Em: amore hai fame?
Li: titto....
Em: te lo preparo con i biscottini bianchi o al cioccolato?
Li: coccoato.
Gli do un bacio sulla sua guancia,ma quando accenno a metterlo seduto,lui si tiene a me. Non gli dico nulla e lo tengo semplicemente in braccio,anche se è più difficile così fare le cose. Con "titto" lui intende il biberon di latte caldo dove dentro gli sciolgo i suoi biscottini preferiti. Riesco a preparare tutto,coinvolgendolo e facendomi anche dare una mano. Prende poi il biberon iniziando a mangiare,così torno a sedermi: gli accarezzo i capelli mentre si appoggia con la testa a me. Era sempre stato molto bisognoso di contatto fisico,ma credo che questo suo starmi sempre attaccato sia dettato dalla paura: non stava con Colin da due settimane ormai e immagino tema di poter perdere anche me. Vorrei potessero stare con lui,perché per quanto noi possiamo soffrire della situazione,sono loro quelli che soffrono di più. Aspetto che finisca di mangiare e quando si stacca dal biberon,lo vedo sorridere.
Em: era buono amore?
Li: mh mh... - annuisce contento - accoa!
Em: ancora? Ma ne hai bevuto uno intero.
Li: accoa...
Em: non vorrai essere un mangione?
Li: sì.
Mi guarda con la sua faccina divertita,mettendosi a ridere quando inizio a dargli dei bacini nel collo per fargli solletico. Sa che quando chiede di mangiare ancora,io lo prendo in giro perché è un piccolo golosone proprio come me. Sentire la sua risata mi fa proprio tirare un sospiro di sollievo perché non c'è giorno in cui io mi chieda se sono brava abbastanza. Mi chiedo se sto facendo tutto il possibile per loro,se sto sbagliando qualcosa,se gli sto dando quello che gli manca,se come mamma vado bene. Metto Liam sul suo seggiolone e gli preparo un altro po' di latte e biscotti.
Em: mangia con calma però amore.
Li: mamma titto?
Em: no,grazie. Io ho già fatto colazione: è tutto tuo amore.
Mi avvicino per dargli un bacio sulla guanciotta,ma devo allontanarmi subito perché sento il cellulare squillare. All'inizio penso sia papà che,essendosi dimenticato di dirmi qualcosa,mi richiama. Quando però leggo "ospedale",mi si ferma per un istante il cuore. Nonostante questo,prendo il telefono e rispondo subito.
Em: pronto?
X: sono il Dottor Bruganelli. Parlo con la signorina Emily?
Em: salve dottore. Sì sono io,mi dica pure.
X: so che non era in programma,ma dovrei chiederle di venire qui.
Da un lato vorrei poter tirare un sospiro di sollievo,ma non posso perché non è di sicuro la chiamata che avrei voluto ricevere. Mi avevo detto che non potevo andare là se non per motivi gravi per non sovraffollare l'ospedale: il fatto che ora mi chieda di andare,mi preoccupa e non poco.
Em: certo,ma perché? È successo qualcosa a mio marito?
X: no,non si preoccupi. Vorrei però parlarle di come stanno procedendo le cose e degli effetti della terapia.
Em: va bene. Ho i bambini però.
X: non si preoccupi: sarà tutto molto sicuro.
Em: allora mi dia il tempo di prepararli e sarò lì.
X: faccia pure con comodo. La ringrazio.
Em: grazie a lei.
Chiudo la telefonata,ma sono molto confusa: se fosse successo qualcosa di grave,me lo avrebbe detto,tuttavia ho paura che qualcosa non stia andando nel verso giusto. Non è la prima volta che porto i bambini in ospedale,ma non mi piace molto che vedano quel posto. Liam continua a guardarmi,impegnato a mangiare.
Em: amore rimani qui tranquillo che vado a svegliare Leah?
Li: Leah nanna.
Em: lo so,ma devo svegliarla perché dobbiamo andare dal papà.
Li: papà? - mi guarda contento - Damo papà?
Em: sì amore. Aspettami qui.
Gli do un bacio sulla testa e dopo essermi accertata che sia tornato a mangiare,vado in camera mia per svegliare Leah. Solitamente è lei la prima ad aprire gli occhi,ma ieri sera si è addormentata tardi. Mi siedo sul bordo del letto,iniziando ad accarezzarle la guanciotta.
Em: amore... - le do un bacino sul naso - Leah...
Le do dei delicati bacini per farla svegliare in modo dolce e lentamente inizia ad aprire gli occhi. Ha un'espressione leggermente arruffata,ma molto dolce e buffa. Mi dispiace doverla alzare così,ma non potevo sapere che mi avrebbe telefonato l'ospedale.
Le: mamma....
Em: sì amore,sono io. Dobbiamo svegliarci.
Leah mi guarda abbastanza confusa e ne capisco anche il motivo. La prendo in braccio,coccolandola per farle capire che va tutto bene. Senza nemmeno il bisogno di dirlo,lei si lascia coccolare,ma poi mi guarda di nuovo.
Le: Liam no?
Em: Liam è di là che ci aspetta amore.
Le: apetta?
Em: dobbiamo andare dal papà.
Le: papà! Papà!
Anche lei,esattamente come aveva fatto Liam,inizia a sorridere tutta contenta e a scalpitare per scendere. Mi scivola via dalle braccia,andando fuori dalla camera con i suoi passetti veloci. La seguo fino a quando arriva in cucina e va poi vicino alla porta d'ingresso.
Le: papà?
Si volta verso me con quel suo faccino tenero e ancora una volta mi viene il groppo in gola nel vederla aspettare il suo papà: vorrebbe vederlo arrivare ed entrare dalla porta,ma non è così che andrà purtroppo.
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Biondo ed Emma - Ricordati di ... 9
Chick-Lit- SEQUEL - Simone ed Emma ormai sono grandi,così come i loro figli. Hanno dovuto fare i conti con le loro scelte e le hanno accettate,sostenendoli. La loro famiglia è più solida che mai,ma è sicuramente destinata a diventare sempre più grande. Come...