Capitolo 29

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<<Dunque...>> cominciò Louis, nel tentativo di cambiare discorso. <<Come mai hai tanto bisogno di una macchina?>> chiese con curiosità, guardandosi intorno e alludendo al piccolo SUV su cui erano seduti.

Harry tamburellò le dita sul volante, cercando di mostrarsi più spontaneo possibile nella risposta. <<Volevo averne una tutta per me. Non posso contare sempre sui tuoi passaggi, Louis. E' già così tanto il fatto che tu questa notte mi abbia ospitato. Io non...non voglio essere un peso.>> ammise con il volto abbassato. Louis sentì il cuore stringersi in quel momento, perché ancora una volta si rese conto di quanto Harry in realtà fosse solo, quanto avesse bisogno di avere qualcuno accanto pronto ad allungare le dita e avvolgerle alle sue. Louis voleva proteggerlo così tanto.

<<Non sei un peso, Harry.>> disse, il tono che traspariva nient'altro che verità. <<E puoi rimanere da me tutto il tempo che vuoi.>> continuò poi tutto d'un fiato, in modo da non permettere al riccio di interromperlo o cambiare idea. Era da quel mattino che pensava a cosa sarebbe successo loro quella notte, visto che quella precedente avevano fatto di fretta e provvisoriamente. Louis era abbastanza sicuro da non volere lasciare che Harry andasse da nessuna parte. La sera prima era stato così bello addormentarsi con lui a pochi centimetri di distanza, il suo respiro leggero e regolare che lo cullava e che gli aveva fatto prendere il sonno con lentezza e tranquillità. Aveva bisogno di Harry. Non lo aveva mai potuto sapere prima perché non lo aveva conosciuto veramente, ma ora che era nella sua vita, Louis realizzò che aveva fatto male aspettarlo. Al solo pensiero di vederlo andare via, anche per qualche ora, lo stomaco gli si attanagliava. E se si fosse trasformato durante il tragitto per tornare nella sua casa dei boschi? E se una folata di vento improvviso glielo avesse strappato via senza che lui avesse il tempo di dirgli addio?

<<Cosa vuoi che faccia, Louis?>> gli chiese Harry, gli occhi alla deriva che brillavano grazie alla poca luce che penetrava dai finestrini. Naturalmente fuori c'era nuvolo, era raro che in quel periodo dell'anno splendesse il sole. Ma in quel momento a nessuno dei due importava più di tanto.
<<Voglio che resti con me.>> rispose Louia subito dopo in un sussurro, e quando si guardarono capirono entrambi che nonostante si conoscessero da così poco tempo l'unico posto in cui volevano essere era dove si trovava l'altro.

<<Va bene.>> mormorò Harry con il cuore che batteva come mille cuori, gli occhi enormi e pieni di aspettativa. <<Non potrei tornare comunque nella mia vecchia casa, Louis. E' vecchia e fredda e...non siamo abituati ad usarla in questo periodo. Solitamente siamo già tutti trasformati.>> spiegò poi. Louis realizzò che se non fosse stato per l'incidente della sera prima con i cacciatori, molto probabilmente in quel momento Harry non sarebbe stato lì con lui ma trasformato e a girovagare da qualche parte nei boschi. Non capiva come si potesse ringraziare così tanto una battuta di caccia.

Rimasero qualche istante in silenzio, il sottofondo di una voce femminile nell'abitacolo che proveniva dalla radio e annunciava la canzone successiva. Una canzone pop troppo recente per saperla a memoria, anche se Harry avrebbe voluto, così magari avrebbe potuto cominciare a cantarla guardando l'altro negli occhi e cercando la sua mano di nuovo. C'erano ancora un milione di domande che voleva fargli, per esempio sei mai stato innamorato? E Ti piaceva più di me? O Cos'hai sentito quando ti ho baciato? Perchè io sentivo di morire, Louis. E ancora, sei spaventato anche tu quanto lo sono io adesso, Louis? Così tanto da essere stordito?

Ma poi optò per una domanda che voleva fargli dalla sera prima.

