Capitolo 64

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A volte, Harry e Louis si guardavano negli occhi e si chiedevano tacitamente come fare a fermare il tempo. Perché andava avanti inesorabilmente, sulle loro pelli; vedevano momenti su momenti scorrere loro davanti e cercavano di afferrarli con più forza che potevano, ma non ne erano in grado.
I minuti si sommavano alle ore che diventavano giorni, e più il tempo scorreva, più l'inverno – quello vero, quello con la neve, quello che faceva diventare il fiato che usciva dalla bocca bianco e visibile, come una nuvola di fumo – si avvicinava, ricordando loro quanti pochi momenti ancora avevano insieme da vivere.

Quando ci pensavano, finivano per fare sempre qualcosa l'uno per l'altro. Harry stringeva di più Louis prima che si addormentassero insieme sul letto, o Louis baciava Harry con più insistenza, aggrappandosi alle sue spalle come da quel gesto ne dipendesse la vita stessa.
Ma la verità era che cercavano con tutti loro stessi di non pensarci. Di non cedere e sentirsi tristi, perché quello sarebbe stato tempo sprecato. Era inutile usare il tempo che avevano a disposizione disperandosi; dovevano concentrarsi su quello che avevano, che per certi versi era molto più prezioso di quello che altre persone possedevano. Loro avevano la magia di pensare che un bacio potesse essere l'ultimo, che quella volta le mani dovevano stare più strette o accarezzare meglio la curva del collo perché poi forse non avrebbero più avuto la possibilità di farlo. E allora godevano ogni minuto in modo diverso. Tracciando le linee sulle guance con più foga e devozione, percorrendo con la lingua il profilo del mento dell'altro con più avidità, finchè il sapore della pelle dell'altro non diventava parte di loro.

E tutto quello allo stesso tempo faceva paura. Perché era grande, troppo grande per due corpi soli, così giovani, così inesperti e spaventati di ferirsi, di farsi del male a vicenda. Spesso il castano si addormentava tra le braccia di Harry chiedendogli: E se domani fosse il tuo ultimo giorno, Haz?
Il riccio chiudeva gli occhi e si mordeva il labbro inferiore, stringendo l'altro più forte e ripetendosi che quelle sensazioni lo avrebbero accompagnato anche da lupo. Non si sarebbe mai potuto dimenticare del sapore delle labbra di Louis, o del tono della sua voce, la morbidezza della sua pelle. Il colore dei suoi occhi, che Harry aveva cercato di imparare a memoria osservando vecchie foto o contemplandoli mentre l'altro non si accorgeva che lo stava fissando, perché intento a fare i compiti, o scattare fotografie, o guardare i suoi film preferiti. Dopo, non trovava mai le parole giuste da dire a Louis in risposta, perché non esistevano. Non poteva dirgli che sarebbe andato tutto bene; non poteva dirgli, più di tutto, che lo capiva. E quello lo feriva, lo feriva nel profondo, perché alla fine quello che avrebbe sofferto di più sarebbe stato proprio il suo Louis.

L'unica cosa che poteva promettergli era che avrebbe fatto ogni cosa per rendere ogni istante indimenticabile. Ogni istante degno di essere riportato alla mente. E che avrebbe fatto di tutto per trasformarsi il più tardi possibile, anche se la cosa non dipendeva totalmente da lui.

E anche se  non aveva ancora il coraggio di dirlo ad alta voce, dentro di sé sapeva che, prima di andarsene, avrebbe dato tutto a Louis. Ogni piccolo pezzo del suo corpo e della sua anima. Li avrebbe lasciati tra le sue mani  perché si fidava, e non voleva comunque che fosse con nessun altro.
E voleva tutto di Louis. Raccogliere i suoi gemiti, accarezzare il suo corpo, sentirgli dire che lo voleva con le guance arrossate e un luccichio diverso e famelico negli occhi.
Voleva immagazzinare tutto e portarsi via tutto, per poi lasciarlo in un angolo di cuore finchè in qualche non avrebbero trovato il modo per tornare insieme. Perché lo avrebbero trovato.

Se c'era una cosa di cui Harry era assolutamente certo, era che lui e Louis alla fine si sarebbero ritrovati. In diverse forme, magari in diverse vite, ma lo avrebbero fatto. Erano come due fili invisibili che si cercavano e intrecciavano, come due pezzi di puzzle che insieme formavano l'immagine perfetta, giusta.

Erano anime gemelle, e questo lo realizzò in quei giorni d'inizio inverno.

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