davvero? Che hai mangiato?"
"Insalata" mento.
"E lo chiami abbastanza?"
"Mario smettila!" Me ne vado in camera.
Quando Mario viene in camera con Celeste e si stende accanto a me me ne vado in salotto e mi addormento sul divano.
Mi sveglio e nessuno è in casa, mi metto a lavorare, finalmente domani torno in ufficio, quando torna Mario e cerca di parlarmi lo liquido dicendo che ho da fare ma a pranzo diventa insistente.
"Cazzo Mario smettila ho da fare!"
"Devi mangiare"
"Chi sei? Mia madre? Anzi no, a lei nemmeno frega niente di me!"
"Sai che ti dico? Fai quello che cazzo ti pare, ma se continui così nemmeno Celeste avrà più una madre a cui fregherà qualcosa di lei! Perciò vedi di ragionare prima di fare cazzate"
"Smettila di dirmi quello che cazzo devo fare"
"No invece! Perché devi respingere le persone che ci tengono a te? Smettila! Sono qui per te, qualunque cosa di cui tu abbia bisogno, sai che puoi contare su di me, ma cazzo se non vuoi farlo per me fallo per tua figlia"
"Ma perchè insisti tanto? Trovati la prima stronza che vuoi così almeno te la scopi e stai zitto dato che a quanto pare nemmeno ti piaccio più, inutile che mi guardi schifato e che stai con me soltanto perché ti faccio pena"

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