Capitolo 1619

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B: ehy...

Papà si volta subito,smettendo di digitare sulla tastiera del suo computer: avrà trovato per forza qualcosa da fare in modo che io e mamma potessimo scegliere il mio vestito senza dover sentire i suoi commenti da padre protettivo.

B: come mai qui? Se è per dei vestiti troppo scollati o corti,no: dì a tua madre di non pensarci nemmeno.

Em: no,non è questo.

Mi metto a ridere per il modo buffo con il quale ha appena parlato: mi trasmette dolcezza quando fa così,perché alla fine per quanto potesse fare il geloso,non è mai stato quel tipo di padre che mi vieta di vestirmi come voglio. L'ho sempre amato proprio per questo: mi ha lasciata sempre libera.

Em: io... volevo farti una domanda.

B: ok. - mi fa segno di andarmi a sedermi davanti a lui - Cosa vuoi sapere?

Em: riguarda la cena.

B: ah.

Non credo si aspettasse che sarei andata da lui per questo a giudicare dalla sua espressione sorpresa. Mi metto seduta leggermente più in avanti,precisamente sul bordo del divanetto disposto contro la parete per potergli essere più vicina. Lui però si alza dalla sedia di fronte a me e viene a sedersi direttamente di fianco a me sul divano.

B: dimmi pure.

Em: beh... mamma mi ha detto che Colin te lo ha chiesto.

B: sì,un paio di giorni fa. Ho apprezzato molto che lo abbia fatto e in effetti non me lo aspettavo.

Em: tu cosa gli hai risposto?

B: beh andrai con lui,quindi non credo ci voglia molto a capirlo.

Mi guarda con un sorriso che io non aspetto a ricambiare. Il suo sguardo mi fa capire anche che indipendentemente dalla sua risposta,non mi avrebbe mai obbligata a seguire la sua decisione come sempre. Avevo ovviamente capito che fosse stato d'accordo,ma vorrei saperne di più.

Em: questo lo so papà,ma è stato un sì a cuor leggero? O un sì per rendermi felice e che però ti fa preoccupare?

Papà continua a guardarmi per qualche secondo con un piccolo sorriso accennato sul viso,poi sospira e mi abbraccia. Non mi aspettavo un gesto del genere e francamente,per quanto mi faccia piacere abbracciarlo,non ne capisco il motivo. Si allontana poi,accarezzandomi la guancia.

B: non credo smetterò di preoccuparmi per te nemmeno fra trent'anni.

Em: quindi non eri convinto?

B: perché mi fai tutte queste domande? Mi fa piacere che tu possa avere una serata normale senza nessun tipo di impedimento.

Em: perché mi importa sapere cosa pensi davvero papà. Ho bisogno di saperlo.

Non so cosa mi abbia fatto venire all'improvviso la voglia di parlare con lui. Dopotutto sono mesi che io e Colin stiamo insieme e fin dai primi momenti abbiamo preso le cose sul serio per quanto possibile,quindi credo che questa cena,ufficializzi in qualche modo la cosa.

B: non ci ho pensato molto a dire il vero. Lo sai che non mi è mai importato cosa pensasse la gente,tenevo soltanto al fatto che tu finissi almeno la scuola per una questione di correttezza.

Em: vuoi farmi credere che non gli hai fatto nessuna raccomandazione?

B: può sembrarti strano,ma no. Non per quello almeno.

Em: e per cosa?

B: oh... niente. Dicevo per dire tesoro.

Em: però mi sembra strano che Colin ti abbia chiesto il permesso. Insomma so che vuole sempre fare le cose per bene come dice lui,ma alla fine è una cena.

B: sì... è solo una cena.

Papà sorride,ma dietro alle sue risposte mi sembra di leggere dell'insicurezza,come se non mi stesse dicendo tutto. Non capisco se si tratta di questo o solo del fatto che tema ci possa essere qualcosa di più tra me e Colin.

Em: papà sei sicuro che vada tutto bene quindi? Non ti sei mai tirato indietro dal dirmi quello che pensi.

B: non lo faccio infatti. Penso che Colin sia davvero un bravo ragazzo: è responsabile,intelligente e da quanto ho visto ti tratta come meriti.

Em: lo ha sempre fatto: non credo di aver mai trovato nessuno che mi rispetta come lui.

B: di sicuro se fosse stato il contrario,non avrei mai accettato di...

Em: di?

B: beh.... che fosse il tuo fidanzato.

Ora ho la certezza che papà sia davvero strano: possibile che il pensiero di una serata con Colin lo confonda tanto però? In fondo con tutte le volte che ho passato la notte da Colin,non dovrebbe preoccuparsi: non ci serviva di sicuro una serata fuori per andare oltre. Si schiarisce la voce,prendendomi poi la mano.

B: io ti voglio troppo bene tesoro. Fosse per me ti terrei qui a casa con me fino alla fine dei miei giorni,ma non posso.

Em: papà...

B: aspetta. - mi fa segno di non parlare - Vedo come ti luccicano gli occhi quando sei con lui e vedo il modo in cui Colin ti guarda: quelli sono gli occhi con cui io ho sempre guardato la mamma.

Mentre parla,le sue labbra si stendono in un sorriso: non mi aveva mai detto queste cose. Mi aveva sempre detto che i ragazzi con cui ero stata,non mi meritavano perché non mi guardavano con quegli occhi,ma non si era mai davvero espresso su me e Colin in questo modo. Per me desiderava il meglio e non posso non essere contenta che per lui Colin lo sia.

Biondo ed Emma - Ricordati di ... 9Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora