Capitolo 22

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Mancavano pochi minuti alle nove, quando Louis verso il caffè nel latte che aveva preparato in due tazze poco prima, con calma, in modo che si formasse così una leggera schiuma. Adorava la schiuma del cappuccino e del caffè, e il suo odore, anche. Era avvolgente e forte; solo annusando il caffè si capiva che era qualcosa destinato a svegliare, a rendere una persona più attiva, ad aiutarla a vivere.

Mise nella sua tazza un paio di cucchiaini di zucchero, poi mescolò velocemente e portò la bevanda alla bocca. Chiuse gli occhi per assaporarla meglio, e non potè impedirsi di reprimere il piccolo gemito di soddisfazione che gli era nato dalla gola. Era davvero rigenerante.

<<Ehi, buongiorno.>> disse una voce adorabile e pasticciata dietro di sé, e Louis trasalì. Si voltò all'istante, trovandosi di fronte a una versione di Harry trasandata e incredibilmente dolce. Aveva i ricci sparsi ovunque, un po' schiacciati sulla tempia sulla parte destra e un po' più sbarazzini su quella sinistra; gli occhi ridotti a una fessura per la luce che entrava in cucina.

Era la prima volta che lo vedeva alla luce del giorno. La sua pelle era un pò più scura di quella di Louis - che era davvero molto pallido, una caratteristica che aveva ereditato dalla madre - e i suoi occhi avevano assunto una nuova sfumatura. Louis si chiese se cambiassero ogni giorno. O magari ogni minuto. A seconda della gradazione della luce, o della posizione del sole di giorno o delle stelle di notte. Era di fatto un colore inesistente, quello dei suoi occhi - e si disse che un colore del genere sarebbe potuto diventare facilmente il suo preferito.

<<Ehi, buongiorno, Harry.>> si affrettò a dire, appoggiando la tazza dietro di sé e sentendo improvvisamente il suo corpo risvegliarsi, come un bocciolo che si schiudeva - e non era certo per la caffeina appena bevuta. <<Dormito bene?>>.
Harry si grattò la nuca e gli sorrise, tenendo solo un occhio aperto. <<Tanto bene. Non dormivo così bene da tempo. Posso tornare a dormire dopo?>> scherzò, mordendosi poi il labbro deliberatamente. Perchè sembrava così sexy appena sveglio?Louis era abbastanza sicuro di sembrare uno spaventa-passeri, o magari una versione un po' più umana di Casper.
<<Beh, io dovrei andare a fare la spesa, dopo. E sarebbe meglio che venissi con me, visto che non so quali siano i tuoi piatti preferiti, e non voglio di certo cucinarti qualcosa che non ti piace.>>
Harry spalancò leggermente gli occhi, come se sembrasse stupito per quello che Louis aveva appena detto. <<Tu...tu cucineresti per me?>> chiese con il tono più ingenuo al mondo, che smosse qualcosa di profondo nello stomaco di Louis. Ebbe la terribile sensazione che Harry non fosse abituato a ricevere attenzioni. E improvvisamente, il fatto che la sera prima avesse pensato che poteva sentirsi solo proprio come a volte si sentiva lui, lo colpì come una certezza.
<<Certo, Harry.>> rispose Louis con un tono di ovvietà.

Harry avvolse il suo stesso corpo con le braccia - e Louis in quel momento pensò che era così piccolo, così fragile rispetto ad altri momenti in cui lo aveva osservato, ed era in quei momenti che quasi il respiro gli si mozzava in gola per il desiderio assurdo di stringerlo tra le braccia e proteggerlo dalla crudeltà del mondo, anche se a conti fatti non poteva sapere che cosa gli fosse successo.
<<E' che...è una cosa che nessuno mi dice da tempo.>> ammise il riccio avvicinandosi a lui con lentezza, senza smettere di guardarlo. Louis indietreggiò istintivamente, colpendo il bancone dietro di lui.
<<Stavi...facendo colazione?>> chiese poi Harry, dando un'occhiata dietro di lui e probabilmente individuando le due tazze fumanti.
Louis annuì.
<<Sì, stavo...preparando qualcosa per entrambi. Spero ti piaccia il cappuccino.>>
Harry alzò un angolino della bocca. <<Lo amo.>> mormoró con voce roca e osservandolo con quei dannati occhi in cui Louis non riusciva a guardare senza sentirsi inghiottire da un abisso profondo. Dovette distogliere lo sguardo e deglutire per potersi concentrare di nuovo.
<<Hai...qualcosa proprio qui.>> gli disse Harry, allungando un dito e raccogliendo un po' di schiuma che si era raccolta sul suo labbro superiore, come a formare dei baffi. Louis fremette sentendosi sfiorare da lui al livello delle labbra, e non riuscì proprio a distogliere lo sguardo da Harry che portava poi l'indice alla bocca e assaggiava la schiuma del maledetto cappuccino.

Rimasero immobili, Louis che guardava in basso sentendo il suo cuore praticamente esplodergli nel petto e Harry che lo osservava intensamente senza dire una parola.

Poi si voltò leggermente per poter raccogliere la tazza di Harry. <<Tieni, questa è tua.>> disse, in un disperato tentativo di spezzare il silenzio e smuovere la situazione che si era creata - perché nel giro di qualche istante sarebbe diventato di un colore più rosso del maglione che indossava in quel momento - ma il riccio avvolse una mano attorno al suo posto e la accompagnò verso il bancone, aiutandolo così a rimettere giù la tazza.
<<Il cappuccino può aspettare, Louis.>> mormorò Harry, facendosi più vicino. Infilò le dita tra quelle di Louis che avevano appena abbandonato la tazza, senza smettere un singolo momento di guardarlo negli occhi.

Louis sentì il bisogno di aggrapparsi a qualcosa, qualsiasi cosa, così allungò l'altra mano e artigliò il bancone dietro di lui per impedire al suo stesso corpo di cedere.
Harry lo sovrastava. Poteva anche essere qualche centimetro più alto di lui, ma in quel momento si sentiva così piccolo e inerme sotto quei suoi occhi meravigliosi.......

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