Capitolo 1777

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Em: tutto ok? Vuoi che chiami qualcuno?

C: no,loro li vedo tutti i giorni. Rimani qui tu,sto bene non preoccuparti.

Em: è quello che mi hai sempre detto,ma io avrei preferito la verità Colin.

C: ti hanno detto tutto eh?

Em: purtroppo sì.

So benissimo il perché non mi abbia voluto dire nulla,non ci vuole molto a capirlo. Tuttavia sono "arrabbiata" perché non era nelle condizioni di affrontare tutto da solo e per quanto potesse fare male,io avrei voluto stargli vicino.

Em: prima o poi lo avrei saputo comunque,non credi?

C: lo so,ma speravo comunque il più tardi possibile.

Em: perché non me lo hai detto?

C: ti amo Em,è stato più forte di me.

Em: lo so e ti amo anche io,ma....

Non riesco a finire di parlare perché,guardandolo negli occhi,torno a piangere. Qualsiasi intendo cade,quando realizzo che sono innamorata dell'uomo migliore del mondo: sono fortunata ad avere una persona che mi ama così tanto.

C: amore...

Em: non avresti comunque dovuto nascondermi le tue vere condizioni... - continuo a piangere - mi manchi...

C: anche tu,ogni minuto.

Mi ero ripromessa che mi sarei trattenuta dal piangere tanto davanti a lui: so che non sopporta vedermi stare male,soprattutto per lui e l'ultima cosa che voglio è farlo sentire ancora peggio. Anche lui infatti,vedendomi così,ha gli occhi lucidi e la voce rotta.

Em: adesso come ti senti?

C: bene.

Em: la verità...

C: è la verità amore. - mi sorride - Vederti è un sogno: non avrei potuto avere cura migliore.

Em: vorrei tanto che fosse così.

Contraccambio il suo sorriso che però nasconde una sfumatura di rammarico: per quanto io lo ami e lo veda sempre meraviglioso,non posso negare che stia tutto tranne che bene. Sono sempre stata abituata a vederlo in forma,mentre ora ha perso un po' del suo vigore insieme a qualche chilo soprattutto.

C: non piangere Em per favore... odio vederti così.

Em: ho paura...

C: non devi amore mio,io non ti lascio.

Fin da quando lo avevo conosciuto,avevo riconosciuto in lui una grande capacità: riusciva a fare suonare vere le cose più assurde. Quando poi esprimeva il suo amore per me,rendeva convincente ogni cosa,come se i suoi sentimenti potessero oggettivamente vincere tutto. Fa ancora una smorfia di dolore,ma che sembra andare via subito.

C: come stanno i bambini?

Em: bene,ma gli manchi tanto.

C: lo spero perché a me mancano da morire.

Em: chiedono sempre di te. - gli sorrido - Quando ho detto a Leah che saremmo venuti da te,si è andata a mettere davanti alla porta.

C: sono qui?

Em: sì,credo li porteranno qui tra un po'.

Gli occhi che prima aveva lucidi,ora lo tradiscono facendogli scendere qualche lacrima. So quanto tiene a me e ai nostri figli e posso solo immaginare la sofferenza che prova nel non poterli vedere e peggio non poterli stringere. Non serve che mi dica nemmeno quello che sta pensando perché lo so benissimo.

Em: amore stanno bene. Gli manchi da impazzire,ma stanno bene.

C: bene. - si asciuga velocemente le lacrime - E tu? Come stai? La tua famiglia tutto ok?

Em: mamma sempre il solito,mi ha chiamato stamattina papà: non è facile per nessuno. Ho sentito anche i tuoi.

C: anche io,mi dispiace anche per loro.

Gli sorrido soltanto perché ho ormai collegato tutto e lo capisco. I suoi genitori non avevano potuto venire qui a causa di lei vari blocchi,ma li sentivamo entrambi spesso. Quando parlavamo di Colin,sia a me che a loro aveva detto di stare bene.

Em: glielo dirò con molta delicatezza,ma non ci dobbiamo preoccupare perché tu starai bene molto presto.

C: Em...

Em: no,Colin. Tu starai bene.

Mi bruciano gli occhi,ma trattengo le lacrime: vorrei anche io poter far risultare vere certe parole,ma a differenza sua non ce la faccio. Cerco comunque di essere il più decisa possibile,riuscendo a non farlo ribattere.

C: non mi hai risposto però.... tu come stai?

Em: mi manchi Col,mi manchi così tanto.

C: lo so,anche tu... mi dispiace.

Em: non è giusto però: tu non te lo meriti.

C: voi non ve lo meritate...

Riprende ancora una volta a tossire. Sapevo che si sarebbe sentito ancora più in colpa di quanto lo si sente già nel vedermi stare male: farebbe qualsiasi cosa pur di evitare a me e ai bambini questa situazione.

Em: Colin devi essere positivo però.

C: lo sono,ma... devo pensare anche a cosa accadrebbe se le cose andassero male.

Em: hai detto che non mi lasci e quindi non ci pensare nemmeno.

C: sono contento che tu sia qui,anche se ora sei arrabbiata.

Em: non potrei mai esserlo con te.

Lo osservo mentre mi sorride perché sa che in una circostanza normale mi sarei arrabbiata tanto. Difficilmente riesco ad esprimere davvero quello sento e solo con lui mi sento libera di farlo,ma questa volta so che lo farei stare male,quindi trattengo ogni cosa.

C: devo dirti alcune cose...

Em: in che senso?

C: sei la cosa più bella che abbia avuto dalla vita,tu e i bambini.

Em: Col lascia perdere,ok? Non ti permetterò di iniziare un discorso di addio.

C: Emily per favore,ascoltami.

Raramente mi chiamava con il mio nome intero perché mi chiamava quasi sempre amore o semplicemente Em. Quando lo fa,è perché è davvero serio e anche se non vorrei,devo ascoltarlo.

Biondo ed Emma - Ricordati di ... 9Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora