Capitolo 142

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Al centro di questa, riconobbe Harry.....

Era inginocchiato; sembrava in qualche modo ancora più piccolo del solito rannicchiato in quella strana posizione. Louis si avvicinò con passi lenti, quasi avesse paura che l'altro si potesse spezzare da un momento all'altro.
<<Harry?>> lo chiamò dolcemente. Il ragazzo però non rispose e nemmeno si mosse. Rimase immobile, la testa abbassata sulle ginocchia.
Louis si inginocchiò così accanto a lui, sempre stando attento ad ogni piccolo movimento. Solo allora si accorse che il corpo del riccio era scosso da singhiozzi.
<<Haz, tesoro, cosa c'è?>> domandò con delicatezza. Alzò una mano per accarezzargli piano la schiena, raggiungendo di tanto in tanto i suoi ricci.
<<Tesoro sono qui. Parlami.>> continuò, cominciando a sentire il panico attanagliargli lo stomaco. Piano piano, Harry alzò la testa e conficcò i suoi occhi verdi in quelli di Louis.

Il castano quasi non lo riconobbe. Harry era spaventato, così spaventato; più di quanto non lo avesse mai visto - e piangeva. I suoi occhi erano segnati da qualcosa di molto più primitivo della tristezza. Sembrava quasi avesse perso ogni piccola cosa.
<<Mi dispiace, Lou.>> sussurrò Harry con un filo di voce. Louis non capì. Strinse più forte i suoi ricci e avvicinò ulteriormente il volto a quello dell'altro.
<<Harry, non...non capisco. E' tutto a posto, sono qui. Non piangere>>
<<Lou, io...io non avrei mai voluto questo. Io solo- mi dispiace>>
Louis stava per riaprire la bocca e replicare, quando si accorse che qualcosa in Harry non andava. I suoi occhi scivolarono per sbaglio sulle sue ginocchia e si rese conto che i suoi pantaloni erano macchiati di rosso, così come le sue mani.

Sentì il respiro venire a mancargli. Harry era...sporco di sangue? Louis davvero non riuscì a capire; i suoi occhi cominciarono a scivolare ovunque fin quando non si concentrarono su un piccolo corpo che era posto vicino al riccio, il corpo di un lupo bianco ferito. Il sangue di cui Harry era sporco apparteneva a lui, quindi, a quel lupo.
<<Haz, cosa...>> lui non aveva nemmeno più le forze di fare una semplice domanda. Si portò entrambe le mani alla bocca, un improvviso senso di nausea che lo invadeva tutto.
<<Lou, non lasciarmi.>> lo implorò l'altro. <<Io non ce la faccio senza di te. Non- non lasciarmi>>
<<Io non ti lascio.>> disse immediatamente Louis. Allungò una mano per toccare il ragazzo, ma qualcosa di troppo forte lo tratteneva e gli impediva di avvicinarsi a lui. <<Tesoro, afferra la mia mano. Non ti lascio.>> ripetè, ma Harry diventava sempre più piccolo mentre lui veniva trascinato lontano, sempre più lontano, e Louis non capiva perché il riccio gli stesse implorando di non lasciarlo. Cercò di urlare e di dimenarsi per raggiungerlo, ma qualsiasi cosa lo stesse trattenendo era troppo forte per essere combattuta.

Gridò il nome di Harry finchè sentì di non avere più fiato in corpo, il buio che improvvisamente si faceva più fitto ed insistente intorno a lui infiltrandosi nel suo corpo e lasciandoci dentro la paura più totale....

E poi si svegliò di scatto, il nome di Harry ancora sulle labbra.

<<Ehi.>> lo accolse una voce dolce e preoccupata. <<Piccolo, era...era solo un brutto sogno. E' tutto a posto.>>
Louis cercò di mettersi a sedere, il respiro incontrollabile e il cuore che batteva così forte da sembrare impazzito. Sentiva le mani del riccio su di sé, calde e rassicuranti, talvolta sui capelli e a volte sulle spalle.
<<Lou, stai tremando.>> constatò Harry, riavvolgendo il corpo di Louis nella coperta. <<Cosa...cosa hai sognato?>>
<<Non me lo ricordo.>> ammise il castano, portandosi una mano sulla fronte e sentendo che era imperlata di sudore. <<Io credo...non lo so. Non lo so Haz, solo...puoi- puoi stringermi, per favore?>>
<<Ehi, shhh.>> cercò di calmarlo, prendendolo tra le braccia. <<E' tutto a posto adesso, ci sono io.>>

Louis immerse il viso nel petto di Harry stringendo forse la sua maglia con troppa forza, ma davvero non riusciva a capire cosa fosse appena successo. Era consapevole di aver fatto uno dei sogni più vividi di tutta la sua vita, ma davvero non ricordava cosa avesse sognato - e forse in parte era meglio così.
Il riccio rimase a cullarlo finchè non sentì che l'altro smetteva di tremare tra le sue braccia, sussurrandogli parole di conforto e non smettendo mai di accarezzarlo. Quando finalmente gli sembrò più calmo, decise di parlare.
<<Andiamo a casa adesso, va bene?>>

Salutarono Ashton con calore, promettendosi che si sarebbero rivisti presto. Il biondo fu incredibilmente gentile con Louis, chiedendogli mille e mille volte se si sentisse meglio dopo il sogno, e il ragazzo gli fu molto grato per quello. Era davvero una brava persona, ed era felice che fosse amico di Harry.

Una volta arrivati a casa cenarono velocemente. Louis aiutò il riccio a sistemare le nuove cose che avevano preso dalla vecchia casa - Harry che per tutta la sera rimase incredibilmente protettivo nei confronti del suo ragazzo.

Ora erano in camera del castano, entrambi che si preparavano per la notte.
<<Sono contento che siamo andati a prendere la tua roba. E...e che abbiamo conosciuto Ashton.>> disse Louis, per poi fare uno sbadiglio enorme. Harry ridacchiò.
<<Già, sono stato bene oggi.>> ammise piano. Osservò l'alrro prendere le cose che gli servivano in bagno, stando estremamente attento ad ogni suo movimento.
<<Harry?>>
<<Mmmh?>>
<<Non che mi dispiaccia che tu mi sta fissando, ma...davvero, sto bene.>>
Il riccio arrossì violentemente. <<No, uhm, ecco...sì mi piace fissarti, solo che...sono un po' preoccupato, tutto qui.>>
<<E' tutto a posto. Mi spiace averti spaventato, davvero.>> sussurrò l'altro, prima di lasciargli un veloce bacio sulle labbra. Poi sparì in bagno.

Sperò davvero che Harry gli avesse creduto, perché la verità era che da quando si era svegliato quel pomeriggio si sentiva decisamente strano. Scombussolato, con lo stomaco sottosopra e la testa vuota. Aveva cenato pochissimo, dando gli avanzi del suo pasticcio di patate a Harry e non riuscendo toccare nemmeno un pezzetto della torta che quella sera li stava aspettando. In bagno si muoveva con lentezza, sentendo ogni movimento estremamente pesante - la paura di quel sogno che ancora gli attanagliava lo stomaco.

Si lavò i denti dopo i soliti rituali per la pelle - che quella sera erano stati estremamente veloci - cercando di metterci meno possibile in modo da tornare dal suo ragazzo molto presto. Stava proprio riponendo lo spazzolino nel bicchiere accanto al lavandino dove c'era anche quello di Harry e di suo padre, quando notò qualcosa che non andava.

Sul fondo del lavandino c'era una goccia di colore rosso. Louis allungò un dito per tastarla, rendendosi conto che - come aveva immaginato - si trattava di sangue.
Le gocce divennero due, poi tre, poi quattro. Louis sentì il cuore precipitargli nello stomaco. Alzò la testa per guardarsi allo specchio, e si rese conto che il sangue proveniva dal suo naso.
Che strano. Non aveva mai perso sangue dal naso. Aprì di scatto il rubinetto per far scorrere l'acqua fredda e ci mise sotto il polso, come aveva visto fare molte volte quand'era piccolo ad altri bambini. Poi sciacquò via con l'altra mano i residui di sangue sotto il suo naso.

<<Lou, è tutto a posto lì dentro?>>
La voce di Harry lo fece trasalire. <<Sì, io...sto arrivando!>> gli promise. Aspettò finchè il flusso di sangue non fu completamente fermo; poi lavò via le tracce di rosso dal lavandino e gettò via la carta che aveva usato per ripulirsi. Il cuore gli batteva fortissimo quando aprì la porta....

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