Capitolo 158

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<<Non...non riesco a immaginare cosa sarebbe successo se fosse stato lui a trovarmi prima, Haz.>> ammise Louis a un certo punto, chiudendo gli occhi e riportando alla mente lo sguardo che gli aveva rivolto il riccio quando lo aveva trovato prima in bagno, così debole e vulnerabile. <<Lui...lui non può vedermi così, si- si spaventerebbe troppo e poi- poi forse rischierebbe di stare male per colpa mia ed io...>> Louis prese un bel respiro, ormai quasi senza fiato per colpa delle lacrime e delle parole che aveva detto. <<Non- non posso permettere che accada, Haz. N-non posso.>>
Il riccio alzò una singola mano per portarla al viso di Louis e scacciare via le sue lacrime con la punta delle dita. Lavorava con estrema delicatezza, quasi come se si dovesse spezzare da un momento all'altro – e forse era così. Il castano era arrivato a un punto di non ritorno e piano piano si stava sgretolando tra le sue braccia, ed era compito suo tenere insieme i cocci, come Louis aveva praticamente fatto semprecon lui.
<<Allora vieni via. Ti porto via con me.>> mormorò Harry al suo orecchio. Louis per un attimo smise di respirare, ma capì dal tono di voce dell'altro che era totalmente serio e che non intendeva cambiare idea. Si voltò leggermente per poterlo guardare negli occhi – e trovò quel verde luminoso sporcato da bellissime striature di verde, che tanto amava. E davvero, non riusciva a fare altro che fidarsi di lui.
<<Co-come?>> chiese piano, la voce che era un sussurro.
<<Ti porto alla mia vecchia casa, Lou. Almeno finchè non sarai guarito. Mi...mi prenderò cura di te, piccolo, te lo prometto, e...beh, pensaci. Tu cambieresti aria e ti farebbe bene, e tuo padre sarebbe al sicuro.>>

Il ragazzo abbassò lo sguardo per pensare a quelle parole. E sì, effettivamente Harry aveva ragione, non era per niente una cattiva idea. Solo- come avrebbe reagito Mark?
<<Non saprei nemmeno come dirlo a mio padre.>> borbottò Louis infine, mordendosi il labbro inferiore. Harry gli diede un piccolo bacio sulla fronte, poi lasciò il suo naso lì, a contatto con i capelli e la pelle di Louis.
<<Gli parlo io. Se per te va bene, naturalmente.>> propose il riccio, con nessun tipo di inclinazione nella voce. Il ragazzo sentì un dolce formicolio invadergli lo stomaco.
<<Lo faresti davvero?>>
<<Certo che lo farei, Lou. Se è per farti sentire meglio, questo ed altro. Lo sai.>> mormorò, lasciando che poi la sua bocca indugiasse sulla sua pelle, senza mai lasciarsi a un bacio vero. Il castano si sentiva così al sicuro e protetto in quel momento – non avrebbe mai voluto che quel momento finisse. Harry sperò che quella decisione portasse a qualcosa, sperò che in qualche modo riuscisse a farlo stare meglio. Poi sarebbe tornato a casa e avrebbe detto a Mark di Harry, quella era una promessa.
<<Starai meglio, Lou.>> disse dolcemente il riccio a un certo punto, e sembrava parlare più a sé stesso che con lui. In realtà aveva ancora paura. C'era qualcosa che non andava in Louis. Aveva una brutta sensazione, ed era qualcosa che non lo lasciava andare da quando il suo ragazzo aveva cominciato a stare poco bene, ormai qualche settimana prima. Sperò che quel sentore andasse via ora che aveva trovato il modo di tenere Louis al sicuro. <<Te lo prometto, farò davvero tutto ciò che posso perché tu stia meglio. Non ti lascerò mai, mai andare via.>>

Il ragazzo naturalmente non poteva capire le ultime parole di Harry, così semplicemente si limitò a chiudere gli occhi e ispirare forte il suo profumo. Rimasero così per un tempo indeterminato, il tempo scandito semplicemente dai loro respiri e di tanto in tanto dallo sfregare dei vestiti a contatto.

