Capitolo 159

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Io non commentooooo! Chiedo perdono.


Harry bussò con le nocche sulla porta aperta della cucina, osservando la figura di spalle che si muoveva per preparare quello che aveva tutta l'aria di un caffè con dell'aggiunta di cacao. Si schiarì la voce, e fu in quel momento che Mark si girò, gli occhi furbi e le labbra leggermente sporche di quello che sembrava residuo di lette, o forse panna.
<<Oh, uhm...Harry. Ciao. Entra pure, ragazzo.>>
Il riccio sorrise cordialmente e senza aspettare che l'altro dicesse altro si sedette al tavolo della cucina, incrociando nervosamente le mani sotto questo in modo che nessuno le potesse vedere. Si mordicchiò il labbro, maledicendosi almeno mille volte per essere così agitato in quel momento. Perché doveva perdere le parole proprio quando ne aveva bisogno come aria da respirare?
<<Vuoi una tazza di caffè?>> chiese Mark ruotando solo metà del capo dalla sua parte. <<L'ho appena fatto.>>
Harry annuì con vigore. <<La ringrazio, signor Tomlinson.>>
<<Ti avrò detto almeno un milione di volte di non chiamarmi così, Harry. Chiamami solo Mark, va bene?>>
Il ragazzo ridacchiò, un suono che sembrava nervoso persino alle sue stesse orecchie. Osservò l'uomo versare la bevanda scura dentro due piccole tazze bianche coi motivi a fiori blu, e per qualche motivo le rose gli ricordarono vagamente gli occhi di Louis, quando assumevano una tonalità più scura.
<<E' bello, sai.>> borbottò Mark a un certo punto, sedendosi di fronte a Harry e porgendogli la tazza di caffè. <<Quello che fai per Louis, intendo.>>
<<Oh.>> si limitò a dire. Veniva a trovarlo tutti i pomeriggi da quando Louis non poteva praticamente spostarsi dal letto, aiutando Mark a prendersi cura di lui. Andava spesso a fare la spesa se l'uomo doveva lavorare e si era anche offerto di pulire la casa – cosa che non gli pesava affatto, non con Louis che aveva bisogno di recuperare le forze. Mark la maggior parte delle volte lo premiava facendolo rimanere a cena e permettendogli di dormire da loro in modo lecito molto più spesso, durante la settimana. E naturalmente, quando non lo faceva, Harry trovava sempre il modo di raggiungere Louis e dormire con lui.
<<Non deve ringraziarmi, Mark. Davvero, lo faccio più che volentieri.>> ammise, rigirandosi la tazza calda tra le dita in attesa che il caffè si raffreddasse.
<<Non tutti lo farebbero.>> continuò l'uomo, aggiungendo un'indeterminata quantità di zucchero alla sua tazza. <<Voglio dire...si vede che ci tieni a lui.>>
<<Più di ogni altra cosa al mondo.>> rispose semplicemente Harry, e quella non era nient'altro che la verità. Mark gli sorrise e lui non riuscì a evitare di imitare quel gesto, pensando che in qualche modo assomigliasse a Louis in quel momento, con il viso concentrato in quella determinata espressione.
<<E' cambiato moltissimo da quando sei arrivato tu. Lo posso vedere.>> borbottò velocemente l'uomo, arrossendo leggermente. Si toccò il cappello sulla testa distrattamente, senza mai guardare un punto preciso. <<Non so esattamente cosa tu abbia fatto, ma...lo hai reso felice, Harry. Non che prima non lo fosse, solo- era spento, perso. Tu gli fai davvero bene. E' come se lo avessi salvato, non...non so se puoi capirmi.>>
<<Invece la capisco benissimo.>> mormorò il riccio, sbattendo le palpebre e sentendo il cuore battere più veloce. <<E davvero lei non può lontanamente immaginare quanto Louis abbia salvato me. Quanto continui a farlo ogni giorno.>>

Mark si bagnò piano le labbra per raccogliere i residui del caffè che aveva già finito. <<Già. Beh, è fortunato ad aver trovato te, Harry. Voglio dire- ho sempre voluto che lui fosse felice, solo questo. Che stesse al sicuro e che non si facesse del male. E in qualche modo vedo che con te tutto questo succede, quindi, solo>>
<<Mi creda quando le dico che sono io il vero fortunato, signor Tom- Mark!>> si corresse il ragazzo, all'occhiataccia del padre del suo fidanzato. <<Voglio dire, Mark. Dico davvero.>>
<<Uhm, okay.>> grugnì Mark, grattandosi il collo. <<Comunque sia...grazie, Harry. Per tutto. Non te l'ho mai detto e mi dispiace per questo, ma voglio che tu sappia che io sono davvero orgoglioso del vostro rapporto. Spero che possiate essere felici più a lungo possibile. Vi...vi auguro il meglio.>>

Il cuore del riccio in quel momento si sciolse, scivolando in un punto impreciso nel suo stomaco. Forse capiva perché Louis era un ragazzo così straordinario: aveva avuto un padre meraviglioso. Un padre che gli aveva insegnato degli ideali e che per lui aveva voluto solo il meglio e che aveva sofferto tantissimo quando alla morte di sua madre aveva dovuto cambiare lavoro, scegliendo di spostarsi in continuazione per dare al figlio la vita che desiderava. Era umile, dolce e speciale, e si rese conto di volergli molto bene. Forse perché in realtà non aveva mai avuto un padre e una figura come Mark effettivamente gli mancava. Sentì qualcosa di brutto contorcersi al livello del suo stomaco quando si ricordò il suo vero padre, quello che una vita intera prima lo aveva tenuto fermo in una vasca e aveva aiutato sua madre a fargli del male.

<<Io, uhm...g-grazie, Mark.>> balbettò in qualche modo, incapace di dire altro. Forse un giorno gli avrebbe detto che gli voleva bene. Sì, avrebbe decisamente trovato il coraggio di farlo. Ma ora doveva concentrarsi su Louis, e su quello che era venuto lì per fare.
<<Mark, posso...posso farle una domanda? Dovrà rispondermi con la più totale sincerità.>>
Si sentì un po' in soggezione quando l'uomo aggrottò la fronte. <<Certo che risponderò con sincerità, ragazzo. Non dico mica le bugie, io. Dovresti saperlo.>>
<<Uhm...okay.>> disse piano. Prese un bel respiro e dopo di che trovò il coraggio di guardare Mark negli occhi. <<Lei si fida di me?>>
Mark sembrò ancora più perplesso. <<Non capisco dove tu voglia arrivare.>>
<<In base a tutto quello che ho fatto e tutto quello che lei mi ha detto fino ad ora. Solo- risponda. Si fida di me?>> chiese nuovamente Harry, sporgendosi leggermente in avanti con il petto.
<<Io...io credo di sì, Harry. Sì, mi fido. Ma...continuo a non capire.>>
<<Perfetto.>> sentenziò. <<Ho davvero bisogno che lei si fidi di me, Mark, perché sto per chiederle il permesso di portare Louis via con me.>>

Se in quel momento Mark avesse avuto in bocca qualcosa, sicuramente lo avrebbe sputato. Per fortuna aveva finito la sua bevanda già da un pezzo, per cui si limitò a spalancare gli occhi e muoversi un pochino sulla sedia.
<<Che cos'è, uno scherzo ragazzo? Spero che tu non sia serio>>
<<Lo sono moltissimo, invece.>> replicò, deglutendo a fatica subito dopo. Quante probabilità c'erano che l'uomo non andasse a prendere il suo amato fucile? <<Mark, prima di dire qualsiasi cosa o di saltare a conclusioni affrettate, provi ad ascoltare quello che sto per dirle>>
<<Harry, apprezzo davvero quello che hai fatto per Louis. Ero serio prima, non scherzavo nel modo più assoluto. Ti ritengo un bravo ragazzo, e penso che non potrò mai ringraziarti abbastanza per aver fatto quello che hai fatto, ma questo non giustifica la tua richiesta. Tu e Louis siete giovanissimi, ci hai pensato? Andare a vivere insieme è un passo estremamente importante, metterebbe ogni cosa in discussione. Quindi la mia risposta è>>
<<Ho motivo di pensare che la vita di Louis sia in pericolo, Mark.>> lo interruppe Harry, il fiato corto per aver parlato senza fermarsi un attimo ma soprattutto senza filtri. Ecco ciò che cercava di negare a sé stesso tempo. Aveva paura per la vita di Louis, e doveva trovare un fottuto modo di portarlo via di lì e farlo stare meglio.

Mark si irrigidì di colpo. Se Harry si concentrava poteva sentire perfettamente i battiti accelerati del suo cuore.
<<In...in pericolo?>>
<<Sì, Mark. Io...è davvero complicato, lei deve credermi. Non so davvero come spiegarlo, ma è qualcosa che sento dentro. Che c'è qualcosa che non va. Devo fare qualcosa per salvare Louis, mi capisce? Qualsiasi cosa. Lui lo ha fatto con me. Mi ha salvato tante di quelle volte, e adesso semplicemente non posso starmene qui a guardarlo mentre peggiora di giorno in giorno. La prego, mi dica che mi capisce>>
L'uomo scosse la testa. <<Certo che ti capisco ragazzo mio, ma non posso lasciare che porti via Louis solo perché pensi di dover ricambiare qualcosa che lui ha fatto per te.

Harry si morse il labbro. Okay, quella carta era davvero brutta da giocare, ma non aveva più alcuna alternativa.
<<Louis lo fa per lei, signor Tomlinson.>> ammise Harry in un sussurro. <<Non vuole che lei lo veda soffrire, per questo vuole andare via.....>>

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