Capitolo 115

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Zayn strinse forte gli occhi e una lacrima scivolò via. L'asciugò in tutta fretta, poi si alzò dal letto di Stan.
<<Calder, io- io credo che andrò in cucina a bere- sì, qualcosa di caldo.>> il ragazzo guardava ovunque tranne che nella direzione di Eleanor, e questa capì che il suo era un tentativo di mascherare quello che voleva dire davvero. Non voglio essere qui quando succederà; non sono abbastanza forte da vedere mio fratello morire davanti ai miei occhi senza poter fare niente per salvarlo.

E Eleanor la capì. Si voltò dalla parte di Louis e gli lasciò una carezza tra i capelli.
<<Io starò con lui, uhm...nel caso avesse bisogno di qualcosa.>> disse piano.
Louis alzò una mano e strinse il polso dell'amica. Riuscì ad alzare gli angolini delle bocca, ma francamente non poteva sapere se il risultato ottenuto fosse un vero e proprio sorriso. Non credeva di essere più in grado di offrirne.
Alla fine rimase solo nella stanza con Stan. Stava ancora dormendo, le palpebre che si muovevano piano perché probabilmente stava facendo un sogno.

Louis prese un respiro profondo. Poi si alzò dalla poltrona.

Le gambe gli dolevano da morire; era la prima volta che si alzava da quel pomeriggio. Anche la testa pulsava ancora, infatti prima di cominciare a camminare dovette rimanere fermo immobile per alcuni istanti nel tentativo di ritrovare l'equilibrio. Solo dopo finalmente fece qualche passo e andò a sedersi sul bordo del letto dell'altro.
Rimase a guardarlo dormire.
Era così innocuo, quando lo faceva. Completamente diverso dal ragazzo che per tanto tempo gli aveva rovinato la vita spingendolo addosso agli armadietti e gli aveva detto cose orribili. In quel modo, sembrava un ragazzo come tanti. Un ragazzo come tanti dai lineamenti dolci – perché a conti fatti, i lineamenti di Stan non erano nemmeno così rudi. Louis sapeva che se avesse voluto, Stan avrebbe potuto scegliere di essere migliore. Avrebbe potuto scegliere di essere chi voleva essere, avrebbe potuto scegliere di essere sé stesso.
Louis si sentì impotente e triste di fronte a lui, in assoluto per la prima volta. Lo aveva odiato per tanto tempo, ma vederlo così ora, in quelle condizioni, gli impediva di continuare a farlo. Non lo odiava, solo- non riusciva a capirlo, forse nemmeno una vita intera gli sarebbe bastata per farlo.
Fu qualche istante dopo che il ragazzo aprì gli occhi stancamente. Sbattè le palpebre più volte – era così stanco, alla deriva. Al di là del dolore, al di là di ogni piccola cosa. Se ne stava andando, realizzò Louis.
Stan rimase fermo a fissarlo. Louis si preparò agli insulti che sarebbero arrivati, alla rabbia nei suoi occhi nocciola e probabilmente a una spinta data con le sue ultime forze. Non arrivò niente di tutto quello.

<<Tu mi odi, Louis?>> chiese in un sussurro, e il castano perse un battito di cuore. Stan gli stava parlando. E non insultando, non lo stava provocando o dicendo cose orribili, solo – gli aveva fatto una semplice domanda.
<<Perchè me lo chiedi?>> la voce di Louis uscì roca e impestata. Non parlava da quel pomeriggio e semplicemente, sembrava immersa nel dolore.
<<Non lo so, io- rispondi e basta. Credo di...di aver bisogno di saperlo.>>
Louis giocherellò con le sue stesse dita, intrecciate sopra le gambe. Evitò lo sguardo di Stan.
<<E' solo che...tu non- non sembri mai davvero arrabbiato. Neanche adesso. Anche dopo tutto quello che ti avevo fatto a scuola, tu...cioè, uhm, io...>> un respiro faticoso, che Louis percepì benissimo <<...sembrava che tu potessi ancora perdonarmi.>>
Louis si morse il labbro. <<No.>> soffiò, la voce così bassa da essere praticamente inudibile a tutti se non a sé stesso e a Stan che era accanto a lui. <<No, non ti odio.>>

Il ragazzo si lasciò andare a un respiro profondo, quasi sollevato. Deglutì rumorosamente e aprì la bocca per respirare.
<<Dovresti...dovresti farlo.>>
<<Lo so.>> disse immediatamente Louis. Però era la verità: guardava Stan e non provava odio, solo un senso di vuoto. <<Credo di averlo fatto, in passato. Di averti odiato. Adesso solo...sono qui, ti guardo, e...mi fai solo pena, Stan.>>
L'altro non sembrò arrabbiarsi. Accettò quella verità stringendo gli occhi e respirando più a fondo. Louis non voleva farlo arrabbiare, voleva solo dire quello che pensava. Non ne aveva mai davvero avuto la possibilità in passato.
<<Perchè?>> chiese quindi a un certo punto, cercando gli occhi stanchi di Stan. Questo girò il viso completamente dalla sua parte, sembrando non capire la domanda.
<<Perchè cosa?>>
<<Perchè mi facevi tutto quello. Perché hai passato anni della tua vita a rendere la mia un vero e proprio inferno. Solo- perché, Stanley?>>

Non modificava mai il suo nome. Lo facevano gli amici, di solito, e Louis non era di certo amico di Stan Lucas. Però in quel momento si sentiva particolarmente vicino a lui, e voleva ottenere delle risposte.
<<Oh.>> esalò il ragazzo, sembrando più stanco che mai. Sospirò e si bagno le labbra scure. Louis si rese conto che quello stato lo rendeva completamente disinibito. Stan lo stava davvero ascoltando e stava pensando davvero seriamente a come rispondergli. <<Io...io non penso di saperlo.>>
<<Sì che lo sai.>> controbatté immediatamente il castano.
<<Perchè me lo chiedi?>>
<<Beh, credo di aver bisogno di saperlo.>> rispose Louis, gli occhi fissi su Stan. Questo mosse un po' la testa, sbattè ancora le palpebre e poi guardò un punto fisso davanti a sé, evitando gli occhi di Louis.
<<Perchè tu sei tutto ciò che io non ho mai avuto il coraggio di essere.>> spiegò il ragazzo, la voce flebile e ridotta a un sussurro. <<Tu...tu solo- andavi in giro con quell'aria ed eri diverso e non sembrava che te ne preoccupassi. Eri...eri fiero, Lou, di ciò che eri e- e te ne fregavi. Di me, di tutti quanti. E io non capivo ma non riuscivo a smettere di guardarti e di sentire...qualcosa, qualcosa dentro.>>

Louis sentì qualcosa contorcersi al livello dello stomaco. Improvvisamente desiderò sparire, eclissarsi o nascondersi in qualsiasi parte dell'universo per stare alla larga da quella verità. Non era sicuro di volerla sentire, ma dalle sue labbra le parole uscirono comunque.
<<Per questo mi hai baciato? Perchè- perché sentivi...qualcosa?>>
<<Io, uhm...non- non ti ho mai...>>
<<Stan, per favore.>> lo ammonì, i muscoli del viso tesi.
<<Io in ogni caso non avrei dovuto farlo.>> si giustificò, guardando al di là di Louis. <<Non avrei dovuto b-baciarti. Mi- mi...dispiace, sai.>>

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Poi ovviamente arrivo io.....
Prossimo aggiornamento domaaaaaaannnniiiii! 😏❤

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