Capitolo 1703

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B: ora,questo sarebbe un surplus,ma almeno riuscirsi a godere fondamentalmente i figli e i nipoti.

C: è esattamente quello che pensiamo noi.

B: anche perché ti accorgerai presto che non importa quanto possano crescere,quanto lontano possano andare a vivere: avranno sempre bisogno di te.

C: ne so qualcosa in prima persona.

Al di là dell'appoggio economico,che poteva essere più o meno consistente a seconda del caso,era quello affettivo di cui si sentiva sempre bisogno. Mi dispiacerebbe dover lasciare i miei figli soltanto quarant'enni,perché la loro vita sarebbe ancora lunga.

B: cosa pensi di fare? Aspetti massimo i 35?

C: potrei dirti di sì,ma voglio rispettare i tempi di Emily: è una cosa che deve portare avanti lei per di più.

B: hai ragione: questo ti fa onore.

C: magari succederà come no: alla fine ci sarebbe piaciuto sposarci e avere figli molto prima,invece è capitato ora.

B: come io ed Emma: abbiamo sempre lasciato fare al caso. Abbiamo cercato Gaia per un po' e niente,poi appena smesso: eccola che è arrivata.

Emily mi aveva raccontato bene o male tutto quello che riguardava la sua famiglia,come d'altronde avevo fatto io sulla mia. Tra le varie cose anche le circostanze in cui erano nati lei e i suoi fratelli,difficili da credere se uno non ne avesse avuta la prova.

C: comunque per ora ci concentreremo su quei due piccoli capolavori.

B: so che non serve dirlo,ma per qualsiasi cosa io ed Emma ci siamo.

C: grazie,soprattutto per il fatto che non potrò contare molto sui miei genitori.

B: abbiamo già detto ai tuoi di non pensarci: non è colpa loro se abitano in Irlanda.

C: spero potremo comunque andare da loro o viceversa.

Da quando sono fidanzato con Emily i miei genitori sono venuti in Italia solo due volte,di cui una per il nostro matrimonio,mentre noi siamo andati in Irlanda qualche volta in più,soprattutto in primavera. Avremmo portato sicuramente i bambini là,ma siccome i miei genitori sono abituati a viaggiare per lavoro,preferiranno spostarsi loro.

B: un po' come hanno fatto i genitori di Emma: tra noi e la famiglia di Kurt si sono mossi tanto e anche noi,ma ne è valsa la pena.

C: purtroppo è quello a cui si va incontro quando si è di due paesi diversi.

B: è la fortuna di tutta la nostra famiglia: la diversità è un valore molto importante.

C: hai ragione.

B: conoscere lingue e civiltà diverse è un vantaggio sotto tutti gli aspetti.

Insieme io ed Emily univamo la cultura italiana,maltese,irlandese e inglese e,come dice Simone,non può che essere una caratteristica fondamentale: io stesso avevo imparato tanto da Emily e dalla sua famiglia come lei da me e dalla mia.

B: detto in tutta sincerità non mi sarei mai immaginato di sposare una donna maltese,eppure eccoci qui da più di trent'anni.

C: io nemmeno mi sarei mai aspettato di sposarmi.

B: perché io? - mi sorride - Per fortuna l'amore ci è venuto a bussare alla porta,altrimenti chissà dove saremmo ora.

C: quante paranoie che mi faccio eh?

B: non faresti parte della famiglia se fosse altrimenti.

Simone mi mette una mano sulla spalla,contagiandomi con il suo sorriso: in effetti Emily era una brava insegnante nel farsi venire paranoie. Senza nemmeno accorgercene,siamo tornati davanti all'entrata dell'ospedale. Entriamo,raggiungendo il reparto in cui si trovano i bambini,ma non ci sono né Emma né Gaia. Quando arriviamo davanti al vetro però eccole lì: sono nella stanzetta con i bambini in braccio.

B: figurati se si degnavano di chiamarci.

Simone bussa al vetro con le nocche delle dita,attirando subito la loro attenzione. In entrambe leggiamo un briciolo di colpevolezza negli occhi,ma ci sorridono. Seguo Simone dentro la stanza,andando vicino a Gaia per vedere meglio i bambini.

B: ci avete incastrato eh?

E: si sono svegliati da poco e l'infermiera ci ha dato il permesso di entrare. Cosa dovevamo fare? Non potevamo di sicuro lasciarli tutti soli...

G: erano troppo carini per resistere.

B: volevate tenerveli tutti per voi in poche parole.

E: scusa Colin,avremmo dovuto chiamarti.

C: figurati. Sembrano trovarsi benone con voi.

Sapevo che Emma si sarebbe scusata,ma non ho di certo alcun problema perché capisco che non avendoli ancora visti da vicini,la tentazione era grande. Con il dito accarezzo ad entrambi la guancia e,a differenza di Liam,Leah mi prende il dito.

E: lei è decisamente più attiva.

C: lo so: appena nata ha continuato a piangere mentre Liam non si è nemmeno sentito.

B: tutta sua madre: Em piangeva anche mentre dormiva a momenti.

G: io piangevo?

E: non molto: non hai mai nemmeno fatto capricci. - Gaia sorride soddisfatta - Allora nonnino... ti va di tenerne uno intanto?

Simone non risponde,ma con un sorriso divertito le fa segno di passarle Leah e come lui la prende in braccio,tempo di cullarla un po',lei chiude di nuovo gli occhietti come se si trovasse in paradiso.

C: wow... non male.

E: è proprio tua nipote: è già caduta ai tuoi piedi Baldasseroni.

B: cosa volete che vi dica: ci so fare.

E: vanitoso... - alza gli occhi al cielo per poi guardarmi - Comunque Colin,l'infermiera li ha fatti mangiare appena svegli.

B: allora non si sono alzati da poco.

Emma fa finta di non aver sentito le sue parole,limitandosi a sorridere: sicuramente il tempo con loro era andato molto veloce e in effetti anche io e Simone siamo stati fuori una buona mezz'ora. Emily li avrebbe allattati,ma ci avevano detto che la prima volta avrebbero mangiato in altro modo nel caso Emily fosse ancora addormentata.

Biondo ed Emma - Ricordati di ... 9Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora