Capitolo 120

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Non riuscirono nemmeno a capire come avevano fatto ad arrivare in camera da letto. Semplicemente avevano camminato senza mai lasciarsi andare, l'uno che rimaneva l'ancora dell'altro, aggrappati come se non volessero lasciarsi andare per nulla al mondo.
A un certo punto erano caduti sul letto, e c'erano stati tanti di quei sospiri <<Ti amo ti amo ti amo, così tanto che mi fa male, Harry>> e tanti di quei gemiti strozzati e modificati da piccole stupide lacrime che premevano per uscire <<Dio, ti amo anche io, più di prima, più di sempre, non smetterò mai, Lou>> che non erano nemmeno riusciti a concentrarsi su molto altro. Respiravano la pelle dell'altro soffiando parole incerte, temendo che da un momento all'altro tutto ciò che avevano potesse svanire come neve al sole. E sul letto si erano stretti, Louis che aveva immerso la testa nel petto del riccio e lì aveva ricominciato a esistere - lì tutto finalmente aveva senso ed era bello, rassicurante, caldo. I pezzi del suo corpo si modellarono perfettamente addosso a quello di Harry, completando il vuoto che si era creato in quei stupidi e terribili e infiniti giorni in cui avevano creduto che tutto fosse finito. E il puzzle era di nuovo completo, ora. Tutto era al suo posto, gli angoli modellati e perfetti, come il profumo della pelle di Harry tutto intorno a Louis, e i capelli di seta di Liuis che solleticavano il collo di Harry facendolo sorridere.

Rimasero così per molto tempo - per una vita intera, forse, per un'eternità modellabile a loro piacimento. Solo- respirando il corpo dell'altro, prendendo aria e poi lasciandola andare mentre sentivano la consistenza del corpo dell'altro pressato contro il proprio. Harry prese ad accarezzare i capelli dell'altro dolcemente, pura seta che levigava tra le dita e che lisciava distrattamente, il cuore nel petto che impazzito batteva come mille cuori, all'unisono con quello di Louis. Poteva sentirlo attraverso la stoffa della sua maglietta - il dolce tum tum, tum tum, tum tum di quell'organo che pompava sangue e dava vita. Il cuore di Louis batteva come se fosse il suo, come se fosse dentro il petto di Harry - e il riccio semplicemente non si era mai, mai davvero sentito migliore di così. Come se potesse avere tutto, come se finalmente potesse dire di essere sé stesso.

Avevano anche cominciato a togliersi i vestiti, a un certo punto, forse convinti di voler fare l'amore. Non si erano nemmeno baciati, in verità - solo, erano rimasti stretti l'uno all'altro succhiando e sfiorando con le lebbra porzioni di pelle mentre armeggiavano coi vestiti, ma a un certo punto si erano guardati e avevano notato che entrambi stavano tremando, così tanto e intensamente che avevano capito che non sarebbero andati proprio da nessuna parte, se avessero continuato così. Quindi si erano lasciati cadere sulle lenzuola, Louis che si era fatto piccolo piccolo vicino a Harry.
Il riccio non aveva alcuna fretta. Certo, desiderava il castano più di ogni altra cosa e il pensiero di averlo completamente - proprio come la notte prima di trasformarsi - lo fece rabbrividire tutto, ma poi pensò che ora avevano tutto il tempo del mondo. Il tempo di conoscersi veramente, di essere una coppia reale. Di parlare di sogni, futuro e chissà, di cosa avrebbero fatto dopo che Louis avrebbe finito la scuola.
Era tutto così nuovo e bello da far paura. E sì, Harry era così spaventato adesso, adesso che comunque era umano e non c'era più niente che potesse impedirgli di avere Louis completamente, di amarlo e vederlo felice, di prendersi cura di lui. Rabbrividì al pensiero, e come di riflesso strinse il castano più forte. Era così piccolo tra le sue braccia, ma era stato anche così coraggioso durante quei giorni. Non c'erano davvero parole per dirgli quanto intensamente lo amasse.

A un certo punto Louis alzò lo sguardo verso di lui, gli occhi così chiari da essere trasparenti, il nasino un po' rosso per aver pianto poco prima. La sua pelle era candida, da baciare e da mordere. Non ti ho mai amato così tanto.
<<Ehi.>> sussurrò timidamente, il principio di un sorriso che gli increspava le labbra.
<<Ehi, raggio di sole.>> soffiò Harry, sorridendo a sua volta. Accentuò le carezze ai capelli di Louis, poi si sporse per lasciargli un piccolo, fugace bacio all'angolo della bocca. Il ragazzo rabbrividì tra le sue braccia.
<<Cosa...cosa succede adesso?>> chiese il castano poi, sbattendo le lunghe ciglia. La sua voce era un sussurro roco, quasi come si dovesse spezzare da un momento all'altro.
<>Adesso succede che sono umano.>> rispose Harry semplicemente, lo sguardo devoto e serio. <<Succede che puoi tenermi con te per sempre.>>

Louis non sorrise. Si limitò a guardare le labbra di Harry, insistentemente, come se non riuscisse più a trattenersi dal baciarlo. Poi però chiuse gli occhi e inspirò a fondo.
<<Non sono così forte da sopportare tutto questo. Voglio dire, il mio cuore sta- sta come impazzendo.>>
Harry ridacchiò. <<Sta battendo così forte.>> ammise, strofinando il naso sulla fronte di Louis. Gli lasciò un bacio leggero proprio lì.

Tum tum, tum tum, tum tum.

<<Riesci ancora a sentirlo?>> domandò Louis, un accenno di curiosità nella sua voce.
<<Sì. Non mi sento molto diverso da prima, in realtà, solo- adesso non mi trasformo più. Sono...umano, sì, completamente umano.>>
Louis lo strinse più forte, poi lasciò un bacio lì, al centro del suo petto, dove arrivava con le labbra.

Rimasero in silenzio per un po', poi Louis alzò di nuovo la testa per poter guardare Harry. Gli occhi del castano erano grandi e leggermente lucidi - era così bello in quel momento, era meraviglioso, e Harry semplicemente se avesse potuto avrebbe scacciato via il suo dolore perché non voleva vederlo così.
<<Dimmi che non è un sogno.6> mormorò, stringendo forte la stoffa della maglietta di Harry. <<Solo, dimmi- dimmi che a un certo punto non mi sveglierò e non ti troverò più qui accanto a me. Perchè Haz, io non credo che riuscirei a- a sopportarlo.>> ammise Louis, la voce che alla fine si era inevitabilmente incrinata.
Harry accarezzò i suoi capelli e con la stessa mano poi scese per artigliare il collo di Louis. <<Questo non è un sogno.>> disse. <<Siamo qui e siamo noi, Lou. Siamo reali, io ti sto stringendo e sono umano. Lo sarò per sempre. Non ti lascerò mai più. Andrò ovunque tu andrai, proprio come ti ho promesso.>>
Louis si morse il labbro e una piccola lacrima nacque dal suo occhio sinistro, scivolando sulla guancia e lasciando una piccola scia sulla pelle. Harry si sporse per raccoglierla con le labbra.
<<Puoi piangere, se vuoi.>> soffiò il riccio sulla sua pelle. <<Lo sai. Non nascondermi cosa provi. Io sarò qui per tenerti al sicuro e farti stare meglio.>>

Louis deglutì, e solo dopo si lasciò scappare un piccolo gemito.
<<E' che io- io pensavo che non tornassi più, Harry.>> ammise, le lacrime che adesso scendevano una dopo l'altra. <<Ti ho visto mutare, ho visto quanto hai sofferto e- e non potevo fare nulla, non potevo impedirlo e mi sentivo così impotente, Haz>> Louis a quel punto singhiozzò, un suono forte che lo destabilizzò e che lo costrinse a piegarsi un pochino in avanti.
<<E- e poi Stan ti ha fatto del male, ti ha ferito davanti ai miei occhi, ha- ha minacciato di ucciderti e io- io...volevo solo allungare una mano e proteggerti e portarti via da questa cazzo di vita ingiusta ma non potevo farlo, Haz, non potevo e- e mi dispiace, mi dispiace così tanto>>
<<Shhh.>> gli disse Harry all'orecchio, con dolcezza. Allungò le mani per afferrare il volto di Louis e con delicatezza strofinò via le sue lacrime con i pollici. Fece male vedere l'altro piangere. Fece male vedere quanto aveva sofferto, quanto durante quei giorni si fosse spezzato e poi ricomposto e poi spezzato ancora. Appoggiò la fronte alla sua e lasciò che si sfogasse, mentre disegnava cerchi distratti sulla sua schiena con un braccio mentre con l'altra mano trascinava via lacrime....

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