Capitolo 166

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Dopo diversi minuti, il medico che aveva visitato Louis e le infermiere uscirono dalla sua stanza e diedero loro una meravigliosa notizia: verso sera avrebbero potuto vederlo. Harry sentì il petto esplodergli dalla gioia e finì per scoppiare a piangere, ringraziando tutti e desiderando gettarsi tra le braccia dell'uomo che aveva salvato la sua vita.
Abbracciò Eleanor, poi lei si lasciò stringere e lo strinse a sua volta, mormorando per l'ennesima volta che tutto si sarebbe sistemato. A quel punto sentì il suo corpo essere invaso dalla più pura forma di eccitazione. Pensò che avrebbe dovuto andare a prendere dei fiori, e magari quei cupcakes che piacevano tanto a Louis. Riuscì a fare tutto in meno di mezz'ora, e quando tornò lì, notò che la ragazza stava scambiando qualche parola con Ashton. Entrambi gli sorrisero quando lo videro tornare e il biondo gli diede una pacca sulla spalla.

Harry convinse Eleanor a non chiamare Mark, perché semplicemente Louis li avrebbe uccisi. Decisero di aspettare per vedere come sarebbe andata la notte. Ormai erano quasi le sei e stavano per cominciare gli orari di visita.
<<Credo che dovremmo lasciare che sia Harry a entrare per primo.>> disse la ragazza spezzando il silenzio, cercando di usare un tono scherzoso. <<Voglio dire- avrà bisogno di verificare che Louis stia bene...>>
<<Sì, farà una delle sue scenate mega-sdolcinate!>> lo prese in giro Ashton, e Harry a quel punto alzò gli occhi al cielo. Poi il ragazzo fece per allungare una mano e prendere un cupcake dalla scatola che Harry aveva appoggiato su una sedia del corridoio, ma si beccò uno schiaffo nemmeno troppo gentile.
<<Non osare toccare quei cupcakes, Ashton Irwin! Sono di Louis. Ti giuro che se anche solo ne assaggi un pezzettino ti odierò per tutta la vita.>>
<<Okay, okay, scusa! E' che sto davvero morendo di fame e...>>
<<Non m'importa! Louis se li merita, ha passato una giornata infernale. Non ci credo che pensi sempre con il tuo stomaco, razza di idiota!>>
Eleanor ridacchiava, perché si vedeva che quei due non stavano facendo sul serio, senza contare che Louis era talmente buono e talmente stanco che avrebbe finito per cederne la metà di quei cupcakes ad Ashton.

I tre erano talmente immersi in quella nuova conversazione che in un primo momento nemmeno si accorsero del rumore che c'era stato nella stanza accanto. O non ci fecero troppo caso. Divenne impossibile non sentire niente quando udirono qualcosa cominciare a spostarsi, vetri che cadevano e si infrangevano sul pavimento.
<<Che cosa è stato?>> chiese immediatamente Eleanor, sbarrando gli occhi. Harry non fece in tempo ad aprire la bocca per ribattere che fu interrotto da un grido agghiacciante.

E quella era la voce di Louis.

Il riccio non indugiò questa volta. Si precipitò nella stanza e la aprì senza aspettare che nessuno gli desse il permesso, correndo come un matto e ignorando la voce di Ashton che gli chiedeva di rallentare. Entrò, rimanendo sulla soglia.

E davvero,  Harry Styles in quel momento smise di respirare.

La stanza attorno a lui era un vero e proprio disastro. C'erano vetri sparsi ovunque, siringhe e quelli che erano i resti di scatole aperte e medicinali. Il letto sul qualche Louis avrebbe dovuto essere disteso era vuoto e sfatto, pieno di graffi e segni profondi.

Harry accennò un passo con cautela, guardandosi intorno con il cuore che gli batteva così forte da avere la capacità di stordirlo. Fu allora che notò un movimento in quello che era l'angolino più lontano della stanza.