A un certo punto Harry ispirò forte, rinunciando al tentativo di non piangere. Immerse il viso nell'incavo del collo di Louis, ispirano il suo profumo e sfiorando i suoi capelli con la fronte. Un suo piccolo singhiozzo scosse le membra di entrambi.
<<H-Harry? Ehi, non...non piangere, va bene? Sto bene adesso. Staremo....staremo bene.>> gli promise Louis, anche se a conti fatti non poteva esserne certo.
Il riccio trovò la forza di sorridere in mezzo alle lacrime. <<Sei...sei davvero coraggioso, Lou. Non lo dico perché è una frase fatta o altro, è ciò che penso con ogni piccola parte di me. Sei così incredibilmente forte, hai superato tanto di quel dolore e- sei più che un'ispirazione, per me. Sei il mio eroe. Il- il mio dolce principe, Lou.>>
Il castano ridacchiò in modo assolutamente dolce e liberatorio, poi ruotò la testa per avere il viso dell'altro a pochi centimetri. <<Per quanto sdolcinato possa sembrare, tu sei il mio, Harry. E so che forse non riesci a vederlo, ma anche tu sei molto forte, Haz. Devi credermi. Tutta l'ispirazione che dici di ricevere da me, tu me la dai di rimando.>> confessò il ragazzo, sorridendo appena. <<Non abbiamo avuto di certo un passato facile, io e te, vero? Voglio dire, c'è tanto di quel dolore, e ci siamo spezzati tante di quelle volte...>>
Una singola lacrima cadde dall'angolo dell'occhio di Harry, Louis la vide grazie ai piccoli bagliori che venivano dalla finestra chiusa.
<<...però adesso siamo qui, no? E vuol dire qualcosa. Non tutto è perfetto, anzi, quasi niente lo è, però...ci siamo costruiti il nostro piccolo angolo di perfezione. E davvero non mi basta altro che averti accanto per essere felice, Haz.>>

A quel punto il riccio annullò l'insignificante distanza che c'era tra le loro bocche e baciò Louis con dolcezza, chiudendo gli occhi e stringendolo più che poteva, quasi come volesse imprimere il ragazzo nel suo stesso corpo. Gemette piano quando l'altro aprì la bocca per lasciare che la lingua del riccio scivolasse dolcemente all'interno, poi tra di loro cominciò una lotta languida e al contempo delicata, con Harry che alla fine raccolse la punta della lingua di Louis per succhiarla con gentilezza, facendolo rabbrividire.

Avvertì il sedere di Louis spingersi piano verso i suoi fianchi, e dio fu meraviglioso - ma davvero non potevano. Harry si staccò con un sorriso enorme.
<<Lou, sei decisamente troppo stanco per questo.>> lo rimproverò, non riuscendo a coprire il sorriso che era nato spontaneamente sul suo volto.
<<Uhm, Haz...>> si lamentò il ragazzo, sporgendosi per riunire le loro labbra. <<Ma- ma...mi manca averti in quel modo.>> sussurrò piano, e davvero, il cuore di Harry in quel momento semplicemente uscì dal suo petto per farsi una passeggiata per casa e per tutto il quartiere, perché Louis non poteva dire quelle cose in quel modo. Non poteva e basta. Grugnì per la frustrazione e gli morse il labbro.
<<Dio, manca tantissimo anche a me...ma non possiamo, Lou.>> ripetè, spostando le sue labbra sui suoi capelli per lasciargli qualche umido tocco. Sentì il ragazzo sospirare. Dopo qualche istante, il castano sembrò rassegnarsi e si accoccolò meglio tra le sue braccia – e Harry sentiva che aveva messo il broncio, e il suo cuore perse un battito per quello.
<<Fai bei sogni, mio principe.>> soffiò sul suo orecchio, e Louis finalmente sorrise.

<<Oddio, lo hai detto davvero. Lo hai detto davvero!>> trillò Louis. <<E' solo perché sono le quattro del mattino, lo sai questo Haz? Domani ci sveglieremo e rideremo come due scemi per quello che ci siamo detti.>>
Il riccio aggrottò la fronte. <<Sarà.>> borbottò, e il castano lo trovò adorabile. Sorrise, il cuore pieno di un'emozione dolce che lo avrebbe cullato per la notte. Sentì le guance arrossarsi prima di parlare, ma era aiutato dal fatto che non dovesse guardare Harry negli occhi mentre doveva dire quelle parole.
<<Buonanotte anche a te, mio dolce Harold.>>

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