Emily Pov's
Venerdì 19/08/2050
Apro gli occhi a causa del cinguettio degli uccellini che proviene dalla finestra. Anche se è pieno agosto,Roma non sta vivendo un'estate molto torrida come al solito e questo ci permette di evitare l'aria condizionata e tenere quindi soltanto le finestre aperte. La prima cosa che vedo accanto a me sono i miei bambini: Liam con il suo ciuccio e Leah con la sua espressione leggermente buffa. Sono uno rivolto verso l'altra con la manina unita,come sempre d'altronde. Occupano il posto di Colin,come hanno fatto nelle ultime due settimane perché non me la sento di lasciarli da soli nella loro cameretta. Sicuramente lo faccio per non sentirmi da sola io per prima,ma anche per loro è un modo per sentirsi vicino al loro papà. Accenno un piccolo sorriso nel vederli dormire sereni come se fosse un giorno qualunque e senza fare rumore,mi alzo andando in bagno. Ormai eseguo quasi tutto come un robot,senza cambiare quasi niente della mia routine: da quando non c'è Colin mi sembra che sia tutto ingrigito,compresa io. Mi sento vuota e scarica,quando invece la mia personalità è sempre stata il contrario. Tuttavia ho i miei due amori da gestire,quindi come tutte le mattine chiudo tutto quello che sento dentro ad uno scomparto di me stessa perché non posso permettermi di essere debole. Vado in cucina e inizio a preparare la colazione,mentre guardo il notiziario per sentire le novità: non che si possa parlare di novità positive visto che ogni giorno la situazione si aggrava sempre di più. Speravamo tutti che quel maledetto virus se ne andasse e invece è diventato solo più forte. Tanti sono morti in questi mesi: nonni,genitori,fratelli e figli perché "quell'influenza" che sembrava colpire solo le persone più anziane,in realtà ha iniziato a colpire anche tutti gli altri. Solo una categoria può dirsi più sicura,anche se non del tutto,ovvero i bambini. Mi vengono gli occhi lucidi mentre guardo il servizio sulle persone che se ne sono andate ieri e non riesco a non pensare a nonna. Se ne era andata il mese scorso senza che potessimo nemmeno salutarla come si dovrebbe. L'avevano addirittura portata fuori Roma,tanto i cimiteri erano pieni. Mamma e zio Kurt erano distrutti perché non potevano nemmeno stare vicino a nonno e anche se hanno papà e zia Lauren,vorrei tanto però poter andare da loro o per lo meno vorrei poter andare da mamma e stringerla forte. Non posso però. Non ci è permesso muoverci se non per motivi davvero importanti. Mi siedo a tavola iniziando a mangiare qualcosa,anche se ormai non mi va giù nulla da giorni. Allontano i biscotti con una manata,abbassando lo sguardo nel momento in cui sento gli occhi diventarmi lucidi. La mia attenzione viene attirata dal mio cellulare che inizia a vibrare sul tavolo e nello schermo leggo "Papà". Mi passo velocemente le mani sugli occhi,facendo un respiro profondo prima di rispondere per non far trapelare il mio stato d'animo.
Em: ehy papà.
B: amore ciao. Ti disturbo?
Em: no,papà non disturbi mai.
B: avevo paura che stessi ancora dormendo.
Em: no,sono sveglia da un po' tranquillo.
Non so se ormai io,così come tutte le altre persone,possiamo considerarlo dormire: i primi periodi si poteva sperare di svegliarsi da un grande incubo,ma ora sappiamo tutti che dopo la notte ci aspetta una giornata uguale alla precedente se non peggiore.
Em: come sta mamma?
B: come sempre amore.
Em: mi raccomando papà....
B: non ti preoccupare,ci siamo io e tua sorella per lei.
Em: vorrei essere lì... mi mancate da morire.
B: anche tu amore,ma non fare così per favore.
Avevo già avvertito tristezza nella sua voce e,nel sentirmi sull'orlo di un pianto,il suo tono diventa ancora più rammaricato. Non siamo mai stati abituati a distanze così prolungate nel tempo: questo insieme a tutto il resto,sta trasformando la situazione in qualcosa di davvero insostenibile.
B: come stanno i bambini?
Em: bene per quanto possibile.
B: e tu tesoro? Come stai?
Em: mi manca papà....
Ancora prima di quanto mi aspettassi,la voce mi si spezza completamente e alle parole si sostituiscono dei singhiozzi. Ormai sono due settimane che Colin non è a casa con noi ed io non so quanto potrò ancora reggere la situazione.
B: ehy amore,non piangere.
Em: papà sono stanca....
B: lo so.
Em: non è giusto....
B: amore,mi fa male sentirti così non ne hai idea.
Anche la voce di papà ormai fa trasparire il fatto che stia piangendo. So benissimo che lui non può fare nulla per aiutarmi,ma è lui a soffrirne di più: per me farebbe qualunque cosa e il fatto di non potere far nulla,lo fa stare ancora più male.
B: lo hai sentito alla fine ieri?
Em: no... - mi asciugo le lacrime - la terapia durava due giorni e a questo punto credo che saprò qualcosa domani.
B: sono sicuro che andrà bene amore.
Em: lo spero,perché io non ce la faccio più senza di lui. Ho sempre paura che possa aggravarsi.
Colin aveva contratto il virus senza essersi nemmeno reso conto del come. Era uscito poche volte e quando lo aveva fatto era stato per andare all'università per prendere dei libri di cui aveva bisogno durante le video lezioni che teneva. Hanno scoperto che aveva il virus quando,durante un controllo mentre tornava a casa,gli hanno fatto un tampone. Hanno fatto il test anche a me e i bambini,ma a noi non aveva fatto in tempo a trasmetterlo. Era senza dubbio in una fase iniziale perché non aveva mai avuto sintomi,mentre era peggiorato nei giorni dopo. Non gli hanno nemmeno dato il tempo di tornare a casa che lo hanno portato in ospedale. In quel momento non avevo nemmeno potuto vederlo e da quando era stato ricoverato mi era stato permesso di andare ogni tre giorni. Questi perché gli ospedali erano diventati un via e vai di persone e dovevano gestire tutte quelle in visita. Ci era permesso sentirci tramite telefono sempre però e infatti io e i bambini gli parlavamo in questo modo. Era peggiorato nei primi giorni,tanto da andare in terapia intensiva,ma poi ne era uscito e mi aveva assicurato di stare molto meglio. Il medico mi ha sempre detto che lo tenevano monitorato e che la sua situazione era stabile,ma dopo i primi giorni ho sempre e solo parlato direttamente con Colin. Due giorni fa però mi ha detto che gli avrebbero fatto una terapia per provare ad eliminare quel virus del tutto e quindi non avrebbe potuto chiamarci.
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Biondo ed Emma - Ricordati di ... 9
ChickLit- SEQUEL - Simone ed Emma ormai sono grandi,così come i loro figli. Hanno dovuto fare i conti con le loro scelte e le hanno accettate,sostenendoli. La loro famiglia è più solida che mai,ma è sicuramente destinata a diventare sempre più grande. Come...