Capitolo 1737

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C: amore non piangere... papà è qui adesso.

Mi da un bacio sulla fronte,raggiungendo poi la mia mano ma nel momento in cui mi sfiora il polso,inconsciamente lo ritraggo perché mi fa leggermente male. Leah cerca di farsi prendere in braccio,ma invece di accontentarla Colin ci allontana.

C: dico all'autista di portarvi a casa.

Em: Colin non serve davvero...

C: non voglio che rimaniate qui un secondo di più.

Colin non è mai stato autoritario con noi,o meglio in generale perché è la persona più dolce che esista. Capisco che vedere il modo in cui quel ragazzo ci stava attaccando,lo ha fatto andare fuori di testa,ma ora deve stare tranquillo. Nelle sue parole non mi è sfuggito il fatto che si stia riferendo solo a noi.

Em: tu vieni con noi però.

C: no.

Em: non è il momento di...

C: non hai capito Em: conosco quel tipo e non andrà via di qui senza aver pagato per quello che ha fatto.

Em: Colin per favore....

C: dico ai miei che i bambini sono stanchi e ce ne andiamo prima.

Non mi lascia il tempo di dire nulla che,prendendomi la mano,mi porta con lui fuori dal bagno. Lo vedo guardarsi intorno continuamente e,senza nemmeno rientrare nella sala grande,usciamo. Mi lascia con uno degli uscieri e va a chiamare il nostro autista.

Em: Colin...

C: Emily in questo momento puoi aiutarmi solo se andate tutti a casa e so che siete lontani da qui.

Em: ma Liam...

C: ora vado a prenderlo infatti.

Non l'ho mai visto così,sembra totalmente un'altra persona. Rientra velocemente nell'edificio,dicendo di nuovo all'usciere di non allontanarsi da me. L'autista arriva subito,parcheggiando di fronte a noi e aiutandomi a mettere Leah nel suo seggiolino. Nel frattempo arriva anche Colin con Liam sul suo passeggino ed è lui stesso a caricarlo in macchina,non svegliandolo. Mi tiene poi la portiera aperta,invitandomi a salire.

Em: Colin per favore vieni a casa con me.

C: no.

Em: ti prego....

Lo abbraccio,non riuscendo a dire altro perché le parole mi muoiono in gola e la voce mi si spezza. Non capisco perché faccia così,visto che dal modo in cui mi stringe sento subito il suo calore. Mi da un bacio sulla fronte,facendolo durare qualche secondo in più del solito e le lacrime iniziano a segnarmi le guance.

C: amore... - mi asciuga le lacrime - non piangere ti prego.

Em: vieni con me allora.

C: non adesso. Stai con Leah,io arrivo tra poco te lo prometto.

Em: Col...

Mi da un bacio sulle labbra molto veloce,come fa tutte le volte che non vuole farmi finire di parlare e mi fa segno ancora di salire,questa volta in modo definitivo. Non gli tolgo lo sguardo di dosso nemmeno quando chiude la portella. Mentre torniamo a casa,rimango vicino a Leah che mi tiene la mano,iniziando a sbadigliare. La giornata era stata molto intensa per loro e credo che quest'ultimo avvenimento l'abbia provata molto,infatti durante il tragitto si addormenta. L'autista,che non mi ha disturbata nemmeno un secondo se non per darmi gentilmente un fazzoletto per asciugarmi gli occhi,mi offre il suo aiuto per portare in casa i bambini. Normalmente riuscirei a portarli in braccio da sola,ma addormentati a peso morto è più difficile. David e Margaret hanno una collaboratrice domestica con loro da anni,che in questi giorni ci ha aiutato molto anche con i bambini. Siccome ci saremmo trattenuti per un po',per questa settimana le avevano dato tutto il weekend libero. Per fortuna che l'autista mi aiuta persino a portare Liam e Leah fino in camera da letto. Prima di permettergli di andare lo saluto,ringraziandolo con il cuore perché altrimenti non so se ce l'avrei fatta,soprattutto senza svegliarli. La camera che David e Margaret ci avevano dato,aveva un letto veramente grande e quindi avevamo preferito tenere i bambini a dormire con noi piuttosto che lasciarli in una camera da soli. Riesco a svestire Liam senza che nemmeno si accorga di nulla,per il suo sonno pesante,mentre con Leah faccio davvero fatica. Lei si sveglia per nulla,ma per fortuna andando molto lentamente riesco a sfilarle il vestitino. Li copro con il lenzuolo perché nonostante sia giugno non stiano completamente svestiti e vado in bagno. Mi tolgo il vestito,notando dallo specchio un livido vicino al fianco di un leggero colore viola che con i giorni sarebbe sicuramente diventato più scuro. Mi faceva un po' male,ma non pensavo di avere già l'accenno di un livido. Per curiosità mi guardo anche il polso,visto che quando mi aveva sfiorato Colin avevo sentito dolore. Anche intorno al polso ho un delicato segno e rispetto al fianco,mi fa persino male muoverlo. Non sono una persona facilmente impressionabile,ma devo ammettere che ripensare a quei momenti mi fa sentire ancora un po' di paura. Mi infilo la mia vestaglia e torno subito di là,perché mi viene in mente un dubbio che mi preoccupa. Se ho dei lividi io,potrebbe averne uno anche Leah che è molto più esile e fragile di me. Mi siedo delicatamente sul letto,guardandoli con un sorriso perché si sono girati uno verso l'altro mettendosi praticamente attaccati. Quando dormivano nello stesso letto o comunque insieme,non riuscivano a stare distanti. Nonostante la luce della lampada sia debole,riesco però a vedere che anche lei hai un lieve segno intorno al braccio dove era stata stretta. Spero solo che non le faccia troppo male,ma essendosi tranquillizzata subito credo che stia bene ed è quello che conta. Mi stendo di fianco a loro,ma non provo nemmeno a chiudere gli occhi perché sono preoccupata per Colin. Non so cosa gli stia passando per la testa in questo momento,né dove sia,ma spero che non faccia nulla di stupido. Era davvero accecato dalla rabbia e non l'ho mai visto così: probabilmente se non lo avessi fermato,gli si sarebbe buttato addosso senza pensarci.

Biondo ed Emma - Ricordati di ... 9Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora