Capitolo 1672

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B: non c'è stato un momento,al di là degli alti e bassi,in cui io non sia stato felice con te.

E: per me è lo stesso.

B: e a volte me la prendo con me stesso quando sono così protettivo verso le ragazze.

E: è normale Simo: le vedrai sempre come le tue bambine.

B: lo so,ma in fondo sono felice del fatto che abbiano trovato qualcuno: augurerei a tutti quello che abbiamo noi,figurati se non lo voglio per loro.

In veste di genitori,chiunque vorrebbe solo il meglio per i propri figli e a volte questo meglio per noi vorrebbe dire non soffrire,non avere problemi e quindi non sbagliare. La verità però,è che a volte sono proprio queste cose che possono portarli ad essere davvero felici e l'unica cosa che gli si può augurare,è di avere almeno una persona con cui affrontare tutto.

E: Simo loro lo sanno,soprattutto ora che hanno dei figli e lo capirà bene anche Gaia quando sarà il momento.

B: spero il più tardi possibile.

Non riesco a non ridere perché ne abbiamo appena parlato,ma è questo il bello di Simone. Vogliamo bene allo stesso modo a tutti i nostri figli,ma a volte mi sento fortunata ad aver avuto solo un maschio perché non so cosa lui possa provare con il triplo delle preoccupazioni. Non che a me non interessi delle ragazze o a lui di Alex,ma era una sensazione diversa. Mi sporgo verso di lui per dargli un piccolo bacio.

B: siamo arrivati a parlare di questo perché?

E: beh - sorrido - perché penso sempre troppo.

B: decisamente,ma sei adorabile quando lo fai.

E: è difficile starmi dietro eh?

B: scherzi? È un piacere starti dietro.

La sua battuta mi fa capire subito il fatto che non abbia colto la natura della mia frase e se non fosse che ho una mano impegnata con il bicchiere e l'altra con la pizza,uno spintone non glielo avrebbe tolto nessuno.

E: visto che oggi sono in vena di ricordi... ti ricordi la nostra prima volta?

B: no.

E: cosa?! Come fai a non ricordatela!

B: certo che me la ricordo,scherzavo. È stato nella nostra vecchia casa,se non ricordo male era novembre e stavamo insieme da poco.

E: ti ricordi davvero bene.

B: beh non si tratta di ricordarsi un insignificante numero di telefono.

Gli prendo il viso tra le mani,ricoprendolo di tanti piccoli baci. Più passavano gli anni più diventava dolce,ma mi era sempre piaciuto il fatto che con me lo fosse sempre stato,anche quando agli altri faceva invece vedere la parte più dura di sé.

E: sei sempre così dolce.

B: viene facile esserlo con te.

E: se ti chiedessi un regalo,me lo faresti?

B: è mai successo il contrario?

E: in effetti no.

Mi viene naturale sorridere perché ha tutta la ragione di questo mondo: qualsiasi cosa desiderassi,a volte senza nemmeno bisogno di chiedergliela,lui mi accontentava che di trattasse di cose materiali o semplici gesti affettuosi.

E: guarda che non c'entra niente con quello di cui abbiamo parlato fino ad ora.

B: non sarebbe una novità: sono abituato ai tuoi cambi di discorso.

E: mi piacerebbe prendere un cagnolino.

B: dai cinquant'anni in poi è la domanda che sostituisce "vorrei un altro figlio"?

E: dai... sono seria.

Capisco la sua battuta e da un lato è divertente perché il modo in cui gliel'ho appena detto ricorda molto il modo in cui gli avevo chiesto di avere un altro figlio. Sono passati tanti anni da quando ho perso Pearl,ma i miei genitori non hanno mai voluto prendere un altro cane,visto che la tenevano loro,per non avere altre responsabilità. Anche per noi in passato non era stato possibile visto i nostri impegni lavorativi e quattro figli da crescere,ma ora abbiamo molto più tempo.

B: anche a me sarebbe sempre piaciuto...

E: sarebbe una bella idea magari adottarne uno,inoltre sarebbe anche utile.

B: in che senso?

E: sarebbe educativo per i bambini: gli insegnerebbe il rispetto e l'amore per gli animali.

B: non è così sbagliato in effetti.

Quando i miei genitori avevano portato a casa Pearl,mi ricordo ancora quanto ero felice di avere un piccolo amico di cui prendermi cura: era stato un modo da parte loro di insegnarmi anche ad avere delle responsabilità su qualcun'altro.

B: ora che ci penso sai a chi sarà d'aiuto davvero?

E: chi?

B: Camila. È molto introversa e fa fatica ad esprimere quello che prova con le parole: è molto dolce però e magari avere un amico con cui non deve per forza parlare,l'aiuterà.

E: non ci avevo pensato... hai ragione.

Camila aveva una personalità molto chiusa: era una bambina dolcissima e che a modo suo esprimeva il suo affetto a tutti noi,ma con le parole faticava molto. Non era uno sforzo fisico quello che doveva fare per parlare,ma emotivo come se avesse paura di confrontarsi con le persone. Con noi riusciva a farsi andare un po' di più,ma credo che questo la potrebbe aiutare molto.

B: che ne dici di andare domani?

E: domani? Abbiamo già un sacco di cose da fare tra il vestito e la cena che ti sei messo in testa di fare.

B: allora rilancio l'offerta: visto che non volevi la cena,dopo la prova del vestito di Gaia andiamo al canile e ci portiamo anche Camila.

E: così si farebbe una sorpresa ad entrambe.

B: esatto. Gaia sarà contentissima e Camila magari potrà vedere con quale cucciolo ha più affinità.

E: sei un genio.

Sapevo che sarebbe stato d'accordo senza nemmeno il bisogno di discuterne molto,ma sono davvero contenta che abbia avuto questa idea su Camila: alla fine quello che è partito come un mio desiderio,sarebbe diventato anche un aiuto per lei oltre che per il cucciolo che avrebbe trovato finalmente una famiglia.

Biondo ed Emma - Ricordati di ... 9Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora