Capitolo 1662

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Biondo Pov's

Sabato 04/04/2048

Sono le due e mezza di pomeriggio e come ogni sabato sto accompagnando Gaia all'allenamento di pattinaggio. Di solito si preparavano per la gara della domenica,ma domani saranno libere quindi oggi hanno una normale lezione. Gaia però ne ha approfittato per poter passare la giornata con la sua migliore amica: infatti dopo l'allenamento andrà a casa sua a dormire e noi andremo a prenderla domani dopo pranzo. Anche se ha quasi dodici anni ed è già super autonoma e responsabile,non posso non preoccuparmi per lei anche quando va soltanto da un'amica. Le mie attenzioni però non le fanno sempre piacere perché come tutte le ragazzine pensa di essere già grande: non capisce che mi preoccuperò per lei anche quando avrà quarant'anni. Mentre le faccio notare alcune cose,alza gli occhi al cielo ridendo.

G: papà lo so.

B: ma io voglio ripetertelo ugualmente.

G: vado da Elisabetta,non da un maniaco.

B: non vuol dire niente.

G: non è nemmeno la prima volta.

B: e non sarà l'ultima,ma ti ho dato solo delle raccomandazioni.

Dallo specchietto retrovisore la vedo sbuffarmi dritto in faccia: io e lei avevamo sempre questo modo di scherzare. So benissimo che non lo fa con cattiveria perché capisco che a volte posso essere un po' pesante,ma so anche che ne capisce il motivo. Si avvicina al mio sedile,sporgendosi di poco per darmi un bacio sulla guancia.

G: lo sai che ti voglio bene vero?

B: vorrei vedere! Con quello che ti voglio io.

G: dai... - si mette a ridere - dovresti essere contento che ti lascio solo con mamma.

B: e questa da dove esce scusa?

G: oh andiamo,sono grande abbastanza papà e so che alcuni rumori non vengono dalla TV.

Mi guarda con il suo solito sorrisetto furbo: sa che se dicesse queste cose davanti ad Emma lei darebbe la colpa a me. La verità però è che in effetti oggi i ragazzi della sua età sanno più di quanto pensiamo,ma lei è talmente intelligente da dirlo solo quando si trova con me.

B: se vuoi restare a casa non è un problema.

G: non ci provare papi.

B: se mamma sapesse di cosa stiamo parlando mi ucciderebbe.

G: infatti non le dico niente perché ti voglio bene: so che soffriresti da morire senza la mamma.

Si mette una mano sul cuore facendo finta di svenire per prendermi in giro: ognuno ha la sua debolezza e la mia era Emma e negli anni nulla era cambiato. Essendo io vissuto senza la classica idea di famiglia unita,credo però che sia comunque bello per lei avere due genitori che si amano ancora,anche se possono risultare imbarazzanti a volte.

B: soffro anche senza di te lo sai.

G: anche voi mi mancate sempre papi,ma non scappo: domani sono di nuovo da te.

B: meno male.

G: passerai una bella notte con mamma e domani torno: meglio di così.

B: ora stop con certi riferimenti però,mh?

Con lo sguardo le faccio segno di smetterla perché va benissimo scherzare,ma non voglio che ci prenda troppo la mano. Ci manca solo che già da adesso si metta in testa di provare ad essere come noi. Annuisce,dandomi un altro bacio sulla guancia per poi andarsi a sedere bene.

G: domani puoi venire con me e mamma a vedere il vestito?

B: verrei volentieri amore,ma forse tuo fratello deve portarci Adele e Matías.

G: portiamo anche loro. Mi fa piacere se vieni,così stiamo insieme: farai sia il papà che il nonno.

B: e tu la figlia e la zia?

G: esatto: e poi se vado solo con mamma,magari finiamo per prendere un vestito troppo corto.

B: considerami nel gruppo allora.

Ci scambiamo un sorriso,ma nonostante la sua battuta avrei accettato a prescindere: io ed Emma avevamo deciso di dividerci su due fronti,ma in effetti mi avrebbe fatto piacere vedere che vestito avrebbe scelto Gaia. In questo periodo abbiamo iniziato i preparativi per il matrimonio di Emily ed essendo sempre tutti impegnati,avevamo dovuto programmare ogni cosa per tempo. Prima di quanto pensassi,arriviamo nel parcheggio della sua palestra.

B: vuoi che ti aiuto con borsone?

G: no grazie,faccio da sola.

B: mi raccomando: manda ogni tanto un messaggio alla mamma che poi si preoccupa.

G: certo... la mamma.

Mi guarda con un piccolo sorrisino accennato perché sa benissimo che quello sempre appiccicoso sono io: Emma si preoccupa,ma in modo molto naturale e di sicuro non opprimente come il mio. Scende dalla macchina venendo poi vicino al mio finestrino che abbasso subito.

G: papi stai tranquillo.

B: lo so lo so... dammi un bacio.

G: va bene. - mi bacia la guancia - Goditi mamma e vedrai che in meno di un batter d'occhio dovrai venirmi a prendere.

B: non dare confidenza a nessuno.

G: papà...

B: allenamento e poi da Elisabetta.

G: dai papi... ciao eh.

Mi da un altro bacio molto veloce e va verso la palestra,salutandomi con la mano. So di essere pesante,ma non è la prima volta che delle persone la fermano anche solo per recarle fastidio: è abituata a questo perché purtroppo è il lato negativo di essere famosi,ma non voglio che possa essere un problema per lei. La saluto un'ultima volta con la mano,mandandole anche un bacio per poi tornare indietro.

Biondo ed Emma - Ricordati di ... 9Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora