Capitolo 42

1K 122 46
                                    

<<Forse è meglio così, però.>> ammise, accarezzandogli un pezzetto di guancia e guardandolo come se fosse la cosa più preziosa dell'intero mondo. <<Dio, lo so che è presto, lo so che è davvero presto ma...non m'importa. Voglio poterti stringere, Louis. Voglio poterti abbracciare e sentire le tue braccia attorno al mio corpo prima di addormentarmi. Voglio poter imparare a memoria il tuo corpo e il tuo profumo, voglio poter scherzare con te e prenderti in giro per quello che fai. Voglio poterti baciare. Voglio ogni piccola cosa di te, per ogni cosa di te...è perfetta.>>
Sentendo quelle parole, Louis aveva versato una piccola lacrima. Non si era nemmeno accorto di aver iniziato a piangere e si sentì piuttosto stupido, ma non poteva farci niente.

Harry era la cosa più bella che gli fosse mai capitata, e avrebbe lottato con tutto sè stesso per restare insieme a lui il più possibile. Lo avrebbe tenuto al sicuro. Lo avrebbe stretto nelle notti più fredde impedendogli di scivolare via dal suo stesso corpo.
<<E' meglio così, decisamente.>> confermò Louis, prima di stringere Harry in un abbraccio confortante e avvolgente – e il riccio era talmente grande contro di lui, quasi come se volesse inglobarlo nel suo stesso corpo.

Rimasero ancora un po' di tempo vicino al lago perché Louis insistè per fare delle foto a Harry. Questo all'inizio sembrava davvero titubante, si rifiutava facendo piccole smorfie giustificandosi dicendo che non era adattato per farsi fare foto. Louis alla fine lo aveva convinto.

Gliene scattò molte, sempre diverse: Harry che sfiorava l'acqua con le dita, Harry che guardava l'obbiettivo e allungava una mano inguantata verso di lui, Harry che abbassava lo sguardo e si mordeva il labbro, mentre l'acqua dietro di lui assumeva mille sfumature diverse per via del sole debole che cambiava angolazione.
Alla fine, la preferita di Louis fu una foto in cui Harry era seduto a gambe incrociate e teneva in grembo tantissime foglie, di colori e dimensioni sempre diversi tra di loro. Le teneva tra le mani e le fissava, e  notò quanto il riccio fosse meraviglioso in mezzo alla natura, quanto questa lo facesse sembrare vivo e più reale, in un certo senso. Forse perché alla fine, tutto tra di loro era cominciato in mezzo ai boschi. Il loro primo incontro che contasse, quando Louis aveva salvato Harry, e anche adesso. Erano connessi alla natura più di quanto osassero ammettere ad alta voce.

Louis stava sistemando gli effetti esattamente di quella foto, quando vide con la coda dell'occhio Harry tremare leggermente. Posò immediatamente gli occhi su di lui, gli prese una mano e lo trascinò via dalla radura per tornare in quella in cui invece c'era la casa del riccio.
Non appena furono di fronte alla porta, Harry prese dall'interno di un piccolo vaso le chiavi che, constatò Louis, servivano per farli entrare. Era un po' scontato metterle in un posto così ovvio, ma poi  pensò che quel posto fosse praticamente irraggiungibile per le persone che non appartenessero al branco.

Appena entrati, si presentò davanti loro una cucina piccola, interamente in legno. Le pareti erano di un bianco sporco, come se non fosse tinteggiato da tanto, troppo tempo. Louis si rese conto che non era una cosa vissuta. Una casa con il tipico ambiente che faceva sentire protetti, che riscaldava. La temperatura non cambiava per niente all'interno: c'era freddo proprio come c'era freddo fuori.
Harry si morse il labbro e lo guardò imbarazzato.

<<Beh, qui è dove sono cresciuto.>>
Con qualche ciuffo di capelli che fuoriusciva dal cappello, le guance arrossate e l'espressione più dolce e ingenua del mondo, Harry era più che bellissimo. Non importava che la casa non fosse un sogno, di lusso e piena di divani in pelle: Louis pensò che comunque fosse carina, giusta. Lì c'era cresciuto Harry. Immaginò un bambino dalle guance paffute e i capelli ricci correre per casa giocando con un aeroplanino giocattolo, e di conseguenza sorrise spontaneamente.

Harry lo prese per mano e lo portò al di fuori della cucina. Raggiunsero un piccolo corridoio che portava da una parte a un piccolo salotto, mentre dall'altra a tre stanze che però erano chiuse. Si rese conto che l'unica luce che penetrava proveniva dalle piccole finestre intorno a loro, e forse era anche per quello che la casa sembrava più cupa del normale. A un certo punto, Harry si mise a digitare su un piccolo pannello dall'aspetto vecchio e poco confortante che si trovava sulla parete di un muro.
<<Sto cercando di accendere il riscaldamento. Non lo facciamo funzionare mai in questo periodo, per cui ci metterà un po' a partire.>> si scusò. Louis gli sorrise e gli strinse di più una mano, in una tacita conferma che andava tutto bene.

Camminarono lungo il corridoio, aprirono la prima porta che portava ad una stanza quasi completamente vuota, se non fosse stato per una libreria sulla destra, un computer fisso su una scrivania e una chitarra dall'aspetto molto curato appoggiata ad una parete. Harry andò ad aprire la finestra nella stanza per permettere a più luce di entrare, poi sorrise nel vedere la sua chitarra, appoggiata esattamente nel punto più luminoso. I suoi occhi si illuminarono di uno strano bagliore che Louis non aveva mai visto prima.
<<E' tua?>> chiese in un sussurro, realizzando troppo tardi che era una domanda scontata. Si capiva perfettamente dallo sguardo del riccio che non poteva appartenere a nessun altro.
<<Sì.>> mormorò infatti, perdendosi probabilmente in lontani ricordi.
<<Non sapevo sapessi suonare.>> ammise Louis, sorridendo a sua volta. <<Vorrei tanto...poterti ascoltare, qualche volta.>>

Harry tornò vicino a lui e poi si voltò a fissarlo, il bagliore dei suoi occhi ancora più forte e luminoso. <<Ti avevo promesso che avremmo cantato insieme, giusto? E lo faremo.>> disse con voce roca, accarezzando lentamente il polso di Louis.

E forse per le piccole scosse che quel gesto gli provocarono, forse per il modo in cui lo guardava Harry, che Louis si sporse per baciarlo, avvolgendo il suo volto tra le mani e spingendo involontariamente il suo corpo contro quello di Harry, facendolo scontrare allo stipite della porta.......

~●~○~●~○
Diciamo che il ragazzuolo è abbastanza intraprendente. Cosa succederà? Lo stipite si romperà? u.u

Wherever You Will GoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora