J: allora? Mi farai questo onore o no?
G: no.
J: non pensavo avessi senso dell'umorismo.
G: è la verità: non voglio pattinare con te.
J: stai scherzando,vero?
Rimango seria,guardandolo per cercare di leggere nel suo viso quello che pensa e sembra davvero sorpreso. Quello che però mi lascia più senza parole,è cogliere nel suo essere sorpreso del dispiacere. Mi preparo a sentire una delle sue battute spiacevoli,ma lui si limita a riportare lo sguardo su di me.
J: beh... ti auguro un buon weekend allora.
Non mi guarda nemmeno negli occhi ed entra,andando subito verso gli spogliatoi. Non mi capita spesso di sentirmi in colpa per qualcosa,ma ora mi ci sento terribilmente soprattutto dopo quello che ho saputo da Roberta. Da un lato è quello che si merita per le parole che ha usato verso di me,ma... Dovrei soltanto prendere e andare a casa,ma qualcosa dentro di me mi costringe a restare e senza pensare rientro. Vado dritta verso gli spogliatoi e raggiungo quello maschile. Busso e ad aprirmi è un ragazzo che non ho mai visto.
G: dovrei parlare con una persona.
X: nome?
G: Jacopo.
Socchiude la porta,dicendo a voce alta che "una ragazza sta cercando un certo Jacopo" e inevitabilmente divento rossa: avrei potuto aspettare invece che precipitarmi qui. Dopo pochi secondi,arriva Jacopo che esce chiudendo la porta. Ha soltanto i pantaloni addosso e ancora una volta maledico me ed il mio istinto,tuttavia lui non sembra affatto in imbarazzo.
J: cosa vuoi?
G: mi dispiace.
J: non mi servono le tue scuse: so accettare un no come risposta.
Spero sia soltanto sulla difensiva in questo momento perché mi ha risposto in modo molto duro: posso capire che sia arrabbiato,ma non gli avevo promesso nulla e di sicuro lui non aveva messo le basi per ricevere un sì.
G: perché devi fare sempre così?
J: sei venuta per litigare? No,perché dovrei cambiarmi per l'allenamento,magari rimandiamo a dopo.
G: sei molto acido per avere 16 anni.
J: parli tu che... aspetta. Come sai quanti anni ho? Non te l'ho mai detto.
G: me l'ha detto Roberta.
Cerco di sembrare il più naturale possibile: ci manca solo che capisca che sono stata io a volermi informare. Rimaniamo per qualche lunghissimo secondo in silenzio e quando decido di parlare,dico quello che non avrei dovuto dire.
G: ho cambiato idea.
J: in che senso?
G: voglio pattinare con te.
J: se vuoi prendermi in giro,non ne ho proprio voglia.
G: sono seria: accetto.
J: ma mi hai detto due secondi fa il contrario.
G: lo so.
Ancora una volta rimaniamo in silenzio a guardarci abbastanza in imbarazzo: non so nemmeno io il perché ci sto ripensando,ma è come se dentro di me un'altra persona avesse preso il controllo su di me.
J: ascolta... non puoi cambiare idea ogni cinque minuti. Se accetti,non si torna indietro.
G: accetto.
J: perché? Cosa ti ha fatto cambiare idea?
G: io... non lo so.
J: perfetto... - alza gli occhi al cielo - senti,ora devo andare,ma... che ne dici se mangiamo qualcosa fuori così ne parliamo meglio?
G: oggi?
J: sì,faccio allenamento e andiamo.
Lo dice con grande naturalezza,ma io sono un tantino gelata: non avevo in mente di parlare tanto,figuriamoci di andare addirittura fuori insieme. Non è di certo la prima volta che vado fuori con degli amici,ma mi fa una strana impressione.
G: io non credo sia il caso...
J: ci fermiamo solo per parlare: credo che se sei davvero convinta di accettare,dovremo conoscerci un po'.
G: conoscerci? Io e te?
J: senti: rimani o no?
G: rimango.
J: allora siamo d'accordo.
Non mi da tempo di dire altro che mi chiude la porta in faccia,maleducato come sempre. Ero partita molto decisa e ho lasciato che il senso di colpa mi trascinasse in questo casino. Esco per prendere un po' d'aria e ne approfitto per chiamare mamma: se rimango fuori,vorrà senza dubbio saperne il motivo.
E: amore dimmi. Tutto ok?
G: sì mamma tutto benissimo tranquilla.
E: hai già parlato con Roberta?
G: sì...
E: cosa ti ha detto? C'è rimasta male,vero?
G: in realtà ho fatto un gran casino...
Le racconto tutto quello che è successo nei minimi dettagli: con mamma ho un rapporto molto bello e quando mi succede qualcosa,è la prima a saperlo. Si mette a ridere dopo avermi ascoltato,ma sapevo che lo avrebbe fatto.
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Biondo ed Emma - Ricordati di ... 9
Chick-Lit- SEQUEL - Simone ed Emma ormai sono grandi,così come i loro figli. Hanno dovuto fare i conti con le loro scelte e le hanno accettate,sostenendoli. La loro famiglia è più solida che mai,ma è sicuramente destinata a diventare sempre più grande. Come...