Si aspettava di vedere Louis. In effetti vide il suo camice verde, logoro e spezzettato. Vide quelli che erano stati i suoi vestiti e la sua stessa felpa ormai rovinata.

Non avrebbe dovuto vedere il lupo bianco, puro e bellissimo che era rannicchiato in quello stesso angolo. Non avrebbe dovuto vedere i suoi occhi limpidi come l'oceano, ma soprattutto non avrebbe dovuto vedere il modo in cui lo guardava, con quella totale paura negli occhi.

No no no no no no no no non è possibile- non è vero è tutto un fottuto scherzo-

La sua bocca produsse il suono ancor prima che la sua mente potesse elaborare il tutto.

<<Lou?>>
Il lupo mosse piano la testa nella sua direzione. Gli occhi ancora più smarriti di prima, nel tentativo di capire cosa fosse successo. Harry si mosse piano in avanti, allungando un braccio nella sua direzione.
<<Va...va tutto bene, Lou.>> cercò di dire con la voce più dolce e rassicurante che trovò. <<Sono io.>>
Il lupo sembrò fidarsi. Harry trovò la forza di sorridere in mezzo a tutto quel casino, la sua testa in completo subbuglio perché come diamine aveva fatto a non accorgersi di quello che stava accadendo a Louis?
Finì per iniziare a piangere. Il lupo ruotò la testa, quasi a chiedergli il motivo per cui fosse così triste, e Harry si stava avvicinando per poterlo toccare. Era a pochi centimetri dal collo del lupo – di Louis, mio dio, di Louis - quando sentì la voce di Eleanor.
<<Oh- oh mio dio. Non può essere>>
Il lupo si scostò immediatamente, guardandosi intorno guardingo. Notò Eleanor e Ashton sulla porta e ringhiò verso di loro.
<<No- no Lou, è tutto a posto. Va tutto benissimo, nessuno vuole farti del male.>> gli disse piano Harry, riacquistando l'attenzione del lupo. <<Ecco, così Lou. Sei al sicuro. Ti tengo al sicuro, solo>>

Dei rumori dal corridoio spaventarono il lupo ulteriormente. Si mosse senza una meta precisa, finchè non si trovò di fronte alla finestra. Ci sbattè contro un paio di volte nel tentativo di uscire, Harry che gli si avvicinò per cercare di fargli cambiare idea.
<<Louis- Lou no! Così ti fai male. Dio, Lou...>> Harry si passò le mani tra i capelli, esasperato. Sentì le voci dei medici farsi sempre più vicine. <<Resta con me, Lou. Mi senti? So che puoi sentirmi. So che sei lì da qualche parte. Louis, solo- non...non lasciarmi>>

Era patetico chiedere a un lupo di non lasciarlo, eppure vide qualcosa negli occhi di Louis farsi più reale. Più umano, quasi, e Harry per un piccolo secondo ebbe la certezza che il suo amore lo stesse vedendo in quel momento. Che fosse lì con lui. Poi però ci furono altri rumori, il lupo ringhiò e con un ultimo colpo riuscì a sfondare la finestra e fuggire via, lontano da Harry.

E Harry rimase lì, con il suo nome tra le labbra e le lacrime che scendevano bagnandogli le guance. Sentì delle voci dietro di sé, alcune sconvolte, altre più autoritarie – probabilmente i medici – ma lui era ormai molto lontano da tutto quello.

Louis.

Louis si era trasformato.

Cadde in ginocchio, sentendo un piccolo dolore sotto le ossa probabilmente per essersi tagliato con qualche vetro che era sparso per terra. Vagò con gli occhi davanti a sé e, per uno strano scherzo del destino, trovò il ciondolo che tempo prima aveva regalato al ragazzo, quello a forma di areoplanino.
Lo prese tra le mani e lo strinse al petto, nel punto in cui batteva il cuore.

Poi semplicemente, Harry chiuse gli occhi e si lasciò andare. Lasciò che il suo corpo si spezzasse in mille minuscoli pezzettini, questa volta definitivamente...

Wherever You Will GoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora