I: io ho amato il fatto che fossi speciale Alex,come l'ho sempre amato in Matías.
A: non abbastanza allora,se volevi che cambiassimo.
I: io lo volevo perché non rischiaste di finire in ospedale ogni due settimane.
A: e lo capisco,ma restava comunque una scelta nostra. Se non facessi questo lavoro,mi sentirei morto.
L'ospedale lo avevamo visto spesso tutti noi,forse io qualche volta in più rispetto agli altri perché se c'era un problema,preferivo essere il primo a pagarne le conseguenze. Tuttavia abbiamo sempre avuto la capacità di uscire da tutte le situazioni,anche le più difficili. Scherzando Lewis mi diceva sempre che "ci sarei rimasto" una volta o un'altra,ma non mi ha mai fatto paura la cosa. Usare la mia intelligenza,calcolare,testare è quello che amo fare: il mio lavoro mi fa sentire vivo. Abbandonandolo,avrei davvero perso me stesso e non lo avrei potuto fare per nessuno,nemmeno per lei.
I: io non vi ho mai potuti capire giusto? Perché non sono come voi,la colpa è mia?
A: ma cosa c'entra ora? Pensi che mi sia mai importato se non sai calcolare sette variabili in una volta? Cavolo Isa io ti ho sempre amata per come sei.
I: come hai detto tu non abbastanza evidentemente: mi serviva stabilità e sicurezza e tu non sei riuscito a darmela.
A: hai ragione: se avessi dovuto lasciare il mio lavoro per dartela,probabilmente sarei arrivato ad odiarti. Preferisco continuare ad amarti invece,anche se ormai non serve più.
Per quanto potessimo discutere e incolparci,davanti a me vedo sempre la donna che avevo scelto di amare per tutta la vita. Se lei mi dicesse di amarmi ancora,tornerei con lei anche adesso senza pensarci un attimo. Rimaniamo entrambi in silenzio a guardarci,distogliendo poi lo sguardo l'uno dall'altra.
A: comunque... se volevi dirmi del tuo nuovo ragazzo,sappi che non ci sono problemi.
I: io... volevo anche dirti che la prossima settimana vorrei che lo conoscessero.
A: scusa,ma da quanto va avanti?
I: un mese più o meno.
A: ci sei già andata a letto?
I: ma che domanda è! Non sono tenuta a risponderti!
A: non è che mi interessano i dettagli,ma è per sapere se lo hai portato a casa nos... beh a casa.
I: no,non è mai venuto a casa.
Prima di rispondermi ha esitato: credo abbia capito che in questo momento doveva usare solo un po' di delicatezza. Quella era sempre stata la nostra casa,fin dal primo giorno che avevamo iniziato a vivere insieme e il pensiero che lei avesse anche solo banalmente potuto fare l'amore con un altro nel nostro letto,mi fa male.
A: non voglio che lo conoscano.
I: come scusa?!
A: pensavo di averlo detto chiaramente,ma te lo ripeto: non voglio che lo conoscano.
I: e perché?
A: perché come tu hai deciso per loro,ora lo faccio io: sono il loro padre dopotutto.
I: vedi che sei ingiusto? Lo stai facendo per vendicarti su di me.
Continua a non capire il mio punto di vista come sempre: io voglio che lei sia felice,ma non voglio che ai miei figli venga presentata una persona nuova. Almeno non prima che diventi una cosa davvero seria.
A: Matías può decidere da solo ormai,non lo obbligo a fare nulla: se vuole conoscerlo,è libero di farlo. Adele no però.
I: quale sarebbe la differenza?
A: ascolta non mi interessa,questo è. Adele non conoscerà quel tipo,fino a quando non potrà essere consapevole delle sue scelte.
I: sai essere infantile anche,non lo sapevo.
A: no,sono come te. Tu ti preoccupi che non si spezzi il braccio,io preferisco che non le si spezzi il cuore.
Quando l'avevamo adottata era davvero piccola,quindi non può di certo ricordarsi di tutte le persone che si saranno alternate davanti ai suoi occhi,ma non avrei permesso che dopo aver conosciuto qualcuno,fosse costretta a salutarlo.
I: va bene,come vuoi tu. A questo punto spero tu ci sarai la settimana prossima a firmare.
A: non ti voglio di certo obbligare a restare legata a me.
I: non avrebbe dovuto andare così.
A: io ho fatto il possibile.
I: nessuno di noi ha fatto il possibile.
A: io l'ho fatto.
È inutile che lei provi a togliersi ogni responsabilità: in questi mesi avevo sperato che qualcosa sarebbe potuto cambiare,ma così non è stato. Avrei potuto mandarla via e proteggere i miei sentimenti,ma ho sempre lasciato a lei la libertà di decidere se continuare o no a lavorare qui. Sarei passato sopra a tutto quello che in questi mesi ci siamo sputati addosso,ma ora che è andata avanti non mi resta altro da fare. La prossima settimana avremmo dovuto andare a firmare le carte del divorzio,un passo da cui non avremmo potuto tornare indietro.
I: mi dispiace Alex.
A: mai quanto a me.
I: come fai ad amarmi ancora? Dopo tutto quello che è successo? Dopo quello che ci siamo detti?
A: non lo so... io ti amo e basta.
I: beh... dovresti smetterla. Io ho smesso tempo fa.
Non mi serviva che lo dicesse perché lo avevo capito da tante piccole cose,ma sentirmelo dire così è un bel colpo. Sono sempre stato abbastanza forte,ma se lo sono è per la mia capacità di aggrapparmi alla logicità. Isabella mi sta guardando,forse consapevole di aver scagliato il colpo finale. Mi limito a prendere le chiavi della macchina,che avevo appoggiato sulla scrivania.
A: stammi bene.
Non alzo nemmeno lo sguardo e,senza aspettare un altro secondo,esco dall'ufficio andando dritto a casa per prendere i ragazzi. Avrei volentieri evitato questo ennesimo faccia a faccia,ma non sono arrabbiato con Emily: ha fatto bene ad avvisarla. Dalla prossima settimana sarò in tutto per tutto un uomo single e cercherò di fare l'unica cosa giusta che ha detto Isabella: smettere di amarla... o almeno provarci.
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Biondo ed Emma - Ricordati di ... 9
ChickLit- SEQUEL - Simone ed Emma ormai sono grandi,così come i loro figli. Hanno dovuto fare i conti con le loro scelte e le hanno accettate,sostenendoli. La loro famiglia è più solida che mai,ma è sicuramente destinata a diventare sempre più grande. Come...