Scappo via e cammino senza una meta per queste strade che mi ricordano tanto la mia adolescenza, ma che sembrano così distanti da me ormai.
Cammino di fretta, come se avessi un appuntamento a cui non posso mancare, ma la verità è che non so dove andare, mi sento sola, ormai ho chiuso con la vita qui e qualunque cosa mi ricorda quanto mi sentissi stretta queste vie e queste persone.
Mi ritrovo nel mio posto preferito senza nemmeno rendermene conto.
Attraverso la spiaggia per sedermi a riva da sola, non c'è nessuno e nonostante ciò mi sento al sicuro qui, la solitudine per una volta non mi fa paura.
"Non dovresti stare qui tutta da sola" sento una voce dietro di me, che interrompendo la quiete del silenzio intervallato dalle onde del mare, mi fa sobbalzare, ma riconosco subito.
Mario si siede affianco a me.
"Mi hai seguita?" Gli dico quasi risentita, anche se in realtà mi fa piacere che sia qui.
"Certo, non si può stare un attimo tranquilli con te"
"Non è vero"
"Si invece, guarda dove ti vieni a cacciare, potevi beccare qualche pazzo... non puoi farmi stare in pensiero così"
"Si certo, come se ti importasse, se la facessi finita sarebbe meglio per entrambi"
"Non lo dire neanche per scherzo"
"È la verità" fisso l'orizzonte.
"Non credo, non nego che averti intorno è davvero uno stress, non so mai dove ti caccerai, se dovrò proteggerti da un maniaco, se dovrò costringerti a smettere di bere, se mi basterà farti ragionare, ma mi piace la vita movimentata" ride abbracciandomi.
"Sei fredda" mi dice togliendosi la felpa e mettendomela sulle spalle.
"Non ce n'è bisogno" sorrido mentre cerca di scaldarmi.
"No infatti, stai solo congelando" scherza.
"A volte sei impossibile, che nervi quando non voglio darti corda e tu cerchi di farmi ridere a tutti i costi, io vorrei solo tenerti il muso e invece no..."
"Lo so che non ci riesci" ride stringendomi.
"Hai ragione" mi appoggio alla sua spalla.
"Sai qui ci venivo sempre quando ero piccola" gli dico dopo una pausa.
"Davvero?" Mi bacia la fronte.
Annuisco.
Gli racconto ricordi del passato e lui mi ascolta con attenzione, mi sento meglio, condividere cose con lui mi fa stare bene.
"Mi fa piacere che ti sia aperta così con me" mi sorride quando lo guardo, alla fine del mio racconto.
"Non mi avevi mai detto queste cose"
"Sono il mio passato, nemmeno Nicolò le sa, da quando mi sono trasferita ho rimosso tutto"
"Ti fa male tenere tutto dentro"
"A volte mi dispiace nausearti con i miei pensieri, ho paura di stancarti"
"Non mi stancherei mai di te..." mi prende il viso tra le mani per guardarmi negli occhi.
Mi sporgo verso di lui e strofino delicatamente il naso al suo.
Sorriso prima di avvicinarmi di nuovo e baciarlo dolcemente.
Mi sorride e mi bacia ancora, mi sdraio sulla sabbia attirandolo a me e dopo poco ci ritroviamo a farlo lì.
Nonostante la sabbia, mi ricordo quanto sia bello il contatto col suo corpo, sentirlo dentro di me, genere contro le sue labbra e lasciarmi andare tra le sue braccia forti che mi stringono facendomi sentire al sicuro.
"Ti amo" mi sussurra con il respiro affannato "Ricordatelo sempre"
"Anche io" gli dico malinconica.
"Domani ripartiamo, ti porto via da qui" sorride stringendomi.
"No... è ok... hai ragione sui miei, dovrei impegnarmi un po' di più..."
"E io un po' di meno... non voglio perdere te per piacere a loro"
"Ma no... dovrei apprezzare il tuo sforzo, io li avrei già mandati a fanculo"
"Per te questo ed altro piccola"