Capitolo 30

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<<Ehi amico, allora hai deciso?>>

Harry si staccò bruscamente sentendo il cuore precipitare per lo spavento. Imprecò prima di aprire la portiera e trovarsi il ragazzo della concessionaria di fronte. Gli regalò il sorriso più finto del suo repertorio, augurandosi che il tipo capisse che li aveva interrotti - e non gliene importava proprio niente se era omofobo, per dio - e poi gli disse che avrebbe comprato proprio quella macchina.

Erano tornati da quasi un'ora, ormai. Avevano svuotato le buste della spesa e sistemato ciò che avevano preso al loro posto, come se effettivamente vivessero insieme da una vita. A Louis non sfuggivano i piccoli sorrisi che Harry gli regalava di tanto in tanto, e Harry non poteva fare a meno di notare quanto gli piacesse che il famigliare rossore prendesse vita sulle guance di Louis. Quando arrossiva diventava bellissimo. Non che non lo fosse anche negli altri momenti, ma quando arrossiva lo era ancora di più; mostrava una vulnerabilità che Harry voleva raccogliere e gettare via con tutte le sue forze.

Louis aveva annunciato a un certo punto che voleva mettersi a fare i muffin come aveva promesso al supermercato, così aveva tirato fuori tutto l'occorrente e si era messo a prepararli sotto lo sguardo incuriosito e attento del riccio, che nel frattempo si era seduto al tavolo della cucina. Studiava ogni movimento di Louis come se volesse imparare a memoria ogni sua postura, ogni suo piccolo cambiamento.
Si perse a osservare il piccolo gruppo di lentiggini che gli costernava il naso, per esempio. Non era facile notarlo senza la luce giusta, ma se si prestava attenzione quei piccoli puntini spuntavano al di sopra della pelle e decoravano il suo naso come le stelle riempiono il cielo. Di tanto in tanto, Louis alzava gli occhi per guardarlo e sorridergli, e Harry si perdeva in quei due cerchi d'oceano. Non aveva mai visto occhi più belli. L'azzurro all'esterno dava spazio a un piccolo cerchio dorato all'interno che racchiudeva la pupilla, che, in quel momento, per via della luce, era piccola piccola. Un puntino nero nell'immensità del blu.

Harry non aveva più dubbi sul fatto che in casa fosse Louis ad occuparsi delle faccende domestiche e dei pranzi, e per la prima volta dopo tanto tempo si chiese come sarebbe stato vivere una vita un po' più umana. Una vita in cui cucinare era un'attività che si faceva ogni giorno, proprio come rifare i letti, perdersi nelle corsie del supermercato e sporcarsi la punta del naso con la farina. Louis era...così umano, in quel momento, e così meraviglioso in ogni suo piccolo gesto. Harry si chiese se due persone come loro, insieme, avrebbero mai potuto funzionare. Erano così diversi, così tanto che a pensarci aveva quasi paura. Ma si erano trovati, alla fine, dopo un tempo che sembrava troppo lungo. E qualcosa doveva pur significare.

<<Sei pensieroso.>> constatò Louis, mentre mescolava del cioccolato in un piccolo pentolino. Harry alzò l'angolino della bocca.
<<Sto solo pensando a te.>> ammise, la voce bassa e gli occhi che scattarono subito a cercare quelli di Louis. Lui si morse il labbro.
<<E...a che cosa pensi, di preciso?>>
Harry puntò un gomito sul tavolo e appoggiò sopra al polso la testa, continuando a guardarlo. <<Al fatto che mi dispiace non averti cercato prima. Avremmo avuto più tempo.>>

Louis immerse i suoi occhi nel cioccolato, come se improvvisamente fosse la miscela più interessante del mondo. <<Mi hai trovato comunque, alla fine, no?>> chiese in un tono timido, che fece venire a Harry voglia di afferrare il cucchiaio di legno che l'altro aveva tra le mani, appoggiarlo sul tavolo e affondare le mani tra i suoi capelli, per poi trascinarlo via con un bacio lento, che li avrebbe storditi. Preferì sbattere le palpebre per togliersi dalla mente quel pensiero poco casto.

