Capitolo 1723

349 22 1
                                    

Matías Pov's

Saranno le due di notte e purtroppo non riesco a chiudere occhio. Mi giro e mi rigiro nel letto senza riuscire a trovare una posizione giusta e,come se non bastasse,il mio cervello non vuole saperne di spegnersi. Solitamente mi addormento pensando a dei teoremi o cose del genere,ma ora non riesco a pensare ad altro che a papà. Dopo qualche anno mi fa sempre e comunque un po' strano chiamare Alex così,ma non perché non riesca a vedere una figura paterna in lui. Da quando ho iniziato a lavorare con lui e gli altri,mi hanno sempre trattato come se fossi un loro coetaneo e quindi quando ho dovuto "cambiare",è stato bizzarro. Quando sono solo con lui,lo chiamo sempre con il suo nome,così come mamma ma nei miei pensieri mai. Credo che la forza dell'abitudine vinca sui miei sentimenti perché sono davvero contento di averli come genitori. Quando è venuto a prendere me e Adele oggi,papà era strano. Da quando lui e mamma hanno iniziato a litigare lo è stato sempre,ma oggi molto di più. Credo di sapere il motivo,ma papà non ha voluto parlarne ed io ho rispettato la sua volontà. Immagino sia la curiosità di sapere come sta davvero a non farmi dormire. Decido quindi di alzarmi per andare a prendere qualcosa in cucina: mangiare mi concilia il sonno. Passo davanti alla stanza di Adele e do un'occhiata visto che papà ha lasciato la porta socchiusa. Sta dormendo come un ghiro,persino con il braccio che penzola fuori dal letto: non mi poteva capitare sorella più strana. Socchiudo meglio la porta per non rischiare di svegliarla e vado in cucina. Apro e chiudo il frigorifero due volte prima di decidere cosa mangiare e alla fine opto per un semplice pacchetto di cracker. Normalmente mi sarei buttato su dei dolciumi,ma da qualche mese a questa parte non mi servono più molti zuccheri. Le uniche energie che spendo con il mio cervello sono per delle stupide equazioni di secondo grado. Sapevo farle già a sette anni,ma ho promesso a mamma di essere un normale ragazzo di 17 anni,quindi mi tocca accontentarmi della scuola "normale". Presi i miei cracker,torno in stanza,ma noto che dalla porta della camera di papà esce un piccolo spiraglio di luce e che quando ero passato prima non avevo nemmeno notato. Non so di preciso che ore siano,ma è tardi per il lavoro e non aveva nulla da fare da quello che ricordo. Mi avvicino,provando ad origliare: prima di entrare voglio essere sicuro che sia sveglio perché magari si è solo dimenticato la lampada accesa. Non sento nulla per qualche secondo così faccio per andarmene,quando sento un piccolo rumore.

A: eppure dovrebbe reagire con il cloruro...

Spingo leggermente la porta,aprendola,e trovo papà con una mano tra i capelli che fissa il vetrino che ha messo sotto il suo microscopio. A quanto pare anche lui non riusciva a dormire e quando succede,si butta sul lavoro o in strani esperimenti. Non mi nota subito,molto preso com'è dall'annotare delle cose sul suo PC,così busso attirando subito la sua attenzione.

A: ehy...

M: posso?

A: certo,vieni pure.

Mamma mi avrebbe detto che a quest'ora bisognerebbe solo pensare a dormire,ma lui no: sa che quando le persone come noi non riescono a chiudere occhio,non c'è verso di farlo. Prendo una sedia,mettendomi vicino a lui e guardando rapidamente quello che ha scritto.

M: campioni di sangue?

A: alcuni test... a quanto pare fallimentari.

M: cosa vuoi testare?

A: la compatibilità dei gruppi 0 e A con alcuni elementi chimici per rafforzare le difese immunitarie dei gruppi B e AB.

M: e hai provato con?

A: cloruro,potassio,ferro,zinco e magnesio.

Gli chiedo con uno sguardo il permesso di controllare i risultati che ha ottenuto fino ad ora,così mi passa il PC e leggo tutto. Non capisco a cosa gli può servire ora questo test,che certamente ha una rilevanza medica molto importante,ma è chiaro che lo stia facendo per riempire il tempo.

M: non capisco perché hai provato certi elementi.

A: in che senso?

M: alcuni per definizione non legano con il plasma,che è la parte che poi andresti in teoria a trasferire.

Mi guarda abbastanza stupito,ma quello davvero sorpreso sono io: questo tipo di errore non è proprio da lui. Qui si parla di chimica di base e papà la conosce a menadito,quindi se ha sbagliato vuol dire che non aveva davvero la testa in quello che faceva.

A: hai ragione.

M: hai provato con il manganese?

A: manganese?

M: sì. Oppure il fosforo,il selenio,lo stronzio e... credo che poi rimanga solo lo zolfo.

A: cavolo... è vero. Aspetta che li segno.

Mi prende frettolosamente il computer dalle mani,segnando i nomi degli elementi che gli ho appena detto,ma quando sta per prendere il microscopio e avvicinarselo,io lo allontano. Non capisce il motivo del mio gesto,ma non credo che ottenere i risultati che spera,sia quello che vuole davvero adesso.

M: non penso che questo possa aiutarti.

A: e come farei altrimenti ad analizzare i campioni?

M: sappiamo entrambi perché sei qui adesso anziché a dormire.

Sa quanto sono sveglio e che non ci vuole molto per chiunque lo conosca un po',a capire che lui sta applicando il meccanismo di spostamento: si butta sul lavoro per non pensare. Mi guarda per un paio di secondi per poi fare un lungo sospiro e chiudere il portatile,senza però parlare.

M: è per Bella?

A: è per tutto.

M: vuoi parlarne?

A: non lo so... non dovrei parlarne con te.

M: e io non avrei dovuto aiutarti,ma facendolo scoprirai un modo di rendere autoimmuni le persone,senza usare ulteriori farmaci quindi...

Biondo ed Emma - Ricordati di ... 9Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora