Capitolo 44

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Ci sto prendendo gusto lo ammetto! u.u
Nella scorsa puntata, abbiamo lasciato un riccio nella vasca da bagno in fase di mutamento. Anche Louis l'ha abbandonato! Povero Harry!
Ora cosa accadrà? Diventerà un lupacchiotto oppure si ucciderà poichè afflitto e depresso?
Lo scoprirete solo leggendo!
Come sempre: la vostra amata ansia! xx



Louis si allungò di nuovo per toccare con le dita l'acqua che era a malapena tiepida. Imprecò, calde lacrime che solcavano le sue guance. Osservò Harry, rimasto semplicemente in biancheria intima, poi sé stesso. Al diavolo.

Si tolse la giacca e il maglioncino sotto di questa, rimanendo anche lui semplicemente in canottiera, afferrò i polsi del riccio e li schiacciò al pavimento. Poi, semplicemente, si distese interamente sopra il suo corpo cercando di infondergli calore e di tenerlo fermo più che poteva. Immerse la testa nella sua spalla.

<<Rimani con me, Harry.>> ringhiò, la rabbia dettata dall'impotenza che traboccava dalla sua voce. <<Harry, ti prego. Sei appena arrivato. Non posso...non posso lasciarti andare di nuovo, io non...non ce la faccio senza di te>>
Harry si muoveva a spasmi sotto di lui. Aveva cominciato a piangere - per il dolore, costatò Louis. E lì, immerso nel suo collo, capì esattamente cosa fosse l'odore che aveva sentito poco prima.

Era muschio bagnato. Odore di foglie ed acqua piovana ed aria aperta.

L'odore del suo lupo.

Schiacciò il suo corpo contro quello di Harry ancora di più. <<Harry, per favore. Per favore, resta con me. Non lasciarmi>>
Gli spasmi migliorarono di poco. Troppo poco. Louis si rialzò di nuovo e sentì che finalmente l'acqua sotto le sue dita iniziava a scottare. Prese il riccio da sotto le braccia per sollevarlo e portarlo verso la vasca, ma Harry oppose una strana resistenza. Puntò i piedi, improvvisamente quasi di nuovo in sé, e cominciò a scuotere la testa come un bambino che rifiutava di bere la medicina.
<<No. Lou, ti prego, la vasca no. Non lì. Lou. Louis...>>

Quando il castano riuscì quasi a spingerlo dentro, Harry fece un grido agghiacciante che lo destabilizzò per un secondo buono. Non capiva cosa gli stava succedendo: era come se non volesse entrare nella vasca, come se dentro ci fosse un mostro pronto a divorarlo.
<<Per favore!>> urlò Harry, cercando di sfuggire alle braccia di Louis. <<Per favore, non fatelo, io- io non decido quando succede, succede e basta!>>

Louis era agghiacciato. Harry...Harry non era più lì con lui, non stava parlando con lui. Vedeva...cose del passato, forse? Non capiva, e si sentiva così stupido per quello. Riuscì a spingerlo finalmente nella vasca, ma Harry si aggrappò così forte a lui da trascinarlo con sé. Quando caddero sollevarono un getto d'acqua che fuoriuscì dai bordi.
<<Harry...>> sussurrò.
Il riccio tremava e continuava a dire no con la testa, costantemente bloccato in quell'orribile stato di trance.
<<No, io- io non sono un mostro. Non- non sono un mostro.>> cantilenò poi. <<Non ci riesco a fermarlo. Non potete guarirmi, nessuno può!>> gridò, prima di portarsi le mani sugli occhi e piangere. Piangere come se non volesse fare altro al mondo.

Louis avvolse il suo viso tra le mani delicatamente, quasi come se lo potesse spezzare. <<Harry, è tutto a posto. Sei qui con me. Nessuno ti sta facendo del male. Haz.>>lo chiamò, la voce che era un filo di vetro.
<<Non toccatemi. No. Non- per favore.>> singhiozzò poi, alzando improvvisamente la testa e fissando un punto che apparentemente era Louis, ma che andava ben oltre lui. <<Non tagliate...fa male!>> gridò improvvisamente, spaventando Louis a morte e dimenandosi nella vasca. <<Lasciatemi, fa male, fa malissimo, per favore- vi prego, cercherò di fermarla, ma non fatemi del male>>

Harry stava grattando i suoi stessi polsi fino a lasciarsi segni rossi sulla pelle. Louis afferrò le sue mani per impedirgli di andare oltre con quei movimenti.
<<Harry, basta.>> sussurrò. <<Mi stai spaventando a morte>>
Il riccio si morse il labbro. <<Basta dolore. Fallo smettere...>>
<<Harry!>> gridò Louis, rimanendo poi senza fiato. Sembrò funzionare, perché improvvisamente gli occhi dell'altro sembrarono riacquistare vita, in un certo senso. Sembrò risvegliarsi.

Il castano allungò le braccia e strinse con le dita la canottiera di Harry. <<Ti prego. Harry, è tutto finito. Ci sono io, ci sono io, non c'è nessuno che ti sta facendo del male. E' tutto a posto. Sei con me.>>
Harry respirava a fondo, cercando di capire cosa fosse appena successo. Sentì che lacrime stavano scorrendo sul suo viso e vide che Louis più che sconvolto. Era distrutto, fradicio e ridotto a uno straccio. E lo era per colpa sua.

Il castano alzò una mano e cominciò ad accarezzare dolcemente i ricci di Harry. <<Sei qui. Sei rimasto. E'...tutto finito, Harry. Ti ho tenuto con me. Sei...>> un singhiozzo gli squarciò il petto. <<Sei umano.>>

Harry sembrò assimilare quella notizia con calma. Sbatte le palpebre più volte, respirando a fondo e concentrandosi sull'aria che finalmente inondava i suoi polmoni. L'acqua della vasca imperlava le sue ciglia e alcune gocce cadevano dalle guance, dai ricci fradici e dal mento, i pochi vestiti ormai trasparenti. Allungò le mani e si ancorò praticamente al corpo di Louis, affondando le dita nelle sue braccia, stringendo lievemente per sentire la consistenza della sua pelle calda. Harry era umano. Era umano davvero, contro ogni logica.
<<Lou, mi dispiace.>> soffiò tutto d'un fiato, non riuscendo a guardarlo negli occhi. <<Io- mi dispiace, non volevo spaventarti. Ho cominciato a pensare a...>>

Harry rabbrividì, chiudendo gli occhi di scatto e rifiutandosi di andare oltre. Louis lo notò e accentuò le carezze tra i suoi capelli.
<<Non devi...dire niente, Harry. E' tutto a posto adesso.>> sussurrò con voce di miele, quasi come se avesse a che fare con un bambino piccolo. Razionalmente, Louis sapeva di avere appena assistito alla quasi trasformazione del ragazzo a cui teneva più di ogni altra cosa al mondo e anche ad un puro attacco di panico, dovuto evidentemente alla vasca in cui si trovavano. Si chiese cosa avesse traumatizzato l'altro così tanto da impedirgli di entrare in una vasca, da pensare che lui potesse fargli del male. E per quello le lacrime cominciarono a scendere più veloci.

Harry ne scacciò via qualcuna con i pollici. <<Non piangere.>> mormorò, e Louis avrebbe solo voluto dirgli quanto fosse ironica quella scena, perché in realtà anche il riccio stava piangendo, esattamente come lui.
<<Non piangere, Lou. Per favore.>> sussurrò ancora, avvicinando il volto a quello del castano e chiudendo gli occhi. <<Non avere paura. Hai ragione tu, è finita, adesso siamo qui. Mi hai tenuto qui. Sei stato così coraggioso, Louis.>> disse Harry, mordendosi il labbro subito dopo per impedirsi di singhiozzare. Farlo gli sembrava la cosa più semplice del mondo, in quel momento. Piangere e sfogarsi per aver rischiato di perdere l'unica cosa bella che adesso c'era nella sua vita: quel meraviglioso ragazzo dagli occhi celesti che aveva combattuto fino alle lacrime per tenerlo umano.

<<Stringimi.>> ordinò Harry sulle labbra di Louis. E lui lo fece. Avvolse le braccia interamente attorno a lui e lo strinse forte, Harry che quasi scomparve tra le braccia di Louis per quanto era diventato piccolo contro il suo petto.
Il castano continuò a piangere, le sue lacrime che si mischiavano alle gocce d'acqua che scivolavano via dai capelli di Harry seguendo linee sempre diverse. La sua pelle ora sapeva di frutta, un profumo rassicurante ma soprattutto umano. Non c'era più traccia dell'odore del suo lupo, solo Harry.
<<Sono qui, Harry. >> disse Louis appoggiando le labbra al suo orecchio. <<Sono proprio qui.>>

Nell'udire quelle parole, il riccio lo strinse ancora più forte. Si chiese cosa avrebbe provato Louis il giorno in cui, inesorabilmente, lui si sarebbe trasformato per sempre, senza alcuna possibilità di tornare indietro.

Si chiese se lo avrebbe spezzato............

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