E: è un vero piacere conoscerti Jacopo.
J: il piacere è tutto mio,signora.
E: niente signora per favore: sono vecchia,ma non ancora tanto. Solo Emma.
J: va bene grazie.
Non distolgo gli occhi da papà che a sua volta non ha smesso di osservare Jacopo in ogni minimo movimento: lo fa sempre con chiunque per lui rappresenti un "problema",come se volesse studiarli. Jacopo sta aspettando che papà gli stringa la mano,così mi avvicino a lui dandogli un'impercettibile spinta da dietro. Mamma capisce,e nota,il mio gesto così mi viene incontro.
E: amore dovresti dire qualcosa.
G: esatto papà: sii educato.
Papà gira il viso verso di me,guardandomi con quella sua espressione che mi fa sempre ridere. Capisco che non si aspettasse che io potessi uscire con lui,ma dovrebbe sapere che è soltanto per motivi legati al pattinaggio. Si schiarisce la voce e finalmente stringe la mano di Jacopo.
B: è un piacere Jacopo.
J: grazie signore.
B: niente formalità: solo Simone e dammi del tu per favore.
E: anche a me ovviamente.
J: come preferite.
E: allora... com'è andata la serata ragazzi?
La domanda di mamma suona un po' strana perché gli ha dato senza volere una sfumatura leggermente romantica e non è proprio il caso,visto che papà già si starà facendo mille pensieri. Tuttavia riesce anche a donare un velo di leggerezza,quindi mi affretto a rispondere per non far tornare quel silenzio imbarazzante.
G: benissimo. Abbiamo parlato di come organizzare gli allenamenti.
B: dove avete cenato?
G: abbiamo mangiato sushi.
B: dove?
J: nella mia macchina.
B: in macchina?
G: gli ho chiesto io di non andare in posti affollati.
Conosco papà come le mie tasche e so dove voleva andare a parare con quella domanda. Per lui chiunque,amico o altro,doveva approcciarsi a me con molto rispetto e non avrebbe accettato che non fossi trattata con i guanti: da questo punto di vista,è davvero esagerato. Anche mamma ha capito ogni cosa e prima che possa intervenire papà,lo precede.
E: è stato molto carino da parte tua Jacopo.
J: dovevamo parlare degli allenamenti: non era importante il luogo.
B: sei stato gentile con lei questa volta o l'hai insultata?
G: papà!
B: che c'è? - gira il viso verso di me- La domanda è più che lecita.
A differenza di prima,questa volta la sua espressione non mi fa ridere per niente perché è molto serio. Apprezzo che voglia che tutti mi trattino come una "principessa",ma ora fa così solo perché sa che da oggi in poi ci alleneremo insieme. Jacopo però,non sembra affatto in difficoltà nel sentirsi porre quella domanda.
J: per questo ho voluto riaccompagnare a casa Gaia: volevo avere l'occasione per scusarmi di persona anche con voi.
E: Jacopo è molto gentile da parte tua,ma non è necessario.
B: invece lo è eccome: siamo tutto orecchi.
E: Simone per favore...
J: no,ha ragione. Quello che ho detto a Gaia ha offeso indirettamente anche voi e mi dispiace davvero: non penso nulla di quello che ho detto.
Mi viene da sorridere nel vederlo così dispiaciuto e lo ammiro molto,perché non è da tutti trovare il coraggio di chiedere scusa. Anche mamma lo guarda con il sorriso mentre papà è ancora abbastanza serio. Mi avvolgo allora attorno al suo braccio,prendendogli la mano per fargli capire in qualche modo di ascoltarlo e mettete da parte ogni tipo di astio.
B: va bene: accettiamo le tue scuse.
J: Gaia avrà modo di spiegarvi che è nato tutto da un equivoco,ma veramente non penso quelle cose né di Gaia né della vostra famiglia.
E: non ti preoccupare,è tutto risolto.
B: solo una cosa però.
G: papà non iniziare...
B: se vengo a sapere che tratti male ancora mia figlia in qualche modo,è finita ok?
Papà va dritto per la sua strada,parlandomi sopra nonostante io provi a fermarlo. Mamma mi lancia un'occhiata molto eloquente: anche lei sa che in questi casi non lo potrebbe fermare nessuno.
J: chiarissimo.
E: ancora grazie per averla riportata a casa.
J: era il minimo.
G: mi ha anche offerto la cena se dobbiamo dire la verità.
E: beh... un vero cavaliere,vero amore?
Mamma si appoggia al fianco di papà,mettendogli una mano sulla spalla e cercando di fargli notare il lato divertente della cosa. Non avrei voluto dire che mi aveva offerto il sushi,ma l'ho fatto per metterlo ancora di più in buona luce agli occhi di papà.
B: come ha detto Jacopo,era il minimo.
J: assolutamente.
G: beh... io penso che ora Jacopo debba andare.
J: in effetti è ora di tornare a casa sì.
B: solo un'ultima cosa...
E: Simone lascialo andare a casa: ha chiesto scusa ed è stato carino con Gaia. Mettici una pietra sopra per favore.
Sia io che Jacopo rimaniamo in silenzio,leggermente sorpresi: non mi aspettavo che mamma lo riprendesse in questo modo. In effetti sentirlo dire così,mi aveva fatto cadere le braccia ma mi sono rassegnata subito a differenza sua. Papà fa un grande sospiro accennando un sorriso,alzando poi gli occhi al cielo mentre fa un passo verso Jacopo.
B: vorrei solo chiederti un paio di cose sulla tua macchina.
G: la macchina?!
B: nessuno di voi ne ha mai voluta una: sono curioso di vedere come funzionano. - guarda Jacopo - Posso rubarti due minuti?
J: certo... nessun problema.
Sentendolo dire questo,Jacopo sembra essersi tolto un peso di dosso e diventa subito più sereno. Fa segno a papà di seguirlo,avviandosi verso la macchina dopo avermi salutata. Mamma si avvicina a papà,dandogli un bacio e sussurrandogli qualcosa all'orecchio che però non riesco a sentire. Papà segue Jacopo,ma dopo qualche passo si volta verso di me,facendomi l'occhiolino.
E: è andata meglio del previsto. - mi sorride - Andiamo dentro,dai.
Mamma mi circonda le spalle con il braccio,avvicinandomi a lei e dandomi un bacio tra i capelli mentre insieme entriamo in casa. Sicuramente papà vorrà sapere ogni dettaglio,ma sono sollevata che tutto si sia risolto: da oggi sarà tutto molto più semplice.
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Biondo ed Emma - Ricordati di ... 9
ChickLit- SEQUEL - Simone ed Emma ormai sono grandi,così come i loro figli. Hanno dovuto fare i conti con le loro scelte e le hanno accettate,sostenendoli. La loro famiglia è più solida che mai,ma è sicuramente destinata a diventare sempre più grande. Come...