Capitolo 98

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Quando smisero, fuori c'era già buio e probabilmente era ora di cenare. Forse addirittura di dormire. Erano distrutti. Distrutti e spezzati e così- innamorati, semplicemente. Condividere il loro dolore li aveva feriti ulteriormente, ma nel profondo sapevano che in qualche modo li aveva anche aiutati.

A un certo punto Harry afferrò il corpo di Louis - era così leggero, così piccolo e vulnerabile in quel momento - e lo portò sul letto con lui. Lo avvolse con le coperte, gli accarezzò via le lacrime e gli baciò piano le labbra.
<<Cerca di riposare, piccolo.>>
<<Non voglio riposare. Voglio solo- Harry->>
Louis si aggrappò con tutte due le mani alla maglietta dell'altro, e il riccio a quel punto capì esattamente cosa doveva fare per lui. Capì ogni cosa come se fosse stata scritta nel suo cuore molto prima che lui nascesse.
<<Quando ti sveglierai mi troverai qui. Te lo prometto. Va bene?>>
Louis fece segno di sì con la testa e Harry lo premiò con dolce bacio in cui raccolse la sua lingua languidamente. Questa volta, fu lui ad aspettare che l'altro si calmasse e addormentasse tra le sue braccia, prima di chiudere gli occhi.

Harry accarezzava distrattamente i capelli di Louis mentre lo osservava dormire. Non era la prima volta che lo faceva; gli capitava spesso di fermarsi a guardarlo durante la notte perchè magari non riusciva ad addormentarsi. Gli veniva naturale soffermarsi a guardare i particolari delle sue ciglia lunghe, i ciuffi ribelli che scappavano e gli accarezzavano la fronte e la sua pelle, la sua meravigliosa pelle chiara. Ed era in quei momenti in cui il suo cuore quasi scappava via dal petto, colmo di emozioni. Louis era così bello e importante. Lo sarebbe stato sempre.
Harry non ce la fece a svegliarlo, rimase immobile ad osservarlo riposare. Era sereno, docile e incredibilmente fragile al contempo mentre dormiva. Come se niente al mondo potesse fargli del male, era avvolto in una bolla di calore e spesso dalle sue braccia. E quando erano così, cuore a cuore, lui sentiva di essere la persona più fortunata del mondo. Perché non era possibile che tutta quella meraviglia gli appartenesse.
Avrebbe voluto con tutto sé stesso poter dire a Louis di riuscire a resistere. Ma non ci riusciva, non più. Ogni giorno era diventata una battaglia contro sé stesso per non trasformarsi - e seriamente, stava rischiando di impazzire. Non era pronto a lasciare Louis. Non era pronto a lasciare l'unico motivo che rendeva la sua vita degna di essere vissuta - soprattutto così presto. Dovevano fare ancora così tante cose insieme, dovevano ancora scoprire così tanti aspetti dell'altro - ma era troppo tardi. E l'unica cosa in cui poteva riporre speranza era la possibilità che Eleanor e Louis trovassero la cura. Perchè Harry l'avrebbe presa - a qualsiasi costo e cercando di non pensare - non pensare non pensare non pensare - alle possibili conseguenze.

Louis cominciò a muoversi sotto il tocco della sua mano e Harry lo svegliò definitivamente dandogli un bacio sulle labbra. Cercò solo un contatto semplice all'inizio, ma poi spinse la lingua all'interno della bocca del castano e gemette quando questo lui si lasciò baciare con naturalezza e trasporto. Quando si staccò, notò che l'altro era ancora incredibilmente triste e un po' stanco. Se Harry avesse potuto raccogliere il proprio e cuore e donarlo a Louis, lo avrebbe fatto all'istante. Lo amava così tanto - in quel momento forse più di sempre.

Lo abbracciò stretto e appoggiò le labbra al suo orecchio.
<<Vieni con me in un posto.>> sussurrò, per poi baciargli piano il lobo e prendendo a giocarci con i denti. Louis lo strinse più forte.
<<Voglio stare qui. Stare qui e stringerti. Non avremo più tempo fra poco. Ti prego, Harry...>>
<<Non sarà tempo sprecato.>> ribattè il riccio, staccandosi leggermente per guardarlo negli occhi. <<Ho una sorpresa. Fidati di me, Lou.>>

Louis ispirò a fondo. Non riusciva a dire di no a Harry quando gli faceva quegli occhi e il broncio da cucciolo, quindi lo sapeva che era una battaglia persa in partenza. Gli sorrise appena e poi si alzò dal letto, preparandosi per uscire. Non era ancora ora di cena, era pomeriggio inoltrato e il sole fuori era ormai tramontato da un pezzo. Quanto tempo avevano? Una notte, qualche ora? Giorni, una settimana? Non voleva pensarci. Voleva smettere semplicemente di pensare ma qualsiasi cosa facesse gli ricordava che presto, molto preso, Harry non ci sarebbe stato più.
E fu proprio in quel momento che il riccio gli afferrò una mano e lo portò alla macchina. Louis si rese conto di quanto si sforzasse per fargli credere che si sentisse bene. Ma lo conosceva abbastanza da notare quanto in realtà stesse soffrendo. Non solo per il malessere fisico, ma anche per il modo in cui gli sorrideva: gli sorrideva solo con le labbra, un movimento che non coinvolgeva gli occhi.
Si rese conto che una delle prime cose che aveva amato di Blaine era proprio il suo sorriso. Enorme e luminoso e privo di paure.

Una volta parcheggiato - erano in una via del centro del paese, nella zona che piaceva tanto a Louis per via dei negozi di dolci e di vestiti - Harry lo afferrò per stringerlo in un abbraccio e semplicemente, l'altro si lasciò stringere, abbandonando la testa nell'incavo del collo del riccio.
<<Non essere triste. Ho bisogno di vederti sorridere, Lou. Voglio ricordarti così, meraviglioso e spensierato e...tu. Semplicemente tu.>>
<<Non sono sicuro di riuscirci, Harry>>
<<Certo che ci riesci.>> insistè l'altro, staccandosi da lui ma tendendo una mano appoggiata sulla linea del suo collo. <<Voglio che facciamo una cosa, Lou. Voglio che immaginiamo di essere due ragazzi normali. Solo per oggi. Solo io e te, due ragazzi innamorati che vanno in un posto carino a mangiare qualcosa. Non voglio pensare che questi sono i nostri ultimi momenti e voglio che non lo faccia nemmeno tu. Voglio solo averti, Lou. Voglio baciarti, voglio amarti, semplicemente e dolcemente. Voglio ricordare questo di te. Di noi. Per favore?>>

Il castano si morse il labbro. Harry era splendente in quel momento: negli ultimi tempi non era quasi più abituato a vederlo così. Erano sempre tristi e stressati e di corsa, e i pochi momenti in cui poteva averlo completamente era sotto le lenzuola, quando semplicemente si addormentavano con il respiro dell'altro addosso o quando stavano a guardarsi per minuti interi dopo essersi toccati a vicenda - nelle orecchie ancora il vago ricordo dei gemiti dell'altro e le lenzuola che sapevano di loro, carne e desiderio.
E ora, eccoli lì. Così vicini dall'essere felici e afferrare tutto e al contempo perderlo in un istante e crollare. Ma se Harry aveva un ultimo desiderio, allora l'unica cosa che poteva fare Louis era esaudirlo. Non poteva negarglielo.

<<Va bene.>> si trovò a mormorare. Harry gli donò il sorriso più bello e genuino del mondo.
<<Okay.>> sussurrò a quel punto il riccio. <<Ti amo.>> soffiò, prima di rubargli un bacio al volo.
<<Io ti amo di più.>>gli rispose Louis dolcemente, prima di scendere dalla macchina.

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