MARIO'S POV
Torno a casa e non la trovo.
Chiamo mia madre sperando sia lì o sia andata a riprendere Celeste ma mi dice che non l'ha vista.
La sua macchina non c'è, le sue cose nemmeno.
Mi viene in mente di chiamare Nicolò che mi risponde in modo stranamente gentile.
"No guarda non so dirti, non la sento da tantissimo"
"Nicolò ti prego se la senti o viene da te dimmelo, non sta bene"
"Si tranquillo, se la vedo o se so qualcosa ti dico"
Lo ringrazio e chiudo.
Scendo e faccio un giro per il quartiere in macchina finché non mi viene in mente di andare a casa di Alessandro.
Passo sotto casa sua, mi ricordo questo posto da quando l'ho salvata.
Non sarebbe così assurdo da parte sua tornare da lui, specialmente ora.
Vedo la sua macchina e cerco parcheggio per andarla a prendere.
La incontro nell'atrio mentre sta chiamando l'ascensore.
Non si aspetta di trovarmi lì, per cui appena mi vede rimane sorpresa.
La fulmino con lo sguardo mentre la tiro via per un braccio e la porto nella mia macchina.
Cerco di trattenermi per non urlarle contro o alzare le mani ma lei con aria di sfida si diverte a farmi perdere la pazienza.
"Che c'è? Che te ne frega? Avresti dovuto ringraziarmi! Se mi avesse ammazzata ti avrei tolto il disturbo di dirmi che vuoi mollarmi senza farti avere i sensi di colpa"
"Stai zitta che è meglio" gli rispondo freddo.
Continua a punzecchiarmi e quasi non rispondo più delle mie azioni.
"Stai zitta ti ho detto" le urlo.
Si rintana in sé stessa e non mi parla più.
Mi fermo davanti ad un hotel, scarico i suoi bagagli e dò la mia carta alla hall.
"Dopo questa non ti ci voglio più vedere a casa mia" le dico portandole i bagagli in camera.
"Ma chi cazzo ci vuole stare con te Mario! Non mi serve uno a cui fare pena! Che non vuole starci con me ma si sente in colpa a lasciarmi! Non mi serve cazzo! La nostra relazione ormai è finita da tempo, non ci serviva questo per farci allontanare! Dovresti ringraziarmi ora a casa puoi portarci chi cazzo ti pare senza il peso di una stronza che non ti piace più e che hai fatto l'errore di sposare"
"La finisci con questa cazzata? Vai avanti con questa storia da mesi ormai! Non me ne frega un cazzo del tuo vittimismo se avessi voluto lasciarti l'avrei fatto già! Ho fatto di tutto per te e secondo te l'ho fatto per sensi di colpa? Non voglio essere ringraziato ma cazzo un minimo di riconoscenza! Tu non sai che cazzo voglia dire il rispetto per le persone"
"Non so cos'é il rispetto? Se ci tenevi a me non ti mettevi a flirtare con una stronza in ufficio mentre dicevi di aspettare me, ti ho visto cazzo, a fare il viscido con quella come se fossi single" inizia a lanciarmi l'anello che le ho dato l'altro giorno e la fede.
"Smettila di fare la bambina cazzo" perdo la pazienza e non rispondo più delle mie azioni, la prendo per la felpa e la sbatto contro il muro per bloccarla.
"La devi smettere di farmi sentire una merda per una cazzata, la devi smettere di dare per scontato cose assurde, era una mia amica che conosco da anni ormai, non c'è mai stato nulla! Mai! Secondo te come cazzo ho fatto a farti avere quel cazzo di lavoro che ti piace tanto? Dovresti ringraziarmi e dovresti ringraziare lei invece che vedere del marcio ovunque e rovinare tutto con le tue insicurezze del cazzo"
"Mario scusami, calmati" mi prende il viso tra le mani e mi bacia.
"No cazzo non mi calmo" la faccio cadere sul letto.
Ci spogliamo a vicenda frettolosamente, ho bisogno di scaricare la rabbia e per un attimo non penso nemmeno al motivo per cui per tutto questo tempo ho evitato di farlo con lei.
Non la bacio, la scopo come se non me ne fregasse di lei, la faccio voltare, la afferro per i fianchi e le spingo il viso contro il materasso sculacciandola forte prima di affondare dentro di lei con un colpo deciso facendola urlare dal piacere misto a dolore.
Non riesce a trattenersi e più la sento gemere e più accelero scaricando la tensione.
Viene tremando sotto le mie spinte e cerca di spostarsi pregandomi di smettere ma la blocco e continuo finché non vengo anche io dentro di lei.
Mi sdraio affianco a lei che esausta allo stremo delle forze nemmeno riesce a spostarsi dalla posizione in cui l'ho lasciata io e mi accendo una canna.