Tutta colpa sua

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MARIO'S POV
"Cazzo no Lol rispondimi!" Mi precipito su di lei quando la vedo per terra priva di sensi.
Chiamo subito un'ambulanza mentre cerco di risvegliarla ma lei non dà segni di vita.
Vado in panico, non me lo perdonerei mai se le succedesse qualcosa, è stata colpa mia, le ho proposto io di fare questa gita ed ero io alla guida, mi sento in colpa, lei è tutto per me.
La portano in ospedale e dopo aver sbrigato le denunce con la polizia mi precipito da lei.
Mi dicono che è in coma, che ha sbattuto la testa forte e che aveva diverse ossa lesionate.
Quando chiedo del bambino mi rispondono che non ce l'ha fatta, che sarebbe stato impossibile salvarlo.
Mi crolla il mondo addosso, mi siedo affianco a lei piangendo mentre le tengo la mano.
Vederla così, indifesa in quel letto di ospedale enorme circondata da macchinari che la tengono in vita mi fa malissimo.
Avverto mia madre e mi faccio passare Celeste inventandomi una scusa.
Le dico che io e Lol staremo fuori per un po' e quando mi chiede di salutarle la mamma quasi crollo.
Chiudo la chiamata e riprendo il mio posto affianco a lei, non riesco ad allontanarmi, ho paura che mentre mi distraggo possa accaderle altro.

I giorni passano e io quasi non chiudo occhio, è quasi una settimana che siamo qui e lei non accenna a risvegliarsi.
Mentre sono nel bagno sento la porta della sua stanza aprirsi.
Ci metto poco a capire che sia Nicolò quando inizia a parlarle.
"Cazzo scusami... pensavo ci fosse soltanto Mario su quella moto quel giorno, non avrei mai voluto fare del male a te, e invece lui sta bene e ti ho quasi ammazzata ti giuro non era mia intenzione, ho pensato che se non ci fosse stato lui tu saresti tornata con me, se non avessi incontrato lui ora staremmo ancora insieme, forse Celeste sarebbe stata nostra figlia, avremmo avuto una famiglia, è tutta colpa sua se non sei più nella mia vita, ma piccola io ti amo, ti prego perdonami"
Quasi non ci vedo più dalla rabbia.
Vorrei tornare di là da Lol e cacciarlo ma non riuscirei a mantenere la calma, vorrei ammazzarlo con le mie stesse mani ma adesso voglio pensare a lei e con lui farò i conti dopo, mi ha tolto quello che poteva essere mio figlio e lei adesso è ridotta così per colpa sua.
Fortunatamente ci pensa un'infermiera a cacciarlo per una visita.
"Sì me ne stavo giusto andando" le risponde prima di lasciarle da sole.
Quando finalmente non c'è più nessuno torno in camera da lei.
La guardo sperando che si svegli, non riesco a pensare che sia stata colpa sua, più ci penso e più la rabbia sale dentro di me.
Mi siedo di nuovo accanto a lei, le accarezzo il viso, mi manca, mi manca da impazzire, mi manca parlarle, voglio abbracciarla, voglio dirle quanto la amo, voglio dirle che non fa niente, che se ha perso il bimbo non è un problema, che ci riproviamo mille altre volte e che lei è la donna della mia vita, ma non posso, mi fa male vederla così, pensare che sarei potuto essere io al suo posto e sarebbe dovuto essere così, ci sarei dovuto essere solo io, invece lei sta male per colpa mia, avrei potuto salvarla.

Non so quanto io abbia dormito, mi ritrovo con la testa sul suo materasso mentre mi sento accarezzare i capelli.
Mi volto di scatto e la vedo che mi guarda sorridendo timidamente.
"Cazzo scusami! Mi sono addormentato" urlo dalla felicità baciandole la fronte.
Corro a chiamare i medici, mi fanno uscire e mi dicono di lasciarla riposare e non forzarla a parlare.
Quando torno dentro mi siedo di nuovo accanto a lei, stringe debolmente la mia mano e prova a dirmi qualcosa ma la rimprovero e la convinco a riposare ancora un po'.
"Non me ne vado" le sussurro portandomi la sua mano al viso baciandola "sono qui, ti amo, non ti lascerei mai da sola"
Mi sorride chiudendo gli occhi.

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