A: dovrei licenziarla?
T: non avrebbe problemi a trovare un altro lavoro visto le sue doti,anche se economicamente non le servirebbe nemmeno.
A: non toccherà l'eredità di sua madre: ha voluto tenerla per i ragazzi.
T: non parlo di quella. Non abbiamo di sicuro bisogno di soldi,quindi non la manderesti a vivere sotto un ponte.
Quello che dice è giusto perché in questi anni il nostro lavoro ci ha davvero permesso di vivere molto bene. Inoltre anche se non fosse stato così,le nostre famiglie sono benestanti. Quando sua madre è morta a novembre per una malattia,le aveva anche lasciato una grande somma di denaro che Isabella aveva voluto depositare in un fondo per Matías e Adele,nonostante io non fossi d'accordo.
T: ascolta,domani passi?
A: dipende: se ho i ragazzi,sto con loro.
T: ok,ma...
Mentre mi sta parlando,sul computer di bordo dell'auto appare una chiamata in attesa e il caso vuole proprio che sia proprio Isabella. Sapevo che mi avrebbe telefonato entro qualche ora per accordarci sui ragazzi,ma non pensavo proprio adesso.
A: Tobie ho Isa in linea,ti faccio poi sapere ok?
T: va bene,ciao. Stai tranquillo mi raccomando.
Mi limito a fare un piccolo versetto per annuire alle sue parole e mi affretto a chiudere la sua telefonata. Isabella è ancora in attesa ed è strano perché di solito dopo due squilli,chiude e devo sempre richiamarla io.
A: eccomi,scusa l'attesa ma ero al telefono con Tobie.
I: ok. Ti chiamo per i ragazzi: ti va bene venire a prenderli per le 17:00?
A: sì. Ora sto andando a pranzo dai miei,una volta finito vengo a casa.
I: no... li lascio in ufficio,io devo andare via.
A: pensavo andassi a lavorare oggi.
I: no... ho avuto un imprevisto.
La sua voce è strana perché solitamente il suo tono è molto secco quando parla con me. Io ero andato in ufficio giovedì e venerdì perché avevamo accordato che lei sarebbe andata questo weekend,in modo da avere un fine settimana libero ciascuno.
A: quindi te li devo riportare domani mattina o...
I: no,anche domani sera,anzi sarebbe meglio direttamente lunedì.
A: quale imprevisto ti occupa due giorni?
I: devo renderti conto dei miei spostamenti?
A: no,ma se non potessi tenerli? Come faresti?
I: Alex non è difficile da capire: vuoi stare con loro bene,non vuoi fa lo stesso. Mi arrangerò.
Tutte le volte gira la cosa a suo favore,facendo passare la sbagliata idea che io non voglia stare con loro. Sono solo curioso di sapere cosa può averle fatto cambiare i piani,considerato il fatto che ci eravamo messi d'accordo in quel modo per il lavoro.
A: li porto lunedì a scuola io allora.
I: grazie.... - rimane in silenzio per un paio di secondi - Ti farò trovare tutto quello che gli serve.
A: va bene.
I: saluta i tuoi genitori.
A: sì.
I: ciao.
A: ciao.
La sua freddezza ormai non ha quasi più alcun effetto su di me,ma devo ammettere che fa sempre male e faccio fatica a ricordare come siamo arrivati a questo punto. Nel giro di cinque minuti arrivo a casa dei miei e prima di scendere,mando un messaggio a Tobie per dirgli che questo weekend lo avrei passato a casa. Prima di scendere,mi passo una mano nei capelli e solo ora noto che fuori c'è anche la macchina di Colin ed Emily. Non sapevo che fossero qui anche loro,ma immagino che i miei non me lo abbiano detto apposta: non sono di grande compagnia da qualche mese a questa parte e quindi avranno voluto farmi una sorpresa. Potrei entrare senza problemi,visto che ho le chiavi,ma come da abitudine suono il campanello. Ad aprire viene papà che,come mi vede,mi da una pacca sulla spalla,salutandomi e facendomi segno di entrare.
B: ti stavamo aspettando.
A: beh eccomi qui.
Mentre percorriamo il breve corridoio d'ingresso,diretti verso la cucina,vedo Colin seduto su uno degli sgabelli con Liam in braccio. Mamma e Emily non ci sono quindi deduco siano di sopra con Leah.
C: ehy,chi si rivede.
A: ciao Col. Ciao anche a te piccoletto.
Mi avvicino a Colin per salutarlo e poi subito dopo sposto lo sguardo su mio nipote. Paradossalmente mi rende felice notare come in questi mesi,nonostante la mia vita si stia sempre di più rovinando,tutto stia andando avanti comunque. Mi siedo di fianco a lui,mentre mio padre prende una birra dal frigo,aprendomela e mettendola sul tavolo.
A: grazie.
C: come stai?
A: altra domanda?
B: nessun cambiamento?
A: nulla di nulla. Ormai credo non ci sia più niente da fare.
C: non dire così...
Mi limito a lanciargli un'occhiata abbastanza eloquente: apprezzo il suo voler pensare positivo,ma non è una discussione di un momento quella che abbiamo avuto. È mesi ormai che sono iniziate le nostre litigate e sono anche tre mesi che me ne sono andato di casa. Bevo un sorso,passandomi poi la mano sugli occhi.
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Biondo ed Emma - Ricordati di ... 9
ChickLit- SEQUEL - Simone ed Emma ormai sono grandi,così come i loro figli. Hanno dovuto fare i conti con le loro scelte e le hanno accettate,sostenendoli. La loro famiglia è più solida che mai,ma è sicuramente destinata a diventare sempre più grande. Come...