<<Harry?>> chiese Louis a un certo punto, rompendo l'ultimo uovo dentro una ciotola di vetro, dentro la quale vi erano già altri ingredienti che  lui non riuscì bene a distinguere. Louis sembrava quasi preoccupato, ma era come se non volesse farlo capire a Harry, quasi come stesse cercando di nascondersi.
<<Mmmh?>>
<<Fa tanto male, quando ti trasformi?>> chiese in un soffio. Harry sentì un piccolo tonfo al cuore, perché notò che Louis era...spaventato, certo. Era spaventato per lui, ma cercava disperatamente di non farglielo capire.

Era difficile raccontare quelle cose. Harry non aveva mai avuto nessuno con cui parlarne, prima d'ora, o almeno qualcuno di esterno al branco che non viveva la sua stessa vita. Louis era così innocente, non poteva sapere nulla di quello che faceva, e realizzare che si stava preoccupando per lui, che era spaventato e che stava cercando di conoscerlo, riempì il suo petto di un confortante calore.
<<All'inizio sì, Louis.>> Si trovò ad ammettere, pensando alle prime volte in cui da piccolo si era trasformato. <<Le prime volte lo è, non lo nego. Febbre alta sempre prima che cominci la trasformazione, incubi, male alle ossa. Non che mi ricordi più di tanto, sono passati tanti anni da quando è cominciato tutto.>> disse, abbassando lo sguardo. Preferì non dire altro delle sue prime trasformazioni. Preferì non accennare nulla riguardo ai suoi genitori e a quello che era successo dopo che avevano scoperto cos'era diventato. Come di riflesso, Harry si sfiorò un polso e nascose quella porzione di pelle tirando di più le maniche della felpa. <<Adesso non...non lo è più così tanto. E'...sopportabile. Come se il tuo corpo lo accettasse, uhm, in...in qualche modo.>>
<<Oh.>> sussurrò Louis, mischiando tra di loro le miscele e mescolando il tutto ancora per un altro po'. Poi versò il contenuto in delle formine che alla fine avrebbero finalmente dato come risultato i famosi muffin. Mise tutto in forno, poi  si voltò verso Harry e incrociò le braccia.
<<Mi dispiace.>> sussurrò, il volto basso, come se avesse appena perso una battaglia.
<<Per cosa?>>
<<Per non saperti dire di più. Per non poterti aiutare come vorrei, Harry. Perchè di fronte a tutto questo mi sento così...impotente.>>

Harry si alzò - senza pensare razionalmente, le gambe fecero tutto da sole - e si avvicinò a Louis, nello stesso punto in cui la mattina stessa lo aveva baciato per la prima volta.
<<Non devi.>> mormorò, allungando una mano artigliandola ad un suo fianco.
Harry teneva gli occhi bassi, ma sapeva che Louis lo stava guardando, sentiva i suoi occhi addosso. Si morse il labbro prima di continuare a parlare.
<<Per come lo vedo io, essere lupo non è una maledizione. Voglio che tu mi creda, Louis. Ci sono cose peggiori che avrei potuto fare nella vita, che mangiarmi qualche scoiattolo e ritrovarmi completamente nudo nel bosco.>> entrambi ridacchiarono. <<Per anni e anni, i ragazzi che facevano parte del mio branco si sono lamentati per quello che era capitato loro. Per me era tutto diverso. Perchè avevo te.>> mormorò Harry alzando lo sguardo e avvicinandosi di più a Louis. I loro nasi si sfioravano. <<Sapere che anche per poco tempo durante il giorno ti avrei visto, sapere che c'eri tu ad aspettarmi, Louis, ha reso tutto quanto diverso. Ha reso tutto più magico. Ha reso le mie trasformazioni in qualche modo accettabili. Semplicemente perché sapevo che dopo il dolore, in ogni caso, ci saresti stato tu.>>

Louis inghiottì quelle parole con i suoi occhi d'oceano senza arrossire, stavolta. Respirava a pochi centimetri dall'altro, sulla sue pelle, quasi come se solo respirando potesse rendersi conto che Harry non sarebbe andato via, non gli sarebbe scivolato dalle dita. Come aveva fatto a trovarlo.....

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