C: non sono tante le volte in cui rimani senza parole.
Em: è che... è veramente un paradiso.
C: ti piace allora.
Em: mi piace è riduttivo. Se non lo vedessi,non so se ci crederei: il fatto che a Roma esista ancora una cosa del genere è impensabile.
C: la cosa ancora più incredibile è che diventa sempre più bello mano a mano che lo si percorre: vedrai quando arriveremo vicino al centro.
Non avevo mai fatto in tempo a chiedere a Roberto come riuscisse a tenerlo in queste bellissime condizioni dato che,anche se poteva contare sull'aiuto di giardinieri professionisti,il giardino è comunque esposto all'esterno. Tuttavia era stato progettato quasi in modo magico perché,da ogni posizione più o meno vicino,riuscivi ad avere una panoramica generale e quando arrivavi al centro questo effetto raggiungeva la perfezione.
Em: apprezzo tutto quello che hai organizzato,ma non avresti dovuto disturbarti tanto.
C: amore,ma non è un disturbo. Mi fa piacere e poi ci meritavamo entrambi una serata,viste le ultime due settimane: consideralo un regalo che mi sono fatto da solo.
Em: sei troppo furbo.... sapresti rigirare ogni cosa.
C: mi chiedo chi possa avermi portato sulla cattiva strada.
Emily mi sorride,stringendosi ancora di più al mio braccio ed appoggiando la testa contro la mia spalla: era lei quella che con un sorrisino riusciva a ribaltare il tuo discorso e a farti credere di non averlo fatto. C'è un motivo però,se ho voluto che questa serata fosse speciale e devo iniziare a farglielo capire.
C: sai c'è un motivo per cui ho voluto portati qui: volevo festeggiare il fatto che fossi entrata all'università è vero,ma c'è dell'altro.
Em: cosa?
C: come ti ho detto questo è stato il primo posto in cui sono venuto quando sono arrivato in Italia: vuoi o non vuoi,è diventata la mia prima casa.
Quando venivo in Italia alla fine mi ritrovavo da solo e per giocoforza avevo ritrovato in Filippo e nella sua famiglia un punto di riferimento oltre che delle persone amiche su cui poter sempre far affidamento.
C: quando infatti ho trovato il mio appartamento,ho continuato a venire ogni tanto perché era diventata una seconda famiglia.
Em: è più che comprensibile.
C: come sai ho passato un periodo in cui non davo importanza alla mia famiglia,considerandola scontata e superflua. Questo è stato il primo posto che mi ha fatto capire davvero cosa volesse dire "casa".
Fino a poco prima che Liam se ne andasse,davo per scontate molte cose tra cui i miei genitori e mio fratello. Quando però ho iniziato a realizzare il fatto di essere da solo in un paese che non era il mio,ho iniziato a capire molte cose.
Em: parli di quando dicevi di non vedere l'ora di lasciare casa per non essere controllato?
C: esatto. Mi sono poi reso conto che quello che per me era un fastidio o un eccessivo controllo da parte dei miei,non era altro che un modo che avevano di dimostrarmi il loro affetto.
Em: quando poi ti sei ritrovato qui da solo,ti sono mancati.
C: da morire. La stessa cosa mi è capitata in parte minore quando sono andato via da qui: mi mancavano.
Filippo aveva la sua famiglia a due passi,mentre io a chilometri di distanza e per quanto potessi trovarli a volte insopportabili,avrei fatto qualunque cosa per averli a portata di mano come lui.
C: ho capito qui che casa non è un luogo,ma delle persone. Casa è la mia famiglia,sono i miei amici... era Liam.
Em: è Liam.
Sottolinea quella singola lettera,facendo una pausa dopo averla pronunciata stringendosi ancora di più a me. Cerco di scacciare il pensiero di Liam che mi avrebbe solo fatto pensare ad altro,mentre io devo arrivare al dunque se voglio fare capire ad Emily le mie intenzioni.
Em: è molto più che carino da parte tua allora avermi portata qui.
C: Em,quando sei arrivata tu tutto è cambiato di nuovo: non avevo soltanto capito cosa rappresentasse casa per me,ma ho trovato un volto da dargli.
Em: io?
C: tu.
Alza lo sguardo per far incrociare i nostri occhi: continuiamo a camminare come abbiamo fatto da quando siamo entrati,ma Emily rimane voltata a guardarmi a differenza di prima che mi aveva ascoltato con la testa appoggiata alla mia spalla.
Em: cosa vuoi dire? Che rappresento la tua casa?
C: sì. Se qualcuno mi chiedesse di descrivergli un luogo in cui mi potermi sentire al sicuro,probabilmente gli parlerei di te senza rendermene conto.
Em: sei molto dolce e sai che direi lo stesso di te.
C: io però sono qui per farti una domanda.
Em: Colin...
Le parole le muoiono in gola,quando porto la mano dentro alla tasca della giacca. Credo che il mio gesto l'abbia decisamente presa alla sprovvista e che abbia frainteso la domanda che voglio porle. Dalla tasca tiro fuori una piccola scatola rettangolare che apro subito senza tanti giri di parole per toglierle ogni dubbio.
Em: cos... cos'è che devi chiedermi?
C: come ti ho detto,tu rappresenti la mia casa ormai da un po' di tempo e vorrei chiederti se ti va di trovare una chiave da inserire qui dentro. Una chiave per una casa che però... sia nostra.
Emily si ferma,continuando a tenersi al mio braccio senza il quale probabilmente cadrebbe a terra. La scatolina è vuota,o meglio all'interno ci dovrebbero essere una chiave che però non c'è: c'è soltanto la sagoma di una chiave simbolica. Noto che i suoi occhi sono fissi sulla scatolina aperta nelle mie mani poi però si spostano per incontrare i miei.
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Biondo ed Emma - Ricordati di ... 9
ChickLit- SEQUEL - Simone ed Emma ormai sono grandi,così come i loro figli. Hanno dovuto fare i conti con le loro scelte e le hanno accettate,sostenendoli. La loro famiglia è più solida che mai,ma è sicuramente destinata a diventare sempre più grande. Come...