<<Louis, io mi chiedevo...non rispondere se non vuoi, va bene? E' solo che tu ieri sera mi hai parlato solo di tuo padre, ma in cucina non ho potuto fare a meno di notare tutte quelle foto di una donna che ti assomiglia tantissimo. Ci ho pensato tanto, ma in tutto il tempo in cui sono venuto a trovarti in questi anni, non ho mai notato una donna in casa tua. Sono solo sprazzi di ricordi, naturalmente...è solo che, ecco>>
<<Mia madre è morta, Harry.>> disse interrompendolo, la voce viva e scoperta. Harry intravide il dolore ancora prima di voltarsi e guardare Louis negli occhi. Dio se quel ragazzo sapeva essere forte, Harry non aveva potuto nemmeno immaginare quanto, prima. Era lì, con una persona che conosceva da poco, di cui cominciava a fidarsi, ma non aveva paura di mostrare il suo dolore. Eccolo lì, bene in vista, incastonato in due occhi oceano leggermente più chiari per via della piega che aveva assunto la conversazione.
<<E' successo molto tempo fa, io ero davvero piccolo. Ricordo poche cose di lei, ma so che era donna dolce e disponibile. Mio padre me lo dice sempre. E' stata dura per lui crescermi da solo. E' davvero il padre più in gamba del mondo, sul serio. E' solo che...>> Louis si bloccò di colpo, indeciso se continuare o meno. Non aveva mai detto quello che aveva voglia di dire in quel momento ad alta voce, e farlo lo spaventava. Ma si disse che Harry lo avrebbe capito. In qualche modo, Harry era come lui.
<<A volte mi sento così solo, Harry. Le notti d'estate, per esempio. Sono i momenti in cui lei mi mancava di più, quando papà non c'era e...e non potevo vederti.>>

Harry sentì il cuore precipitare nello stomaco. Era una sensazione completamente nuova, mai provata prima con tale intensità. Era così dispiaciuto per Louis da sentire dolore a livello fisico.
<<Mi dispiace così tanto. Io- io so come ti senti, Louis. Anche i miei genitori non ci sono più.>> disse senza pensarci, perché era una cosa che andava detta. Non l'aveva mai detta a nessuno prima d'ora, a parte qualche membro del branco naturalmente, ma era diverso, perché loro lo avevano visto crescere e lo avevano accudito. Si stava aprendo con lui, una persona nuova, una persona che non faceva parte del suo branco e del suo mondo.

Fu bellissimo, e gli parve la cosa più naturale del mondo.

Louis spalancò gli occhi. <<Harry, io- mi dispiace, non volevo>>
<<Non avevo mai avuto il coraggio di dirlo a nessuno, Louis.>> gli confessò Harry, la voce flebile e gli occhi che pizzicavano. <<Ho sempre cercato di tenere quella parte della mia vita sepolta, perché non voglio più averci niente a che fare, io...>>
Louis allungò le braccia e prese il volto di Harry tra le mani con delicatezza, quasi come se dovesse spezzarsi da un momento all'altro. <<E' tutto a posto, Harry.>> gli disse. <<Va tutto bene adesso, ci sono io. Non sei più solo. Non dovrai mai più sentirti solo.>>

Louis fece scivolare le sue mani lungo il petto di Harry e questo si lasciò sfuggire un piccolo sospiro. Chiuse gli occhi, sentendo il calore delle mani dell'altro spostarsi dal petto allo stomaco. Stavolta fu lui ad allungare una mano. La avvolse attorno alla nuca di Louis e si sporse verso di lui per avere il suo volto a pochi centimetri.

<<Nemmeno tu dovrai sentirti solo. Mai più, Louis, te lo prometto.>>
Gli occhi blu di Louis vacillarono per un solo secondo, per poi essere sostituiti da qualcosa di più caldo e intimo nel momento in cui si spostarono sulle labbra di Harry. Il moro chiuse gli occhi per abbandonarsi al tocco - era da quel mattino che non lo baciava, non sapeva nemmeno come aveva fatto a resistere così a lungo - quando qualcuno bussò sul finestrino con insistenza.....

Wherever You Will GoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora