Capitolo 16

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<<Ciao.>> disse con un filo di voce, rendendosi conto di essere improvvisamente teso. Prima Louis aveva potuto solo osservarlo di sfuggita, ma ora poteva finalmente indugiare sui lineamenti di quel ragazzo. E dovette ammettere che aveva sbagliato, perché a primo impatto aveva pensato che fosse bello. Ma era molto più che bellissimo. Era il ragazzo con il viso più dolce e incredibile che avesse mai visto in vita sua. Nonostante i ricci castanu scompigliati qua e là e il viso stanco, i suoi occhi avevano la capacità di illuminare l'intera stanza. Erano enormi. Enormi e perennemente spalancati. E color verde, come Louis aveva notato qualche istante prima che arrivasse l'ambulanza.

<<Ehi, ciao.>> lo salutò il ragazzo dolcemente, curvando le labbra in un sorriso caldo e sincero.
Louis perse un battito. <<Stai bene?>> gli chiese, la voce calda e roca, una voce che non potè fare altro che associare a quella di un usignolo. Un usignolo dalla voce angelica.

Il castano si morse il labbro inferiore. <<Sto bene, grazie. Ma dovrei essere io a farti questa domanda.>> mormorò.
Gli occhi di Louis scattarono improvvisamente sulla sua mano, intrecciata a quella del ragazzo all'altezza della metà del letto. Appena se ne accorse, tolse la sua, imbarazzato da morire. Aveva raccolto la mano del ragazzo poco prima di addormentarsi, quando i medici gli avevano detto che ormai era fuori pericolo. Aveva aspettato che si svegliasse, ma durante l'attesa si era addormentato - senza lasciargli andare la mano, a quanto pareva.

<<Ehm...>>cominciò Louis, la voce titubante e le guance probabilmente di un colore rosso accesso <<ti chiedo scusa, io...>>

<<Non c'è nessun problema.>>  lo interruppe il riccio, sorridendogli in quel modo da togliere il fiato. <<Non mi dava fastidio. >> continuò poi, abbassando bruscamente il tono di voce.
Louis non era mai stato bravo in quelle cose, ma non era abbastanza ingenuo da non leggere la sfumatura di calore che aveva assunto la voce del ragazzo, o il fatto che i suoi occhi si erano fatti un pochino più intensi. Dovette deglutire per realizzare che aveva ancora un corpo che poteva effettivamente usare a suo piacimento.

<<Comunque io sto meglio.>> affermò il ragazzo-occhi smeraldo subito dopo, cambiando atteggiamento in pochi secondi. I suoi occhi tornarono ad essere tondi e avvolgenti e la sua voce di un tono normale - anche se a Louis piaceva da morire anche quando era così. Si disse che quella cosa era preoccupante. <<Grazie a te.>> aggiunse poi, guardandolo intensamente, in un milione di taciti ringraziamenti che non sarebbero mai, mai stati abbastanza. <<Mi...mi hai salvato la vita.>>

Il modo in cui lo disse stordì Louis. Non tanto per gli occhi o per la voce, questa volta, ma per il modo in cui lo disse, l'intensità che mise dentro quelle parole. Come se in quel momento ringraziarlo fosse la cosa più importante del mondo, come se tutto, ogni piccola cosa, dipendesse da quello.

E non seppe perché rispose in quel modo, ma proprio non riuscì a impedirselo.
<<Beh, immagino che il mio cuore sapesse che era la cosa giusta.>> mormorò. Forse, a conti fatti, chiunque altro lo avrebbe fatto al posto suo. O forse no. Ma Louis in ogni caso aveva saputo, lo aveva saputo e basta, nel profondo del cuore, che non avrebbe potuto fare altro che inginocchiarsi accanto a quel ragazzo e tentare di salvargli la vita. Era come se il suo corpo si fosse spinto da solo in avanti, lo avesse costretto a correre correre correre per salvare la vita di una persona che non conosceva. Che non conosceva con il corpo e la mente, per lo meno, perché era come se invece la sua anima sapesse alla perfezione chi fosse.
<<Chiunque altro al tuo posto avrebbe dato di matto. Io- io non so davvero come un semplice grazie possa bastare.>> ammise il moro.
<<Beh, potresti dirmi come ti chiami, tanto per cominciare.>>
Il ragazzo rise. <<Mi chiamo Harry.>> disse, sorridendo ampiamente e abbassando lo sguardo. Aveva la ciglia lunghissime, che gettavano una piccola ombra sulla pelle appena sotto i suoi occhi.
Louis lo conosceva da qualche minuto, e gli aveva già fatto perdere molte vite.

<<Beh, Harry, credo che un grazie per adesso sia sufficiente.>> ammise, sorridendogli, nel tentativo di dimostrargli che era sereno, che si sentiva bene, davvero bene, che incredibilmente dopo tanto tempo si sentiva sé stesso. <<Al resto credo che potremo pensare più avanti.>>

Entrambi risero, alzando gli occhi di tanto in tanto e incrociandoli e sentendo un piccolo fremito nel farlo.
<<Io sono Louis, comunque.>> disse il castano, dopo aver ripreso fiato.
<<Lo so.>> ammise Harry, sembrando improvvisamente imbarazzato, le guance leggermente arrossate e uno strano luccichio negli occhi. <<Quel giorno di quest'estate ti ho praticamente inseguito per tutto il negozio per poter sentire come ti chiamavi.>>

Louis si morse il labbro, per impedirsi di scoppiare a ridere nuovamente. Aveva capito fin da subito che Harry era il ragazzo della libreria, ma sentirglielo dire fece sembrare tutto più reale. Ricordò il giorno di quell'estate con nostalgia e un piccolo formicolio al cuore.
Harry era stato carino con lui quel giorno. E non poteva negare che la sua dolcezza lo aveva disarmato fin da subito. Era un ragazzo impossibile da non notare e ancora meno improbabile da dimenticare.
<<Il ragazzo dei segnalibri.>> mormorò, guardando Harry negli occhi e abbassando il volto nel farlo, come se lo volesse studiare, come se volesse imprimersi sulla pelle ogni piccolo movimento del suo viso.

<<Beh, mi hanno chiamato in modi peggiori.>> scherzò, facendolo ridere. Era incredibile il fatto che scherzassero come se si conoscessero effettivamente da una vita. Come se in qualche modo si stessero aspettando, nonostante non lo potessero sapere o capire a livello razionale. Ogni volta che Louis guardava gli occhi di Harry e lui lo ricambiava, si sentiva a posto e al sicuro, come poche altre volte era successo in vita sua. Quei due cerchi così caldi e sempre diversi a seconda della luce, o del modo in cui Harry si muoveva o addirittura sorrideva, stupivano Louis in modo diverso ogni momento. Non si sarebbe mai stancato di guardarlo. Desiderò con tutto sé stesso poter avere la sua macchina fotografica con sè in quel momento, per poter immortalare i suoi occhi e custodire la foto e magari metterla vicina a quella del suo lupo...

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