Lilia Pov's
Mercoledì 19/11/2042
Sono nel mio ufficio,intenta a correggere alcune bozze: ieri era la giornata in cui la casa editrice per cui lavoro,permetteva agli scrittori emergenti di mandarci i loro libri. Una volta a settimana le nostre caselle di posta si riempiono di moltissimi manoscritti più o meno lunghi e io devo ancora finire i miei. Quello che sto correggendo in questo momento è di un giovane ragazzo: si chiama Tommaso e ha 22 anni. Più che un libro,quello che ha mandato lui è un lungo saggio di 40 pagine. Devo mettere di essermi persa piacevolmente nel leggerlo perché è molto interessante,non tanto per la trama ma per il fatto che la storia sia narrata secondo il punto di vista di una ragazza. Nonostante qualche errore,il suo modo di entrare in così grande empatia con la mentalità femminile è molto profondo. Sono molti gli scrittori famosi che hanno fatto di personaggi femminili le protagoniste dei loro bestsellers,ma mi sorprende che questo ragazzo riesca a farlo così bene a questa giovane età. Se non sapessi che lo ha scritto lui,giurerei che queste parole siano uscite dalla mente di una ragazza molto sensibile. Il suono acuto del telefono del mio ufficio mi distrae a poche pagine dalla fine,rompendo un po' la magia che si era creata leggendo.
Li: sì?
F: ehy Lilia,ha chiesto la Di Stefano se passi da lei,prima di andare a casa.
Riconosco subito la voce di Francesca,l'addetta alla nostra segreteria. Il fatto che parli di andare a casa,mi fa cercare con lo sguardo l'orologio. Sono già le tre e mezza: quando mi leggo qualcosa di bello,perdo sempre la cognizione del tempo.
Li: va bene,grazie: venti minuti e sono da lei.
F: perfetto.
Riattacca ed io ritorno alla mia lettura. Nonostante il mio orario di lavoro sia finito,non me ne vado senza finire almeno questo manoscritto: non mi facevo mai problemi a restare oltre l'orario e di sicuro alla nostra nuova direttrice non dispiaceva affatto. Mi segno alcune delle correzioni da tenere a mente quando avremo contattato questo ragazzo per proporgli un contratto,perché lo avremo chiamato di sicuro. Spengo il mio computer e prendo tutte le mie cose,non dimenticando la lista su cui avevo annotato i manoscritti degni di nota. A noi editori veniva lasciata carta bianca,ma la direttrice doveva almeno approvarle. Esco dal mio ufficio,andando verso il suo: è esattamente come il nostro,forse leggermente più grande e si trova in fondo al corridoio. Arrivata davanti alla porta,busso ed entro quando la vedo attraverso la porta di vetro sorridermi e farmi segno di entrare.
Li: Francesca mi ha detto di dover passare da lei.
DiS: sì,vieni pure Lilia.
Li: ne ho approfittato per portarle la lista da approvare.
DiS: grazie mille,la guarderò ma mi fido della tua opinione quindi procedi pure.
Mi sorride prendendomi il foglio e posandolo poi sulla sua scrivania. Avevo adorato questa donna dal primo momento in cui era entrata nella nostra casa editrice. Circa sei mesi fa aveva sostituito la nostra vecchia direttrice,portando una boccata di aria fresca. La vecchia direttrice aveva preso alla lettera il suo ruolo,lasciando a noi editori davvero poco spazio decisionale. Inoltre ci dimostrava poca fiducia e anche poco rispetto: si prendeva sempre tutti i meriti,non apprezzandoci mai e umiliando anche gli editori junior solo per il fatto che fossero nuovi. La Di Stefano invece è una delle persone più carine che possano esistere: basta pensare che ha voluto un ufficio come il nostro proprio perché non voleva sentirsi troppo diversa da noi. Mi invita a sedermi,mettendomi davanti agli occhi un foglio.
DiS: avrei una cosa da proporti.
Li: mi dica.
DiS: vorrei affiancati uno dei nuovi giovani editori.
Li: ma da quello che so,hanno tutti un editore a cui fare riferimento.
DiS: sì. - mi sorride - Ho però deciso di assumerne un altro,considerati quanti progetti abbiamo sempre.
Li: in questo caso,credo sia un'ottima idea.
Anche in questo caso si era dimostrata una donna molto intelligente: la nostra casa editrice era una delle più importanti e il lavoro era davvero tanto,nonostante noi editori fossimo in molti. Quando erano arrivati i ragazzi nuovi erano stati distribuiti ad alcuni dei miei colleghi e purtroppo io non avevo avuto questa fortuna. Do un'occhiata da lontano al foglio: è il modulo di assunzione per gli stagisti.
Li: è sicura di volerlo affidare a me?
DiS: certo,senza dubbi sarà in mani capaci. La domanda è se tu sei disposta ad accettare,perché sei libera di non farlo.
Li: no,anzi: devo ammettere che avere un aiuto può solo che andarmi bene.
DiS: perfetto allora: ti farò sapere quando arriverà. Ora puoi andare e scusami se ti ho trattenuta.
Li: non si preoccupi: non sono comunque abituata a correre fuori appena finisce l'orario.
Amavo il mio lavoro e non avevo mai avuto alcuna fretta di uscire da qui a differenza di molti altri che,purtroppo,non vedevano l'ora di alzarsi e uscire. Inoltre da quando era arrivata lei,era di sicuro diventato molto più piacevole per tutti rimanere in ufficio.
DiS: hai dei programmi per oggi?
Li: alle quattro e mezza dovrei andare a prendere mia sorella,ma se le serve che rimanga ancora un po',posso avvertire.
DiS: allora non ti trattengo oltre.
Li: guardi che non sarebbe un problema: avrei dovuto trovarmi là con il mio fidanzato,quindi può portarla a casa lui.
DiS: non ti preoccupare. Ora che ci penso però,è proprio di lui che volevo parlarti.
Non sono molto sorpresa di questo: fin da subito avevo voluto dire,a lei come alla vecchia direttrice,della mia relazione considerato che Luis svolge la mia stessa funzione nella casa editrice rivale alla nostra. Non volevo che potesse pensare ad un conflitto di interessi,anche perché pur parlando di lavoro,non ci mettevamo mai i bastoni tra le ruote. Ci alziamo e,aprendomi la porta,mi fa segno di seguirla.
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Biondo ed Emma - Ricordati di ... 9
Chick-Lit- SEQUEL - Simone ed Emma ormai sono grandi,così come i loro figli. Hanno dovuto fare i conti con le loro scelte e le hanno accettate,sostenendoli. La loro famiglia è più solida che mai,ma è sicuramente destinata a diventare sempre più grande. Come...