Capitolo 1638

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Li: salve.

X: oh ciao. Lilia giusto? La sorella di Gaia?

Li: sì,ci siamo visti un paio di volte.

X: oh lo so,scusami: è che è mia moglie quella brava con le facce.

Mi sorride,tendendomi la mano per salutarmi avvicinandosi anche per darmi due baci sulla guancia. Sicuramente sua moglie sarà nello spogliatoio con la figlia,ma ne approfitto per chiedergli come si è comportata Gaia.

Li: è andato tutto bene oggi?

X: certo,Gaia è un angelo e ormai lei e mia figlia vivono in simbiosi.

Li: lo so: sono molto legate. Quando vuole sua figlia può venire a casa nostra,per ricambiare l'ospitalità.

X: ne sarà sicuramente felicissima grazie.

Da quello che mi aveva detto mamma,nel giro di due mesi quelle due avevano legato molto,probabilmente per il fatto di condividere questo sport così particolare: non sono molte le bambine che fanno pattinaggio sul ghiaccio. In fondo al corridoio,vedo Luis uscire dallo spogliatoio con Gaia in un braccio e il suo borsone e lo zainetto nell'altro così saluto il signore e vado verso di loro.

Lu: amore finalmente.

Li: scusatemi c'era molto traffico.

Do un bacio a Luis per salutarlo per poi dare un bacio sulla guancia a Gaia: deve essere stanca visto che non sembra aver voglia di dire molto,inoltre ha la testa sulla spalla di Luis con un'espressione affaticata.

Li: sei stanca piccolina?

G: sì... abbiamo fatto tante cose oggi e poi ho anche fame.

Li: adesso andiamo a casa e chiediamo a papi di farti qualcosa solo per te ok?

Gaia si limita ad annuire muovendo la testa,mentre gliela accarezzo posandole un bacio tra i capelli. Vista la sua età avrebbe potuto scegliere uno sport più tranquillo,ma era questo quello che le piaceva. Faccio segno a Luis di darmi almeno lo zaino di Gaia,anche se non fa di certo fatica a reggere entrambi. Mi fa sempre piacere vederli insieme anche perché Luis è molto bravo con in bambini in generale.

Lu: Lilita stai bene?

Li: sì,tutto ok tranquillo.

Mi avvicino per dargli ancora un bacio sorridendo nel sentirlo chiamarmi così: amava storpiare il mio nome per creare tanti piccoli nomignoli dandogli una sfumature spagnola. Usciamo dal centro sportivo e mentre Luis fa salire Gaia in macchina,io carico il suo zaino.

Lu: guido io così ti riposi un po',perché ti vedo tra le nuvole.

Li: grazie.

Gli bacio la guancia,dandogli le chiavi della macchina per poi andare a salire dalla parte del passeggero: in effetti vederlo in quel modo con Gaia mi ha un attimo scombussolata. Lei non era abituata ad essere molto espansiva,ma quando era stanca si faceva prendere in braccio da chiunque,in più lo conosceva bene e quindi si fidava. Luis mette in moto,partendo ed io gli riservo un sorriso per non fargli capire di questo mio piccolo turbamento. Guardo poi Gaia dallo specchietto retrovisore.

Li: allora come è andato l'allenamento?

G: bene,sono stata molto brava perché ho fatto tutti gli esercizi.

Lu: ma?

Li: ma cosa? Cosa è successo?

Lu: la senorita ha dato una bella botta vero?

Li: ah si? Ti sei fatta male?

G: un po'... ho dato una bella culata come dice papi.

Sorride leggermente imbarazzata mentre dice quelle parole,facendo scoppiare a ridere me e Luis. Il suo sport prevedeva come legge non scritta di prepararsi psicologicamente a delle cadute,ma lei era comunque molto leggera e raramente si faceva davvero male.

Li: e a casa della tua amica?

G: abbiamo giocato,ma poco perché poi siamo dovute andare a pattinaggio.

Li: ti sei comportata bene?

G: sì,sono stata bravissima.

L'ultima parola la dice sillaba per sillaba facendoci ridere di nuovo. Sapevo che avrebbe avuto un ottimo comportamento,come sempre d'altronde,ma mi piace metterla alla prova perché a volte le capita di mentire per sembrare ancora più brava di quello che è. La vedo passarsi una mano sulla pancia,come fa tutte le volte che ha davvero fame.

Li: mamma non ti ha messo qualcosa da poter mangiare nel borsone?

G: sì...

Li: allora mangialo così non muori di fame,intanto che arriviamo a casa.

G: beh....

Lu: lo hai già mangiato vero?

Gaia si limita a sorridere e a muovere la testa su e giù: questa bambina è davvero tremenda. Faceva sempre di testa sua e nonostante questo riusciva sempre ad uscirne come la simpaticona di turno: ruffiana e furba come papà. Prendo allora la mia borsa,tirando fuori una delle mie barrette al cioccolato.

Li: tieni,mangia questa prima che ti brontoli la pancia.

G: mi dai anche il tuo cellulare? Così gioco un pochino?

Li: va bene.

G: grazie grazie grazie.

Le do anche il mio cellulare,mentre ha quasi già praticamente finito la barretta al cioccolato. Non era una bambina che amava molto la tecnologia,stranamente visto quanto già tutti i bambini della sua età la usassero,ma le piaceva molto un gioco uscito da poco. Ne approfitto del fatto che sia impegnata a giocare per parlare un po' con Luis,dato che non lo vedo da stamattina.

Biondo ed Emma - Ricordati di ... 9Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora