Capitolo 69

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E forse fu proprio in quel momento che capì di essere innamorato di Harry....

Di non poter più tornare indietro, perché Harry era diventata la cosa più bella della sua vita, la sua certezza. Non c'era nessun altro ragazzo che voleva al suo fianco durante quell'evento, non qualcuno che fosse completamente normale e umano. Voleva solo Harry, voleva specchiarsi nei suoi occhi smeraldo e voleva sentire il cuore sussultare ogni volta che gli sfiorava le labbra o lo prendeva tra le braccia.

E fu anche il momento in cui promise a sé stesso che avrebbe trovato una cura per Harry. Costi quel che costi, avrebbe trovato il modo di tenerlo con sé per sempre, sconfiggendo la sua maledizione per stare con lui per il resto della sua vita. Non voleva nient'altro. Il riccio lo ispirava, lo rendeva migliore, lo incoraggiava e lo proteggeva. Aveva cambiato ogni piccola cosa e colmato ogni vuoto con i suoi meravigliosi sorrisi.
E forse non c'era nemmeno un momento in cui avesse cominciato ad amarlo. Lo amava da sempre, dal momento in cui aveva scoperto che era il suo lupo. Forse anche prima, solo che non poteva lasciarsi andare perché non sapeva la verità, quando lo aveva incontrato in biblioteca quel giorno d'estate.

Louis ballò e cantò con un sorriso enorme sulle labbra, prendendo tra le braccia alcune ragazze di tanto in tanto. Arrivò il momento in cui dovette cantare una piccola strofa; sentì un po' di strana inquietudine avvolgergli il petto, ma non appena guardò Harry, gli occhi smeraldo di questo scacciarono via ogni paura.

La sua performance terminò con uno scatto del braccio destro in avanti e, senza farlo apposta, lo tese verso di lui. Aprì le dita, quasi come se Harry potesse allungare le sue, superare il pubblico e sfiorargliele delicatamente. Si sorrisero in modo dolce, e Louis ebbe la conferma di ciò che aveva elaborato durante tutta l'esibizione: Era innamorato di Harry.
Così tanto che faceva male a livello fisico, così tanto che gli sembrava che ogni respiro, più che alla sua vita, fosse rivolto a quella di Harry. Cercò di gridarglielo con gli occhi, in qualche modo sapendo che sarebbe arrivato il momento in cui avrebbe trovato il coraggio di dirglielo anche con le parole.

Diversi minuti dopo, tutti e tre i gruppi che si erano esibiti vennero chiamati sul palco per l'annuncio del vincitore. Louis teneva per mano sia Eleanor che Perrie, tutti e tre stringevano gli occhi e si mordevano le labbra. Lui aveva l'impressione che il suo cuore stesse per scoppiare.
La presentatrice, una donna dal visetto tondo e simpatico, annunciò con gioia che il club vincitore era proprio il suo. Il castano non seppe capire cosa accadde immediatamente dopo; sentì alcune braccia avvolgerlo e le grida invadergli le orecchie; sentì le proprie labbra distendersi in un enorme sorriso e qualche lacrima che cominciava a scendere.
La verità era che non si era ancora abituato a quelle piccole, incredibili soddisfazioni.

A un certo punto si voltò e trovò Harry intento a saltellare e battere le mani. Quando incontrò i suoi occhi, per Louis non esistette più nulla: non più le grida delle gente o le braccia degli altri che lo cercavano. C'erano solo loro, Louis e Harry, blu e verde connessi da qualcosa di invisibile e al contempo indelebile e forte.

Scese dal palco, superò diverse file di persone che esultavano e finalmente - finalmente - fu di fronte a lui. Non aspettò un secondo di più a gettarsi tra le sue braccia, calde e rassicuranti.
E quella forse era la vera vittoria. Non di per sé il piccolo trofeo delle provinciali e le parole di incoraggiamento del professor David o ancora, i complimenti delle ragazze e i ragazzi del club. Solo, le braccia di Harry e le sue labbra premute sulla sua tempia.

<<Vorrei che non finisse mai, Lou.>> gli mormorò all'orecchio, stringendolo più forte. E in quel momento Louia lo amò così tanto che rischiò di scoppiare a piangere. Si limitò a nascondere la testa nella spalla del riccio e lasciargli un piccolo bacio proprio in quel punto, in modo che nessuno attorno a loro lo notasse.

Cenarono qualcosa di veloce insieme agli altri del club in un bar che trovarono per strada, poi decisero di tornare a casa all'unanimità perché comunque erano molto stanchi. Guidò Harry quella sera, ogni tanto regalandogli sorrisi timidi e cercando la sua mano al di là del cambio.
Non avevano parlato molto dopo la vittoria di Louis. C'erano troppe cose da dire, per cui si limitavano a rimanere in silenzio, gridandosi tutto con gli occhi. Il castano sentiva, mano a mano che si dirigevano verso casa, qualcosa di caldo avvolgergli con sempre maggior insistenza lo stomaco e il petto.

Più guardava Harry - il profilo del suo mento, la linea che netta e morbida scendeva sul collo, il pezzetto di petto che la camicia lasciava scoperto - più si rendeva conto di volerlo. Si erano detti di aspettare il momento giusto, era vero; si erano detti di voler rendere tutto speciale perché era la prima volta per entrambi. Ma lui non riusciva a non pensare alle mani di Harry sul suo corpo e al respiro spezzato che ne sarebbe derivato. Aveva paura, sarebbe stato uno stupido a dire che non ne aveva, ma non aveva mai desiderato qualcuno così tanto.

Quando arrivarono, il riccio gli prese una mano e lo condusse in camera, voltandosi di tanto in tanto per sorridergli. Una volta arrivati, Harry si tolse le scarpe e le gettò da qualche parte lontane, poi prese la maglietta e i pantaloni del pigiama, diede un fugace bacio a Louis sulle labbra e si chiuse in bagno.
A quel punto fece un respiro profondo e si guardò allo specchio. Aveva gli occhi che brillavano di una luce allegra e vivace, e non poteva fare a meno di notare quanto la presenza di Harry gli avesse fatto bene in quelle settimane. Era più rilassato, per prima cosa; niente più occhiaie e mania per la perfezione assoluta della pelle. Era un ragazzo come tanti, sbarazzino e dall'aria innocente; e a Harry piaceva per quello che era, niente di più....

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