Capitolo 1775

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X: signorina? - cerca il mio sguardo - Si sente bene?

Em: io non capisco... mi ha sempre riferito che stava bene e che negli ultimi giorni era migliorato anche se poco.

X: beh... penso che non abbia voluto preoccuparla.

Em: lo vedevo stanco e debole,ma non lo sembrava così tanto.

X: mi dispiace,se non fossimo in queste circostanze le cose sarebbero senza dubbio diverse.

Normalmente avrei potuto venire qui da lui tutti i giorni senza problemi e verificare con i miei occhi. A causa delle norme di contenimento adottate per questo virus però,non mi era stato possibile e avevo dovuto accontentarmi di un cellulare. Inoltre i medici erano pochi e tutti assorbiti da questa emergenza,quindi non avevo neppure potuto avere un contatto diretto con lui: era Colin a riferirmi tutto.

Em: ora come sta?

X: non bene,mi dispiace. Oggi sta leggermente meglio di ieri e ancora non ha avuto bisogno di respiratore,ma non posso darle buone notizie.

Em: non ci sono altre cose che potete provare?

X: certo,ma non possiamo essere troppo invasivi vista la sua debolezza fisica. Ci vorrà più tempo del previsto.

Em: starà bene però? Vero?

Il dottore si limita ad accennarmi un piccolissimo sorriso per poi però riportare gli occhi sul suo computer. Non ci vuole molto a capire che non vuole promettermi nulla che poi non si riveli vero,ma lo capisco: in questi mesi avranno dovuto dare molte notizie come queste.

X: stamattina gli abbiamo somministrato gli ultimi farmaci,ma poi aspetteremo qualche giorno per ricominciare.

Em: posso vederlo?

X: non si potrebbe a quest'ora.

Em: la prego,ho bisogno di parlargli.

X: è sicura? Io credo che prima cosa dovrebbe prendersi un minuto per elaborare tutto.

Annuisco debolmente,rimanendo con lo sguardo fisso verso un punto del muro. In questi giorni mi sono preoccupata tanto per lui,ma le sue parole mi rincuoravano e speravo che finalmente sarebbe tornato a casa da me. Scoprire che mi ha nascosto tutto non è di sicuro un colpo facile da incassare.

X: vado a prenderle alcuni moduli da firmare prima di andare da suo marito. Intanto beva un po' d'acqua.

Si alza in piedi e velocemente mi riempie un bicchiere di acqua,prendendola dal piccolo distributore nell'angolo della sala. Prendo il bicchiere,ringraziandolo e guardandolo poi uscire dalla porta che abbiamo qui di fianco. Sono molto arrabbiata in questo momento,ma non la classica rabbia. Questa è diversa. Oltre alla rabbia,si unisce la paura e l'agitazione e tutto si sfoga nelle solite lacrime che iniziano silenziosamente a rigarmi il viso. Non posso credere che stia capitando proprio a noi,così come alla fine a tante altre persone: è brutto da dire,ma ci sono persone cattive che se lo meriterebbero senza dubbio più di Colin. Senza nemmeno accorgermi del passare del tempo,il dottore ritorna e si siede davanti a me quindi mi affretto ad asciugarmi le lacrime.

X: si sente meglio?

Em: insomma... ma non si preoccupi.

X: senta,mi dispiace averle detto tutto così. Non immaginavo che lei non sapesse la verità.

Em: non è colpa sua.

X: va bene... - mi sorride - se non le dispiace,dovrebbe firmarmi questi moduli.

Mi passa una biro e,dopo aver dato una rapida letta,firmo i tre fogli che mi ha messo davanti. So che posso fidarmi,ma credo che d'ora in poi dovrò "vedere" io stessa come stanno le cose,per evitare altre brutte sorprese. Il dottore mi spiega brevemente in che cosa consisterà la nuova cura che gli sottoporranno e spero davvero che funzioni.

Em: posso chiederle una cosa?

X: assolutamente.

Em: e se anche questi farmaci non avessero effetti positivi?

X: non credo sia il caso di pensare già negativo.

Em: ma se fosse così? Lui potrebbe...

X: non ci sono certezze con questo virus e ogni persona reagisce diversamente. Potrebbe anche rimanere in queste condizioni,senza per forza peggiorare.

Le sue parole non sono quelle che avrei voluto sentire perché aveva fatto un grande giro per dire che in breve non sarebbe quasi sicuramente migliorato. Il fatto che però sia stanco e debole non mi fa stare meglio e mi toglie anche molta speranza.

Em: posso vederlo adesso?

X: lui non sa che l'ho fatta venire qui e il fatto che lei abbia saputo...

Em: non mi interessa,io devo vederlo.

X: capisce che però non potrebbe: abbiamo degli orari molto rigidi in questo periodo e avremmo dovuto preparare tutto per farvi comunicare.

Può sembrare assurdo,ma per permettere a chi veniva in visita di vedere i propri cari,venivano preparate tante cose: alcuni indossavano le tute bianche che coprivano l'intero corpo,altri entravano in stanze pressurizzare e disinfettate. È uno scenario surreale. Le due volte in cui sono venuta io,mi sono dovuta mettere ogni tipo di protezione. Non posso pensare di non vederlo proprio ora che sono qui a pochi passi da lui. A causa di questa nuova terapia non mi aveva nemmeno telefonato e mi manca da morire.

Em: la prego... - lo guardo negli occhi - io ho bisogno di vederlo,cerchi di capire.

X: io la capisco e mi creda,vorrei poterla accontentare,ma dobbiamo pensare alla sua salute anche e a quella dei suoi figli.

Em: posso anche parlargli attraverso il vetro,va bene ma la prego....

Non riesco a dire altro perché la voce mi si spezza e gli occhi tornano a produrre tante fastidiose lacrime. Odio farmi vedere in questo modo dalle persone che non conosco,ma quando si tratta della mia famiglia è difficile controllare le mie emozioni.

Em: devo vedere come sta,voglio vederlo con i miei occhi. Sono giorni che non lo vedo di persona e...

X: e le manca.

Em: la prego: aspetterò se vi serve tempo per preparare tutto,ma non mi mandi via senza vederlo.

X: va bene,va bene. Alla fine se si trattasse di mia moglie,muoverei le montagne pur di vederla. Inoltre ho anche io un bambino piccolo e posso immaginare...

Em: la ringrazio,veramente tanto.

Biondo ed Emma - Ricordati di ... 9Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora