Capitolo 1758

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G: poi hai continuato quindi.

J: me ne sono innamorato e ho avuto anche la fortuna di esserci portato. Tu invece?

G: il contrario di te: i miei mi ci hanno portato una volta da piccola e non ho più voluto lasciare i pattini.

J: beh se non fossimo stati in disaccordo anche su questo,mi sarei preoccupato.

G: però non è disaccordo dai: alla fine siamo partiti in modo diverso per arrivare allo stesso punto.

J: non hai tutti i torti in effetti.

Ci scambiamo un sorriso per rimanere poi qualche secondo in silenzio per poter mangiare. Rifletto sul fatto che non siano nemmeno dieci anni che pattina,ma nonostante questo il suo livello è davvero molto alto.

G: ti alleni spesso?

J: tre volte a settimana. Tu?

G: anche io. Dovrò dire a Roberta che ci sincronizzi gli allenamenti.

J: beh lo saprà immagino.

G: no.

J: come no? Non gli hai detto che hai cambiato idea?

G: non ci ho pensato sul momento...

Il suo invito mi aveva preso alla sprovvista ed ero ancora combattuta sull'aver preso o no una buona decisione,ritornando sui miei passi. Sicuramente Roberta si sarebbe fatta una grande risata nel vedere il risultato della mia indecisione.

J: beh per me puoi decidere tu giorni e orari.

G: hai delle esigenze particolari?

J: no.... - si mette a ridere - dammi il tempo di tornare da scuola almeno.

G: dove vai a proposito?

J: tecnico aziendale,terzo anno.

G: io il secondo di liceo scientifico.

Avevo letto nel suo fascicolo che andava all'Istituto Einaudi,ma non era specificato quale ramo,visto che ogni scuola aveva molti corsi diversi. Quello che era chiaro,era che fossimo ai due lati opposti di Roma e il fatto che non mi chieda in quale istituto vado io,mi fa capire che conosce molto poco la città.

G: di solito io preferisco farli dalle 16 in poi. Può andare bene per te?

J: certo. Tanto arrivo a casa per le due e in questo modo ho anche il tempo di riposarmi un attimo.

G: perfetto,siamo d'accordo su qualcosa.

J: magari puoi darmi il tuo indirizzo.

G: perché?

J: beh posso passarti a prendere così andiamo insieme ed eviti di scomodare i tuoi.

Rimango per un attimo senza parole perché siamo passati dal dirci le cose peggiori ad essere amici che vanno insieme agli allenamenti: devo prenderci ancora la mano. In generale non sono abituata a dare confidenza alle persone molto facilmente,ma presa da questo momento scherzoso gli segno il mio indirizzo nel navigatore e ci scambiamo anche i numeri di telefono.

J: sono sicuro che arriveremo a sapere ogni dettaglio uno dell'altra.

G: non ci contare troppo: non mi fido ancora al 100% di te.

J: touché... ma cercherò di recuperarla dai.

G: sarà difficile ti avviso.

J: beh tu sei tutta difficile.

È davvero strano e surreale il fatto che siamo qui a mangiare sushi e a ridere come due vecchi amici: quando mamma mi diceva che avremmo potuto scoprirci tali,non ci ho creduto nemmeno se me lo avesse fatto vedere.

J: ti piace? - mi indica il sushi - Ho cercato di prendere un po' di tutto.

G: sì grazie. A proposito,dimmi quanto hai speso che ti do la mia parte.

J: non pensarci nemmeno!

G: tu non pensarci: non mi devi pagare la cena.

J: consideralo un modo per chiederti scusa. Alla fine è un po' di sushi,non è una cena intera.

Si rimette a mangiare,lasciandomi poco modo di ribattere perché fa finta di niente. Non mi piace molto sentirmi in debito con le persone anche quando si tratta anche solo di un gelato.

G: sai,mio padre potrebbe fraintendere...

J: ma hai detto che non lo sa,giusto?

G: giusto,ma non mi piace avere debiti con nessuno.

J: la prossima volta paghi tu allora,così non ci sono debiti.

G: la prossima volta?

J: certo,la prossima volta.

Ripete quelle poche parole con molta sicurezza,mentre io gliele avevo dette in modo molto scettico: aveva dato per scontato che ci saremmo rivisti in una circostanza del genere. Per ora avremmo iniziato a pattinare insieme: prima di diventare "amiconi",ne sarebbe passato di tempo.

J: hai un buon rapporto con i tuoi genitori quindi.

G: ottimo,ma anche con i miei fratelli. In generale,siamo una famiglia molto unita.

J: di solito chi ha i genitori famosi non passa molto tempo con loro.

G: per quello ti ho detto che non è come si pensa: mamma e papà hanno sempre messo noi in primo piano.

Ho moltissimi ricordi anche da bambina con mamma e papà: nonostante il lavoro che facevano e gli impegni che potevano avere,io e i miei fratelli eravamo sempre stati la loro priorità. Pur potendo permetterselo,non ci hanno mai lasciato a baby sitter e a volte ci portavano anche al lavoro,pur di tenerci con loro.

J: si amano davvero così tanto?

G: in che senso?

J: in televisione si sono sempre mostrati molto innamorati. È la verità?

G: certo. Sono sempre appiccicati: a volte in pubblico vorrei lo fossero di meno.

J: ti invidio da morire allora.

Questa versione sincera di lui ancora mi è difficile da concepire,ma da quel poco che mi ha detto sui suoi genitori posso capire il motivo della sua invidia. Anche se a volte mamma e papà potrebbero evitare certe smancerie,è una fortuna che si amino ancora.

Biondo ed Emma - Ricordati di ... 9Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora