Capitolo 1694

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Mi sollevo di poco con la schiena per liberarmi dalla maglietta,ma poi è Gaia a fare un passo verso di me,precedendo Colin. Mi aiuta a sollevare la maglietta,fino sotto al seno,abbassandomi anche l'elastico dei pantaloncini. Mi limito a sorriderle per ringraziarla: anche con piccoli gesti come questi,non perde mai occasione per dimostrarmi quanto mi vuole bene. Marco attacca delle piccole ventose ai lati della mia pancia,mettendo poi nella zona sotto l'ombelico il solito gel freddo. Prendo la mano di Colin quando alla sensazione di quel gel si aggiunge una contrazione.

M: faccio veloce non preoccuparti.

Annuisco,voltandomi verso lo schermo per vedere l'immagine dei miei bambini. Mi basta guardarli un attimo per tranquillizzarmi,così mi volto poi verso Colin e Gaia. Lei si sta stringendo al suo fianco,sembrandomi abbastanza serena. A differenze delle altre volte Marco non dice nulla,ma si limita a finire il suo controllo,dando a Colin la carta per pulirmi. Anche lui ha colto come me questo silenzio da parte di Marco e la sua espressione seria non ci fa sentire molto meglio.

M: vai pure di là a metterti il camice.

C: qualcosa non va?

M: nulla di preoccupante. Esco un secondo e torno subito da voi.

Ci sorride,provando a trasmetterci sicurezza,ma ormai so che qualcosa non va. Lo conosco da tempo,in modo specifico da qualche mese,e non l'ho mai visto eludere così le nostre domande,anzi era sempre ben contento di dirci come la gravidanza stesse procedendo bene.

C: vieni andiamo di là che ti aiuto.

G: io vi aspetto fuori,così intanto chiamo mamma.

C: ok. Non ti allontanare troppo però.

Gaia annuisce alle parole di Colin,uscendo dalla sala. Colin mi aiuta a scendere dal lettino,accompagnandomi nel piccolo camerino nell'angolo della sala. Credo abbia intuito la mia preoccupazione,vedendomi silenziosa. Mi aiuta a togliermi la maglietta e i pantaloncini,infilandomi poi il camice.

C: amore devi stare tranquilla.

Em: come faccio? Hai capito anche tu che qualcosa non va.

C: sì,ma se fosse qualcosa di davvero grave a quest'ora non saremmo qui con il tempo di parlare.

Em: ho paura Colin.

Non so se mi fa più male il dolore fisico che sto provando ora o il dover ammettere di avere paura: difficilmente sono in grado di dirlo,ma temo che possa capitare qualcosa di brutto che non posso tenere sotto controllo. Colin mi da un bacio sulla fronte,portandomi tra le sue braccia: so che pur essendo preoccupato anche lui,cerca di essere forte per me.

C: amore non succederà nulla di grave,te lo prometto. Devi rimanere tranquilla.

Em: ma se...

C: nessun se. - si allontana,prendendomi il viso tra le mani - Entro stasera avremo i nostri figli tra le braccia e saranno bellissimi,proprio come te.

Mi accarezza la guancia,avvicinandosi per baciarmi e nel momento in cui sento le sue labbra sulle mie,mi scende una lacrima che avevo fatto di tutto per trattenere. Colin me la asciuga con il pollice,rimanendo appoggiato con la sua fronte alla mia.

C: non avere paura amore: io sono qui e finché ci sarò,ti giuro che non vi capiterà nulla di male.

Il modo in cui marca la parola "giuro",mi fa quasi credere che il suo amore possa davvero proteggerci da tutto. Da sotto il camice,mi sgancio il reggiseno,dando tutto a Colin e prima di uscire,gli rubo un altro bacio. Mentre io mi vado a sedere su una delle poltroncine,Colin va a sistemare i miei vestiti nel borsone.

Em: guarda che Gaia sia qui fuori per favore.

C: certo. Tu stai tranquilla però.

Lo sento venirmi dietro e darmi un bacio tra i capelli per poi uscire a controllare: mamma e papà sarebbero arrivati a breve,ma vorrei almeno avere l'animo in pace per quanto riguarda Gaia,visto quanto le piace prendere iniziative strane anche se credo che oggi sia troppo in pensiero per me per farlo. Dopo qualche secondo vedo Colin rientrare,accompagnato da Marco.

C: Gaia è qui fuori: è al telefono con tuo papà.

In fondo sapevo che non si sarebbe allontanata,ma averne conferma mi rende più tranquilla. Colin viene a sedersi di fianco a me,prendendomi la mano mentre Marco va a sedersi alla sua scrivania,guardando i fogli che ha in mano: ne riconosco solo alcuni e sono i miei tracciati.

M: allora per prima cosa devi rimanere rilassata e non agitarti: i bambini stanno benone.

Em: c'è un ma lo so.

M: so che ti eri preparata ad un parto naturale,ma non sarà possibile.

Em: perché?

M: purtroppo sono entrambi in posizione podalica e l'unica opzione è un taglio cesareo.

Negli ultimi due mesi almeno uno dei bambini era sempre stato nella classica posizione cefalica,ovvero con la testa verso il basso pronti per il parto. Sapevo che ci sarebbe potuta essere la possibilità che cambiassero posizione,ma il parto avrebbe potuto comunque essere possibile fino a quando almeno uno si sarebbe trovato nella posizione giusta.

Em: quindi devo per forza? Non c'è la possibilità che uno dei due si giri in un paio di ore?

M: potrebbe succedere,ma ti si sono rotte le acque e non è un bene aspettare troppo.

C: è l'unica scelta che rimane quindi?

M: possiamo anche aspettare,ma se arriviamo alla dilatazione massima e i bambini rimangono girati,è un problema.

Em: un grande problema.

M: la decisione è vostra,ma da medico devo dirvi che il cesareo è la via più sicura per tutti e tre.

Io e Colin ci voltiamo a guardarci e lui stringe ancora di più la mia mano nella sua: avevo capito che qualcosa non andava,ma non pensavo questo. È proprio la verità quando dicono che se qualcosa va bene,è troppo bello per essere vero.

M: vi lascio qualche minuto per discuterne da soli,ma vi ho detto quale a livello medico sia la scelta più giusta.

Sposta lo sguardo prima su di me e poi su Colin,alzandosi e uscendo dalla sala. Non è che sia una questione di vita o di morte,ma non ci aspettavamo di sicuro di dover fare una scelta del genere dopo esserci preparati per mesi a tutto un altro scenario.

Biondo ed Emma - Ricordati di ... 9Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora