Capitolo 144

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Il mattino dopo, Louis non fece in tempo ad aprire gli occhi che due labbra calde si posarono sulle sue, estremamente dolci e lente.
<<Mmmpf.>> cercò di borbottare qualcosa che avesse senso, ma qualsiasi suono uscisse dalla sua bocca veniva spezzato dalla frizione di quei baci stupendi. A un certo punto si arrese, aprendo la bocca per accogliere quella di Harry – così dolce e innamorata, in quel momento, quasi come se avesse paura di fargli del male. Louis aprì gli occhi molto tempo dopo, quando il riccio si staccò da lui probabilmente per riprendere fiato, mettendosi a sedere sul letto.

Sbatté lentamente le palpebre e alla fine si concesse di fare un sorriso debole, la testa che finalmente non pulsava più come la sera prima e il corpo più attivo. Si sentiva meglio, fortunatamente, quindi sperò che la febbre fosse andata via.
<<Ehi, ciao.>> sussurrò piano Harry, portando una mano tra i suoi capelli per poterglieli accarezzare con cautela, quasi come se il castano fosse un oggetto di vetro estremamente fragile pronto a rompersi da un momento all'altro. <<Come ti senti oggi?>>
Louis si inumidì le labbra prima di rispondere, beandosi nel frattempo dei tocchi cadenzati di Harry e senza mai smettere di guardare i suoi limpidi occhi color smeraldo. <<Meglio.>> sussurrò, continuando a sorridere leggermente. <<Mi sento decisamente meglio.>>
Harry gli sorrise di rimando, dopodiché spostò un ciuffo di capelli di Louis ribelle dietro a un suo orecchio, in modo che rimanesse a posto. Abbassò la testa in modo da avvicinare le sue labbra alla fronte del ragazzo e lì rimase immobile per qualche istante, il cuore di Louis che nel frattempo batteva all'impazzata. Era un gesto semplicissimo in verità, eppure lo sentiva come qualcosa di estremamente intimo. Harry si allontanò da lui dopo avergli lasciato un piccolo bacio proprio lì dove aveva tenuto le labbra.
<<Sì, sei molto più fresco adesso.>> disse piano. <<Sembra che la febbre sia andata via.>> continuò poi, ricominciando a lasciargli tocchi distratti sui capelli.

Rimasero a fissarsi ancora per un po', un rassicurante silenzio tra di loro.

<<Ho avuto così tanta paura ieri.>> ammise il riccio a un certo punto, la voce estremamente bassa, come se quello dovesse essere un loro piccolo segreto. Louis perse un battito nel sentire quelle parole, perché se c'era una cosa di cui non si sarebbe mai abituato era la voce dell'altro quand'era triste. Gli faceva male al cuore, e lui davvero non riusciva a fare niente per evitare di sentirsi triste a sua volta.
<<Non avrei mai voluto spaventarti.>> gli disse a quel punto, afferrando la mano con cui Harry lo stava accarezzando per potergliela stringere forte.
<<E' solo...>> cominciò il riccio, gli occhi cangianti che si posavano su ogni punto del suo viso <<che avrei dovuto rendermene conto, capisci? Lo so e mi dispiace, Lou, ma i- io credevo davvero che stessi bene ieri mentre eravamo da Ashton, invece>>
<<Ehi, tesoro. Respira.>> gli intimò il castano, il sorriso sulla sua faccia che si allargava di conseguenza. <<Sono un essere umano come tanti, è normale per me ammalarmi. Può succedere.>> disse tranquillamente facendo spallucce. Harry si morse il labbro senza smettere di sorridere.
<<Già, beh...non hai tutti i torti in effetti, solo che>>
<<Non ho intenzione di stare qui un secondo di più a sentirti borbottare su quanto ti dispiaccia per una cosa di cui non hai colpe, Haz. E poi adesso sto meglio, quindi...>> Louis allungò un braccio e lo fece passare al di là della linea del collo di Harry, cominciando a lasciargli cerchi distratti con le dita sui suoi ricci. <<Puoi solo- baciarmi fino a quando non avremo più fiato?>>
Il ragazzo ridacchiò, alzando gli occhi al cielo. <<Tu mi vuoi solo per i miei baci.>> borbottò, per poi avvicinarsi alle sue labbra.
<<Per i tuoi baci e per i tuoi ricci. Adoro i tuoi ricci, amore.>> ammise Louis sorridendo. Fece scivolare il suo sguardo tra gli occhi di Harry e la sua bocca, prima di annullare quell'assurda distanza che c'era tra di loro. Si baciarono per lungo tempo, stancandosi solo quando effettivamente dovettero riprendere fiato diversi istanti più tardi – le mani del castano che si aggrappavano ai capelli di Harry e Harry che lasciava distratte carezze ovunque arrivasse con le mani.

Fu solo quando il riccio cominciò a mordicchiare la sua mascella che Louis allungò un braccio per poter vedere che ore erano sullo schermo del suo cellulare, appoggiato sul comodino accanto a letto.
<<H-Harry...>> borbottò ansimando, mentre le labbra del riccio continuavano indisturbate la loro scia di umidi baci verso il collo. <<E'...un pochino tardi. Dovrei prepararmi per andare a scuola>>

Il ragazzo si alzò con estrema riluttanza e fissò lo schermo del cellulare come se fosse una sorta di alieno venuto da chissà quale galassia. Mancava esattamente un'ora all'inizio della scuola, e Harry pensò che Louis avesse effettivamente tutto il tempo del mondo per prepararsi con calma. Scacciò quel pensiero dalla mente – cercando di non pensare al grosso problema che si era formato nei suoi pantaloni – e prese a mordicchiarsi il labbro.
<<Te la senti davvero di andare a scuola, piccolo? Voglio dire, lo sai che ci tengo che tu ci vada, ma...>>
<<Non ho intenzione di saltare la scuola per qualche linea di febbre, Haz.>> disse fermamente il castano. <<Sto più che bene, dico sul serio. E devo dire che buona parte del merito va alla persona che si è presa cura di me.>> mormorò poi Louis con voce roca, accarezzando piano una guancia di Harry.

E forse fu in quel momento che il riccio perse l'ultimo briciolo di auto-controllo che gli era rimasto.

Si gettò sulle labbra di Louis come se non lo baciasse da sempre, quasi come se fossero quelle due linee sottili e umide la sua ragione di vita. Il ragazzo lasciò che la lingua di Harry entrasse nella sua bocca con un gemito, le sue mani che di nuovo scattavano tra suoi capelli o sulle spalle, in cerca di un appiglio.
Con estrema calma il riccio abbandonò le labbra di Louis per poter succhiare parti di pelle della sua mandibola, scendendo piano piano sul collo e infine mordicchiando la sua clavicola, mentre lavorava con i pollici per lasciare tenere carezze al livello dei suoi fianchi, ormai quasi completamente disteso su di lui.
<<Harry...>> ansimò Louis, utilizzando il poco fiato che gli era rimasto <<oh  santa cotoletta, farò- farò tardi a scuola>>
<<Shhh.>> gli intimò Harry, infilando una mano sotto la sua maglietta per poter toccare il suo petto e parte del suo stomaco con le dita calde. Dio, voleva Louiz così tanto. Voleva farlo sentire bene sempre, perché aveva questa sensazione che quando stava bene lui riusciva di conseguenza a sentirsi a posto a sua volta. E sentiva il cuore sprofondargli nello stomaco ogni singola volta che il ragazzo gli regalava un gemito, perché non riusciva davvero a credere di essere stato lui a provocargli quel suono di piacere.

Con l'altra mano che non era impegnata a toccare e accarezzare e dare tutto quello che era in grado di dare in quel momento, Harry slacciò il bottone dei jeans del castano e prese a baciarlo proprio lì, nel punto della pelle in cui vi era il confine dei boxer, talvolta succhiando e mordicchiando e rabbrividendo nel momento in cui percepiva come si tendeva la pelle di Louis sotto il suo tocco.
<<Haz, non- non devi.>> gemette piano.
<<Shhh. Lasciamelo fare, piccolo.>> sussurrò Harry guardandolo, gli occhi pieni di un verde denso e scuro. Poi riabbassò la testa, e il mondo di Louis divenne un piccolo groviglio di sensazioni e calore e piacere.....

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