Capitolo 1689

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G: non sono molto brava ad accettare compromessi: per esempio non sarei capace di sopportare sempre papà come fa la mamma.

Em: nemmeno io,ma quello non è sopportare. - le sorrido - Prendi Colin per esempio: lui è fissato con la palestra,mentre io la odio.

G: appunto,io voglio qualcuno che ami quello che amo io.

Em: può darsi che lo troverai,ma non sono quelle le cose importanti su cui essere d'accordo.

G: lo so: tu ami zio Colin comunque,ma io mi conosco e non ce la farei.

Em: aspetta a dirlo: anche io non avrei fatto tante cose prima di incontrarlo.

Se penso a prima di conoscere Colin,mi ricordo che non era nei miei piani l'idea di una famiglia prima dei trent'anni e,così come Gaia,pensavo di volere una persona esattamente come me quando invece nel mio caso si è trattato di opposti che si sono attratti.

G: se esistesse un piccolo Colin della mia età forse...

Em: sei nata troppo tardi mi dispiace.

G: già... - mi sorride - anche uno come papà non sarebbe male.

Em: ma se hai detto che non lo sopporteresti come fa mamma?

G: vabbé,ma papi è papi: alla fine mi andrebbe bene comunque perché fa tutto quello che gli chiedo.

A tratti papà poteva diventare davvero insopportabile,ma l'unica a saperlo prendere davvero fino in fondo era mamma. Vero è anche però che ci bastava andare da lui e dargli un bacio per fargli andare bene qualsiasi cosa volessimo fare.

Em: ti dispiace appoggiarmi questo sul tavolino?

G: no dammi.

Ho finito finalmente di mangiare,ma non mi va nemmeno di muovermi e allungare le braccia. Per fortuna che c'è Gaia,così le do la mia ciotola e lei la appoggia subito nel tavolino di fronte a noi.

G: vuoi qualcos'altro da mangiare?

Em: no,sono a posto grazie.

G: sicura? Zio Col ieri mi ha detto che ha comprato quella cioccolata che ti piace tanto.

Em: lo so l'ho vista,ma per ora sono piena: magari la mangio dopo.

G: come vuoi. Dopo posso andare ad allenarmi un po' di là?

Em: certo,vai tranquilla io devo sistemare alcune cose.

Quando avevamo preso questa casa,ci eravamo accertati che avesse un paio di stanze in più e si era rivelata una scelta utile perché,oltre a riuscire a fare la camera dei bambini,avevamo una camera in più e un'ulteriore stanza in cui Colin aveva "allestito" una vera e propria sala di allenamento. Non aveva sempre il tempo di andare in palestra e quindi aveva pensato a questa soluzione. C'è un tapis roulant,una panca per gli addominali e anche la postazione pesi,oltre che tanti piccoli attrezzi. L'unico motivo per cui sono stata d'accordo nel farla,è stata l'idea di passare per il corridoio e poterlo vedere mentre si allena a torso nudo. Per il resto non ho mai toccato un attrezzo in tutti questi anni e ho intenzione di continuare così.

G: che devi fare?

Em: beh lavare queste cose,andare a fare i letti e riordinare un po'.

G: allora ti aiuto.

Em: ma va,ce la faccio da sola: non devo fare una maratona. - le sorrido - Ne approfitto che Colin non c'è,altrimenti non mi farebbe muovere un dito.

G: ma lui dice che non devi fare sforzi.

Em: ti svelo un segreto: siamo donne e decidiamo sempre noi alla fine. Siccome i bambini sono dentro la mia pancia,decido io.

Gaia mi guarda,accennando una risata: la premura di Colin era adorabile e non posso non amarlo per questo,ma a volte era troppa. È vero che faccio fatica a fare certe cose,ma con i miei tempi posso fare tutto perché non sono malata.

G: se ti succede qualcosa poi se la prende con me.

Em: ma figurati: cosa vuoi che mi succeda? Non posso di certo cadere dalle scale.

Un'altra cosa fondamentale di cui avevamo tenuto conto prima di prendere casa erano proprio le scale. Avevo vissuto per anni in una grande casa a due piani bellissima,ma era stata un'agonia dover sempre fare delle rampe di scale tutti i giorni. Motivo per cui il nostro è un grande appartamento interamente su un piano per di più a piano terra.

G: va bene,ma se ti serve una mano chiamami.

Em: sì. Vai subito?

G: ora vado in bagno poi comincio.

Em: mi raccomando: non fare cose che non ti riescono perché non voglio che ti fai male.

G: non preoccuparti,faccio solo un po' di corsa e qualche addominale tutto qui.

È abituata ad allenarsi,ma con i ritmi e le modalità adatte ad una ragazzina di 12 anni. Di là Colin ha impostato alcuni programmi innanzitutto da uomo e per di più da adulto,quindi non voglio che le venga l'idea di strafare.

Em: ascolta devo fare una lavatrice,hai qualcosa da lavare?

G: credo la roba di ieri,ma è sintetica la faccio lavare a mamma dai.

Em: no dammela pure: devo lavare alcune magliette che usa Colin quando si allena.

G: va bene,grazie. Prima di andare in bagno,vado a vedere.

Em: beh metti tutto quello che hai nella lavatrice e poi ci penso io.

Gaia mi ringrazia ancora,dandomi un bacio per poi alzarsi e andare di là. Piego un po' il collo per sgranchirmelo e,dopo aver raccolto tutte le mie forze,mi decido ad alzarmi. Prendo tutto quello che abbiamo usato e lo porto in cucina,quando vedo sbucare Gaia.

G: ho messo tutto. Vado in bagno poi inizio: chiamami se ti servo,ok?

Em: tranquilla,vai.

G: ok.

Lavo quelle poche cose che abbiamo usato per la colazione,riordinando anche tutta la cucina e la tavola. Vado poi a rifare il letto della camera in cui ha dormito Gaia e poi in camera nostra. Se Colin mi vedesse fare tutte queste cose,mi legherebbe ad una sedia pur di farmi stare seduta,ma sento il bisogno di muovermi un po'. La musica che ha acceso Gaia mentre si allena mi fa compagnia e tra una cosa ed un'altra che ho da fare il tempo passa. Una volta finito,Gaia è andata a farsi la doccia e io mi sono messa a preparare qualcosa per pranzo,anche se Colin arriverà tra un paio di ore. Sto controllando la padella,quando avverto Gaia dietro di me.

Biondo ed Emma - Ricordati di ... 9Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora