Capitolo 2

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Ovviamente i capitoli si pubblicano alle 20:00 di qualche bel sabato sera! 😊

Come ogni storia, anche quella di Louis e il suo lupo aveva avuto il suo inizio. A volte il ragazzo ci pensava ancora, prima di andare a dormire o semplicemente in momenti in cui si chiedeva da dove fosse iniziato tutto quello.
I ricordi in realtà erano vaghi, sprazzi di momenti offuscati dalla paura e dal dolore. Ma a Louis non faceva così male riportarli alla mente, perché comunque sapeva che prima o poi all'interno di essi sarebbe arrivata la luce.

Louis non aveva più di nove anni quando successe. Era piccolo e fragile, così fragile in confronto agli altri bambini della sua età. Suo padre non lo aveva fatto apposta a lasciarlo a casa da solo per qualche ora; sapeva che comunque doveva lavorare, non si era mai arrabbiato per quello. La mamma non c'era già più, semplicemente. Capitava spesso che rimanesse da solo quindi, ma non per più di qualche ora e mai più di una volta a settimana.

Quel pomeriggio, Louis in casa si annoiava terribilmente. Nella zona del suo quartiere c'erano pochi bambini, - e anche se ci fossero stati, dubitava seriamente che avrebbero voluto giocare con lui - quindi doveva sempre trovare qualcosa da fare da solo per svagarsi. Aveva acceso la tv, ma non c'era nulla che gli piacesse. Aveva preso qualche libro in mano ma si era accorto che erano tutti tremendamente noiosi. Così, sentendosi un po' in colpa perché comunque suo padre gli aveva ordinato di rimanere in casa, ma pensando che comunque non se ne sarebbe mai davvero accorto, Louis aveva deciso di uscire.

Fuori c'era bello, quello lo ricordava ancora bene. L'inverno doveva ancora finire, ma nonostante quello nell'aria si poteva sentire che la vita stava ricominciando, che la primavera era in arrivo. E Louis, sentendo il calore del sole sulla pelle e avvolto dall'odore dell'erba umida, cominciò a giocare fuori, spensierato, libero da ogni preoccupazione.

Non si accorse subito di ciò che stava accadendo attorno a sé. Non si accorse subito dell'arrivo di un branco di lupi. Non ebbe il tempo di gridare aiuto, che uno di loro gli era già saltato addosso.
Louis in qualche modo aveva capito che era la fine. Aveva sentito un dolore lacerante al livello del collo; poi ricordava di essersi aggrappato al pelo dell'animale con le sue manine con tutta la forza che possedeva, cercando di cacciarlo via, ma il lupo non andava proprio da nessuna parte. Si ricordava di aver pensato a sua madre, a suo padre, ai pochi amici che aveva. Poi aveva lasciato che la testa cadesse sul prato, proprio mentre un piccolo lupo nero veniva dalla sua parte e cominciava a lasciare morsi sulla spalla dell'altro animale che gli stava mordendo il collo.
Louis non sapeva perché il piccolo lupo stesse facendo quello. Perchè tecnicamente lo stesse salvando. O forse non lo stava salvando, forse stava solo litigando con l'altro lupo perché in realtà voleva Louis tutto per sé.

Era troppo debole per alzarsi e guardare cosa stesse succedendo; sentiva solo strani uggiolii e versi rabbiosi. Era stanchissimo, debole e ferito, e consapevole dell'essere sul punto di svenire.
Per cui era quasi certo che fosse un sogno quando vide che i lupi se ne stavano andando. E poi, quando sentì il muso del lupo che lo aveva salvato accarezzargli i capelli, fu abbastanza certo che quello fosse oltretutto un sogno molto strano.
Louis si sforzò di tenere gli occhi aperti per vederlo. Solo, osservare quella creatura che gli aveva praticamente salvato la vita.

E fu quella la prima volta che vide i suoi occhi.

Prima di chiudere i propri e lasciarsi andare, sentì solo di nuovo qualcosa di caldo e rassicurante tra i capelli. Poi c'era stato disordine, braccia calde, urla di suo padre - LouisLouisLouis puoi farcela, so che puoi - e corse contro il tempo.

In ospedale dissero che era stato un miracolo che non fosse morto.
Louis era piuttosto certo, invece, di dovere la propria vita a un lupo dal nero e gli occhi enormi color del miele.

Fu più o meno così che era cominciata la loro storia.

Quando si sedette di nuovo sulla sua scrivania, con gli occhi cercò subito la foto che teneva ben nascosta dietro il portapenne. Era una delle prime che aveva scattato al suo lupo, ma per qualche motivo era sempre rimasta la sua preferita. Forse per il modo intenso con cui il lupo osservava l'obbiettivo - quasi come se avesse voluto rimanere impresso a coloro che poi lo avrebbero riguardato attraverso un pezzo di carta - forse, semplicemente, perché era la foto in cui si vedevano meglio le sfumature dei suoi occhi, perché quella sera il sole stava ancora tramontando, e Louis aveva avuto più tempo per scegliere i momenti in cui scattare le sue foto e soprattutto c'era più luce.

Aveva mentito, prima, quando aveva detto che non aveva mai trovato nessun essere umano al mondo con quegli stessi occhi. In realtà, una volta gli era successo. Era stato un fugace attimo, una sorta di sogno, un battito di ciglia in cui si era trovato dentro occhi familiari, troppo familiari.
L'evento risaliva a quell'estate. E Louis, quando ci ripensava, sentiva uno strano calore al livello dello stomaco - qualcosa di assurdo ma al contempo di importante, che era impossibile da scacciare via, o da nascondere. Anche quello lo custodiva come un piccolo segreto. Non aveva mai parlato troppo a nessuno del suo lupo, in qualche modo per non rovinare ciò che avevano. Perchè semplicemente nessuno tranne Louis avrebbe potuto capire che cosa provava quando vedeva quegli occhi, o quando allungava la mano per toccare il suo pelo.

E se non riusciva nemmeno a spiegare quello, figuriamoci se si metteva in testa di parlare a qualcuno del ragazzo che aveva incontrato quella volta, che aveva gli occhi - forse - del suo lupo. Lo avrebbero scambiato per matto, senza dubbio.
Anzi, molto probabilmente un po' matto lo era davvero.

Sorrise mentre prendeva fra le mani il segnalibro di colore blu che teneva sempre a portata di mano sulla scrivania. Poi, chiudendo gli occhi, si lasciò trasportare dal ricordo.

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