Em: non lasciarmi la mano per favore.
C: amore non ti lascio,tranquilla.
Em: se mi dovessi addormentare,rimani con i bambini ok?
C: assolutamente: fidati,non vi perderò di vista un secondo. Tutti e tre.
Mi accarezza la guancia,dandomi ancora un altro bacio continuando a tenermi la mano stretta. Vediamo però entrare finalmente Marco,anche lui vestito come i suoi colleghi pronto per iniziare l'operazione.
M: allora? Sei pronta?
Em: sì.
M: ora ti faranno una piccola puntura e nel giro di qualche secondo non avrai più sensibilità dalla vita in giù.
Em: va bene. È normale che abbia così sonno?
M: sì e finita l'operazione è probabile che ti addormenterai.
Mentre mi parla,quel medico torna ad avvicinarsi,passando una piccola garza sotto alla mia pancia. Prende poi la siringa in mano e puntando al mio fianco,lo sento poi pizzicarmi. Non ho mai avuto paura degli aghi e delle punture,ma essendo molto più sensibile in questo periodo,mi ha dato fastidio questo pizzicorio.
M: potresti vederci armeggiare con delle cose sporche di sangue,ti impressiona?
Em: no,non ho problemi.
C: la distrarrò io.
M: perfetto. Una volta lavati,avrai il tempo di rimanere un po' con i bambini per darci il tempo di ricucirti.
Em: va bene.
M: allora io direi di far nascere questi bambini.
Mi sorride,trasmettendomi tranquillità,ma non sono spaventata. Non è da me dare risposte brevi,ma lo faccio quando sono nervosa: nervosa per il fatto che tra poco potrò finalmente vedere i miei bambini. Sono sdraiata sul letto con le gambe stese e la testa appoggiata su due cuscini. Lo schienale é leggermente rialzato e Colin è di fianco a me. Marco e due degli infermieri iniziano ad operare,ma non riesco a vedere quello che stanno facendo: ho come una struttura che tiene in alto un telo steso sopra alla mia pancia come un tendone,ma in effetti non sento nulla. Sposto poi lo sguardo su Colin che sta cercando come me di capire.
C: senti qualcosa?
Em: no,mi sento solo un po' strana: immagino sia l'idea di essere aperta in due pur essendo sveglia.
C: molto probabile. - mi sorride - Non vedo l'ora di vederli.
Em: anche io. Tenerli nella pancia per nove mesi e poi poterli vedere farà uno strano effetto.
C: sarà così anche per me,pur essendo diverso.
Le ultime parole le dice con un tono ironico perché in effetti lui non li ha avuti dentro di lui per tutto questo tempo,però capisco quello che vuole dire. Anche perché lui é come se avesse quasi vissuto questa gravidanza con me,considerato che non mi ha lasciata un attimo da sola.
C: mi fa piacere vederti tranquilla.
Em: lo sono e non lo sono,ma il fatto di averti qui calmo mi rende meno agitata.
C: calmo?
Em: apparentemente calmo. - gli sorrido - So che lo stai facendo per me.
C: ok,perché senti qui.
Mi guarda divertito,portando la mano che non gli ho mai mollato un secondo sopra al suo cuore. Non so come faccia a trasmettermi tutta questa tranquillità quando il suo cuore sta andando all'impazzata. Sentire il suo battito però,mi fa inaspettatamente commuovere.
C: amore non volevo farti piangere.
Em: no,sono solo emozionata.
C: pensavi che non fossi agitato quanto te? - mi sorride - Sono più grande,ma sono i primi figli anche per me.
Em: lo so. È che ti preoccupi più di farmi stare calma che del resto.
C: non è uno sforzo visto che ti amo.
Mi guarda sorridendo,come se quello che sta facendo non fosse nulla di particolare: quella era la sua risposta a tante cose. Ogni volta mi rispondeva "visto che ti amo" e il fatto è che non lo ha mai detto tanto per dire perché faceva davvero tutto per me e anche se si trattava di qualcosa di impegnativo,tutta la fatica spariva nel nome di quelle quattro parole. I nostri occhi rimangono a scrutarsi per qualche secondo,ma poi ci avviciniamo per baciarci. Nel momento in cui però le nostre labbra si sfiorano soltanto,sentiamo un pianto. Il pianto di uno dei nostri bambini. Ci giriamo subito nella direzione da cui sentiamo provenire quel bellissimo suono,ma a parte gli infermieri che si muovono non vediamo niente. Di fianco a me però arriva l'infermiera di prima che,prima di parlare,si toglie la mascherina.
X: vi porteremo la bambina tra pochi secondi,il tempo di lavarla.
Ci sorride,rimettendosi la mascherina e andando in fondo alla sala. Nell'emozione del momento e nonostante il pianto che continuiamo a sentire,non ci è sfuggito quello che ha appena sottolineato: la prima a nascere è stata proprio Leah. Io e Colin torniamo a guardarci,sorridendo anche con gli occhi.
Em: avevi ragione tu.
C: a quanto pare.
Stiamo entrambi sorridendo,non riuscendo a smettere di guardarci. Dopo poco però la nostra attenzione è attirata di nuovo da quella infermiera che con sé stavolta ha anche la nostra bambina.
È a pochi passi da noi,ma la vedo già bellissima nonostante stia piangendo. Non riesco a toglierle gli occhi di dosso,mentre l'infermiera arriva vicino a me.
X: vuoi prenderla o no?
Capisco il suo tono ironico,ma in effetti non ho potuto non rimanere incantata a guardarla. Guardo Colin,anche lui con gli occhi lucidi,che mi lascia la mano facendomi segno di prenderla. L'infermiera me la mette tra le braccia per poi allontanarsi quasi subito e devo ammettere di essere agitata perché non ho idea di come fare,soprattutto considerato il fatto che sta piangendo. Colin mi mette un braccio attorno alle spalle,stringendosi a me e dandomi un bacio sulla tempia.
STAI LEGGENDO
Biondo ed Emma - Ricordati di ... 9
ChickLit- SEQUEL - Simone ed Emma ormai sono grandi,così come i loro figli. Hanno dovuto fare i conti con le loro scelte e le hanno accettate,sostenendoli. La loro famiglia è più solida che mai,ma è sicuramente destinata a diventare sempre più grande. Come...